31 marzo: parte l’importante operazione dell’Anica

Il 31 marzo sarà il ‘D-day’ per cinema e audiovisivo? In quella data parte infatti la mitica “piattaforma di cinema online” progettata dall’Anica.

Dal 2011, quindi da tre anni, l'Anica, ovvero la confindustriale Associazione Nazionale Industrie Cinematografiche Audiovisive e Multimediali, aveva annunciato il progetto per una ambiziosa “piattaforma di cinema in rete”, sia streaming che download: era stato Angelo Barbagallo, Presidente della Sezione Produttori Cinematografici, a fine novembre 2011, ad annunciare la volontà dell'Associazione di agire in tal senso e di sviluppare un progetto ad hoc.

Pochi giorni, dopo Lamberto Mancini, allora Segretario Generale dell'Anica (ruolo assunto nel settembre 2013 da Silvio Maselli), dichiarava a Cinecittà News: “Anica è impegnata nella realizzazione di un nuovo portale, una sorta di negozio online che consenta la distribuzione di titoli italiani basata sul modello video on demand, acquistando la visione in streaming o il download del film. Siamo in trattative con più parti e debutteremo con migliaia di titoli”.

Nel luglio 2012, lo stesso Riccardo Tozzi, Presidente Anica, aveva dichiarato a “Nòva24” del quotidiano confindustriale:“Prevediamo di lanciare in autunno la nostra piattaforma di film online, e ne avremo alcune migliaia”.

Al di là della politica degli annunci, la questione sembra essere poi uscita di scena e della piattaforma giungevano notizie evanescenti. L'Anica ha voluto mantenere la massima riservatezza, evidentemente, oppure il progetto è molto più complesso ed ardito di quanto non si possa pensare...

Dal 2011, molta “acqua è passata sotto i ponti”, ma finalmente sembra che la piattaforma sia effettivamente pronta… al lancio.
Il giorno prescelto per la presentazione di “Anicaondemand” (progetto nato dalla volontà dell'Anica e di alcuni partner) - presso la sede dell'Anica di viale Regina Margherita Roma - è il 31 marzo 2014 (lunedì).

Piace qui ricordare che il 31 marzo è proprio il giorno in cui entrerà in vigore il tanto sospirato Regolamento Agcom sul diritto d'autore online. Che sia una coincidenza? Crediamo proprio di no.
Sembra piuttosto una strategia concertata… Sia l'uno (il Regolamento) che l'altro (la piattaforma) infatti mirano a contrastare la pirateria audiovisiva, seppure con tecniche differenti: l'Agcom, attraverso il Regolamento, agisce in modo più diretto e mirato “contro”, cioè in negativo, per reprimere le pratiche illecite; l'Anica, tramite la piattaforma, contribuisce “pro”, cioè in positivo, all'ampliamento dell'offerta legale, tassello fondamentale nel contrasto delle attività di streaming e downloading illegale.

In verità, in Italia esistono già servizi a pagamento per la visione di film e serie televisive: Chili Tv di Fastweb e Cubovision di Telecom Italia. Da qualche settimana, è arrivato sul mercato anche il servizio Infinity di Mediaset, che, ad un costo mensile di 10 euro offre oltre 5.000 titoli tra film e serie Tv. E qualcosa bolle anche nella pentola di Sky Italia, che a breve lancerà Sky Online.

Insomma, si potrebbe sostenere che c'è soltanto... l'imbarazzo della scelta. Ma il consumatore è realmente interessato? Non si scorge la “killer application” di questo mercato di fruizione.
Si tratta di settori di business che non sembra abbiano provocato risultanti entusiasmanti, ed una ragione c'è: le diffuse patologie nell'assetto del sistema audiovisivo italiano, tra derive oligopolistiche, dispersioni istituzionali, e soprattutto perdurante assenza di sostegni normativi per uno sviluppo equilibrato ed organico. Manca, in Italia, una vera “governance” del sistema audiovisivo.

Nulla ancora è trapelato sui dettagli della piattaforma Anica, se non che i servizi offerti saranno “à la carte”, e non in abbonamento.
Insomma arriva un nuovo player nell'arena competitiva degli “ott” (over-the-top): certamente piccolo, se confrontato a colossi come l'americano Netflix che, preannunciato per settembre, già terrorizza i “cugini” d'Oltralpe.

È evidente che l'arrivo del nuovo player online riapre l'annosa querelle sulle “finestre di distribuzione”, vivacemente alimentata nelle scorse settimane dalla decisione di Mediaset di mandare in chiaro in prima serata, a pochi giorni dalla vittoria a Los Angeles, il film premio Oscar di Paolo Sorrentino “La grande bellezza” (prodotto da Medusa). Proprio in quell'occasione, il Presidente dell'Anec (Associazione Nazionale Esercenti Cinema) Lionello Cerri ha ribadito l'esigenza di una legge (così come vige in Francia) che regoli le “finestre”, tanto più in un momento particolare come quello attuale, in cui l'arrivo delle piattaforme online rischia di cannibalizzare gran parte delle uscite, con un danno rilevante per il “box office”.

La questione delle “window” permane comunque controversa e non ci sembra che nel nostro Paese qualcuno l'abbia mai affrontata seriamente, con un adeguato apparato di ricerca e documentazione, teorica e sul campo. Ma così (non) si legifera in Italia...

(*) Responsabile di ricerca dell'Istituto italiano per l'Industria Culturale - IsICult (www.isicult.it)

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