Dopo il caso di Fedez, che aveva già fatto rumore, ecco che anche Gigi D'Alessio lascia la Siae a favore di Soundreef, la società che agisce dall’estero (con il chiaro scopo di aggirare il monopolio della Siae, finora confermato dalla legge) nel settore dei diritti d’autore italiani. Da gennaio la gestione delle royalty sulle musiche e i testi di D’Alessio sarà affidata proprio a Soundreef.
“Mi ha convinto la possibilità di avere un rendiconto dettagliato dei passaggi delle mie canzoni” - ha detto D'Alessio. Soundreef adotta un sistema analitico di monitoraggio dei diritti, rispetto a quello statistico di Siae: ogni passaggio del brano è tracciato e genera il relativo pagamento. Questa tecnologia finora è stata applicata alla musica di sottofondo dei locali (oltre 20mila) e agli eventi dal vivo, ma dal prossimo anno sarà estesa anche alla raccolta su Radio e Televisione. L'aggio (il margine trattenuto dalla società) è superiore a quello della Siae, ma i tempi di rendicontazione e pagamento sono più brevi.
“Non ci trovo nulla di male che se ne occupi una società privata, che deve fare profitto - ha aggiunto D'Alessio - . Bisogna credere nell'innovazione tecnologica. La Siae è complessa come un Ministero, ha mostrato poca capacità di innovare, mentre il mondo sta cambiando”.
Soundreef è una startup innovativa fondata da Davide D'Atri nel 2011 e nello scorso novembre aveva raccolto 3,5 milioni di euro di finanziamenti per la sua crescita. Evidente l’impatto della scelta di D’Alessio, forte di oltre 20 milioni di dischi venduti e di un repertorio di circa 750 brani registrati (e bisognerà vedere poi se una scelta analoga la farà anche la compagna Anna Tatangelo).
La Siae ha sempre un enorme vantaggio in termini di numeri, con 80mila autori ‘gestiti’ in Italia. Quanto al suo monopolio, una direttiva comunitaria chiede ai Paesi membri di liberalizzare il settore ma la relativa legge di recepimento è stata ‘emendata’ di nuovo in senso monopolistico dal ministro della Cultura Dario Franceschini.
Il Presidente Siae Filippo Sugar ha cercato di reagire alla cattiva notizia di D’Alessio: “Abbiamo delle perplessità su quanto questo tipo di approccio possa essere continuativo nel tempo perché, a meno che Soundreef abbia fondi illimitati, che SIAE sicuramente non ha, è evidente che una volta ingaggiati 5, 10, 20 artisti appare complicato che possa mantenere un modello di business adeguato per la tutela dei diritti di tutti gli Autori.
Ci stupiamo (poi) delle parole di Gigi D’Alessio, non capiamo a cosa si riferisca in tema di trasparenza perché la nostra ripartizione è gestita in modo del tutto trasparente, utilizzazione per utilizzazione. Nel rendiconto che inviamo ai nostri Associati vi sono indicazioni molto dettagliate: titolo per titolo, fonte per fonte…
Vorrei ricordare… che la SIAE ha oltre 1200 dipendenti e 503 agenzie mandatarie su tutto il territorio Italiano senza le quali sarebbe impossibile svolgere il nostro lavoro adeguatamente e stare dalla parte di chi crea difendendo il diritto d'Autore”.
Ma il settore si sta davvero muovendo ed ecco che a Millecanali abbiamo ricevuto un comunicato da Patamu.com, startup nata e residente in Italia, con all’attivo già 10.000 artisti iscritti e 25.000 opere depositate, decisa a sua volta a sfidare il monopolio Siae “aggiungendo tra i suoi servizi anche quello per l’intermediazione del diritto d’autore, proponendosi quindi come una reale alternativa alla Società Italiana Autori ed Editori…”.
“Dopo diverse iniziative - la petizione su change.org/aboliamomonopoliosiae, una lettera aperta al Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo Dario Franceschini ed un esposto all’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) per violazione delle norme sul libero mercato - finora inascoltate, Patamu ha deciso di iniziare a fare intermediazione, guardando direttamente alle direttive europee ed organizzandosi come entità di gestione indipendente per la riscossione dei diritti d'autore dall’Italia, in accordo con quanto previsto dalle nuove normative europee”.
“Il monopolio SIAE è un caso ormai unico in Europa, che va in contrasto con le norme del libero mercato e della libera circolazione dei servizi. Siamo l’unico potenziale competitor italiano della SIAE, ma non possiamo raccogliere royalty - ha detto Adriano Bonforti, fondatore e CEO di Patamu.com - . Decidere di fare intermediazione dall'Italia è un atto coraggioso. Fondando Patamu all'estero avremmo avuto sicuramente la vita più semplice, ma è solo agendo dall'Italia che possiamo mettere in luce l'ingiustizia nei confronti di tutti gli artisti e dell'industria creativa italiana.
La nostra azione di oggi rende possibili solo due finali: o la startup Patamu sarà costretta a chiudere e trasferirsi all'estero, chiarendo una volta per tutte che l'Italia non è l'Europa, o dopo 75 anni cadrà, davvero e per tutti, il monopolio SIAE”.
Innovaetica S.r.l. è la società che ha creato e gestisce il progetto Patamu. È iscritta al registro delle imprese innovative ed è tra le pochissime a vedere riconosciuta legalmente la propria vocazione sociale da parte dello Stato Italiano.