Nel 2017 si tratterà di capire il vero potenziale dell'IP per il settore broadcast e di usarlo concretamente per la diffusione dei contenuti. L'anno appena iniziato sarà quindi quello in cui concentrarsi sulla fase finale del passaggio all'IP
Per molti addetti ai lavori nel settore broadcast, media e intrattenimento, il 2016 sarà ricordato come "l'anno zero" dell'adozione dell'IP nelle infrastrutture televisive. L'anno appena terminato ha però avuto al centro non tanto la decisione di adottare architetture IP, quanto un aumento della fiducia nei loro confronti e un inizio di consapevolezza, da parte dei broadcaster, dei vantaggi che esse offrono. Sempre guardando al 2016, gli standard hanno continuato a giocare un ruolo importante e abbiamo assistito a una sorta di condivisione di un approccio comune attorno allo standard SMPTE 2110 (l'SMPTE ha iniziato a lavorare al suo sviluppo nel gennaio 2016; si tratta di stabilire delle specifiche per il trasporto, la sincronizzazione e la descrizione di flussi "over IP" per la produzione live, basate sulle raccomandazioni tecniche VSF TR-03 e TR-04, ndr), specialmente per quanto riguarda l'ambiente dello studio; abbiamo anche assistito, forse, alla più rapida evoluzione di standard degli ultimi 25 anni, stimolata probabilmente dal fatto che virtualmente tutti i principali attori del settore hanno aderito all'AIMS (Alliance for IP Media Solutions). Un altro elemento determinante è riconducibile al lavoro che il broadcaster belga VRT e la European Broadcast Union stanno svolgendo nel progetto LiveIP: in primo luogo facendo funzionare l'IP e secondariamente dimostrando che fornitori diversi possono, di fatto, collaborare. Il progetto è un'iniziativa congiunta tra VRT, EBU e diversi partner tecnologici, che ha l'obiettivo di costruire e rendere operativo uno studio Tv live basato su infrastruttura IP e incentrato su sistemi IT. Oltre a conquistare cinque premi nel 2016, il progetto ha conseguito un importante successo nel produrre un concerto classico live-to-record in Belgio e nel diffondere live degli show per Ketnet, il canale di VRT per bambini. Non solo, la struttura è stata usata anche per lo studio Tv dell'Ibc di Amsterdam.
La reale diffusione dell'IP
Anche se cresce la fiducia nei confronti dell'IP, non stiamo assistendo a molte implementazioni di infrastrutture propriamente IP. Piuttosto, abbiamo visto progetti pseudo-IP, che hanno aggiunto qualche funzionalità IP a infrastrutture baseband, e per lo più soluzioni proprietarie, non basate su standard. Guardando avanti, il 2017 deve essere l'anno del vero dispiegamento dell'IP, soprattutto allorché molti broadcaster stanno pensando di costruire studi completamente nuovi nei prossimi anni e stanno pensando se costruire infrastrutture tradizionali o fare il salto verso nuovi sistemi IP. La rapida maturazione delle reti Fabric può aiutare i broadcaster a prendere le loro decisioni. Ritornando al 2003, quando sperimentammo la prima vera pietra miliare in termini di connettività WAN, furono lanciati i primi router IP capaci di gestire i flussi media in modo deterministico. Ora stiamo cercando di sfruttare sempre più l'expertise, la capacità e le risorse che i datacenter ad alto volume sono in grado di offrire. Stiamo ancora affrontando qualche sfida in termini di performance e scalabilità delle reti Fabric da una prospettiva broadcast ma se facciamo leva sulla conoscenza e l'esperienza del settore IT e pensiamo alle soluzioni COTS possiamo superare questi ostacoli. Per il 2017 sono già pianificati diversi lanci di Switch Fabric che ci consentiranno di fare significativi passi avanti verso quella scalabilità e quelle performance che porteranno davvero beneficio al settore broadcast. Con tante realtà che stanno pensando a realizzare ex novo infrastrutture IP, uno dei punti chiave che dovranno affrontare sarà proprio l'architettura di rete. Dobbiamo considerare l'IP "come l'IP" e non semplicemente guardare a esso come al sostituito dell'infrastruttura precedente. Dobbiamo guardare oltre i suoi iniziali vantaggi e pensare più a quello che una rete IP ci consente di fare, abbandonando il vecchio modo di agire e tracciando nuovi sentieri.
Guardare l'architettura di rete in modo nuovo
Valutando e rivalutando l'architettura di rete ci porremo delle domande. Come: "Dovremmo abbandonare il router video centrale"? La risposta semplice e più comunemente sentita è "Se ha funzionato per noi in passato, perchè cambiarlo?". Ma la risposta potrebbe essere "sì", specialmente se vogliamo sfruttare al meglio l'uso dell'architettura decentralizzata e la sua topologia Leaf-Spine, che offre controllo e performance più deterministici. Altri quesiti riguardano lo switching. Fino ad ora il punto centrale è sempre stato lo switching pulito e ultra-veloce. In un'architettura IP questo è probabile che abbia un prezzo ma... Ne abbiamo davvero bisogno? La grande maggioranza degli output nei router video per il broadcast non ha bisogno di essere perfettamente commutata. Anche se ci sono casi, come la programmazione live e la correzione colore, nei quali uno switching veloce e pulito è determinante, non è detto che esso sia sempre necessario. Quindi, questa consapevolezza ci consente di cambiare il modo in cui vediamo la rete.
La fusione tra LAN e WAN rivoluzionerà i flussi di lavoro
Uno dei più grandi vantaggi potenziali che può derivare dall'IP è la "fusione" tra rete LAN e WAN, ossia il dissolversi della distinzione tra gli studi e i campus, intesi come Local Area Networks, da un lato, e la contribuzione intesa come Wide Area Netowrks. Improvvisamente, il limite nella produzione live non è più la lunghezza di un cavo coassiale ma la latenza. Questo significa che gli equipaggiamenti e le persone operanti nella produzione live possono essere dislocati molto più distanti gli uni dagli altri, anche a centinaia di miglia, e che i flussi di produzione possono essere rivoluzionati: produzione remota e collaborazione remota diventano una realtà. Le sale regia possono ora essere usate per gestire più studi; gli studi regionali possono diventare estensioni delle strutture centrali; i mezzi possono essere condivisi più facilmente (virtualizzazione); le migliori risorse umane possono essere usate sulle stesse produzioni indipendentemente da dove esse si trovino. Questi vantaggi si possono davvero realizzare se le reti, specialmente quelle nelle strutture, sono progettate fin dall'inizio avendo in mente questo approccio: qui, ancora una volta, si tratta di discutere del futuro di un router centralizzato. Su questa trasformazione nei flussi di lavoro dobbiamo aspettarci diverse discussioni quest'anno.
Standard, 4K e virtualizzazione
Sicuramente il 2017 sarà anche l'anno in cui i trend di oggi e del passato si perfezioneranno. Parlando degli standard, l'SMPTE 2110 sarà ratificato alla fine dell'anno e non cambierà, molto probabilmente, in modo significativo rispetto alla proposizione attuale. Ci sarà comunque una forte attenzione su elementi associati all'SMPTE 2110 - come il lavoro che Networked Media Open Standards (NMOS) sta facendo sulla registrazione, il rilevamento e la connessione di dispositivi IP nello studio. Ci aspettiamo anche qualche discussione su come l'SMPTE 2110 comunicherà nell'ambiente WAN (Wide Area Network), ad esempio per supportare la produzione remota. Non possiamo poi completare la discussione sui trend e le prospettive senza citare il 4K. Questa risoluzione è in crescita ovunque, stimolata per lo più dai produttori di televisori. Ci sono ancora alcune sfide per i broadcaster - riguardo la delivery, ad esempio, perchè richiede una maggiore ampiezza di banda, o in considerazione di altri miglioramenti come l'HDR e i più elevati frame rate che possono offrire all'utente una visione di migliore qualità.
Un anno di svolta
Allorchè i broadcaster cercheranno di fare sempre di più usando sempre meno risorse e con budget limitati, la virtualizzazione diventerà in modo crescente un argomento di discussione. Stimolata dal progressivo spostamento verso l'IP, la virtualizzazione o la sostituzione di hardware fisico con soluzioni software che possono svolgere le stesse funzioni o consentire la condivisione di risorse snellirà le operazioni e le renderà più redditizie. Siamo ancora in una fase iniziale della realizzazione dei modi in cui la virtualizzazione cambierà il panorama del broadcast alla stregua di quanto già fatto nel settore IT. Nel 2017, quindi, si tratterà di capire il vero potenziale dell'IP e usarlo per la diffusione dei contenuti. Questo sarà l'anno nel quale cominciare a concentrarsi sulla fase finale del passaggio all'IP. Al momento sembra che stiamo pensando smpre più decisamente al prossimo passo da compiere. Ad ogni modo, con più fiducia e con una tecnologia che sempre più supporta l'IP, abbiamo bisogno di creare una strategia a lungo termine, così che i benefici dell'IP diventino più evidenti e semplici da conseguire.
Olivier Suard, Marketing Director di Nevion, società norvegese che da oltre 20 anni fornisce soluzioni per il trasporto dati, tra gli altri, a broadcaster e provider di telecomunicazioni.
Un settore senza soldi ( la Tv locale italiana ) non riesce a investire in nuove tecnologie; potete usare tutti i piu grandi “paroloni” e termini tecnici piu incomprensibili ma non si abbaglia nessuno …… e non lo si convince a nuove tecnologie . La Tv locale sente una sola canzone : come si fa a vendere piu pubblicita con minore sforzo