L’Agcom presenta un corposo Libro Bianco su Media e minori e… nessuno sembra accorgersene! Nel mentre, impazza su Mtv Italia un programma-spazzatura come ‘Geordie Shore’.
Venerdì 24 gennaio 2014 è stato presentato presso l'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni un corposo tomo (ben 500 pagine) intitolato 'Libro Bianco Media e Minori', frutto di un ambizioso progetto di ricerca interdisciplinare (sociologia, pedagogia, giurisprudenza e statistica) avviato nel lontano 2009 (presidenza Calabrò, 2005-2012), che è stato affidato dall'Agcom al Censis.
Non si è trattato di un'iniziativa clandestina, perché l'evento era pubblico, il Presidente dell'Agcom ha manifestato i saluti di benvenuto, il panel era senza dubbio di buon livello e le agenzie stampa ne hanno dato discreta notizia.
Quel che appare semplicemente stupefacente è che l'iniziativa sia stata completamente ignorata da quotidiani e periodici. Unica eccezione il quotidiano della Conferenza Episcopale Italiana, l'eccellente 'Avvenire', che gli ha dedicato una pagina intera nell'edizione di sabato 25, con richiamo in bella evidenza anche in prima pagina.
Altrettanto quasi incredibile la rassegna web: pochissime le segnalazioni, e, tra queste, emergono quelle dell'Ucsi (Unione Stampa Cattolica Italiana), della Sir (l'agenzia stampa della Cei) e di Radio Vaticana... La Chiesa Cattolica ultimo (ed unico) baluardo contro la degenerazione mediale?!? Spiace osservare l'assoluta insensibilità dei laici e non credenti.
Non abbiamo ancora avuto chance di leggere il volume, ma lo abbiamo sfogliato. Potremmo, da ricercatori prima che da giornalisti, osservare alcune criticità. A prima vista: (a.) manca un 'executive summary' o comunque una lettura critica sintetica dei risultati della ricerca; (b.) gran parte dei dati si fermano all'anno 2010, e siamo di grazia nell'anno 2014: perché Agcom ha licenziato soltanto ora questo rapporto di ricerca, che appare già superato alla sua pubblicazione?!; (c.) gli apparati statistici sono abbondanti ma non efficacemente visualizzati e si sente proprio la mancanza di schemi di sintesi e di rappresentazioni grafiche; (d.) forse troppa attenzione è stata affidata ad indagini demoscopiche (che Censis ha subappaltato a Swg), anch'esse vecchiotte, dato che risalgono all'ottobre 2010-febbraio 2011 (tre anni fa!)... Eccetera.
Rimandiamo però un'analisi accurata, che potremo elaborare soltanto dopo che avremo ben metabolizzato lo studio. A naso, crediamo anche che si tratti di una ricerca che ha beneficiato di un bel budget: in barba alle conclamate dichiarazioni di trasparenza della pubblica amministrazione, sul sito dell'Agcom non v'è traccia del budget assegnato a questo progetto di ricerca, ma immaginiamo si tratti di un qualche centinaio di migliaia di euro di danari pubblici... Siamo lieti (e finanche benevolmente invidiosi) per i colleghi del Censis. Ma, in fondo, 'cui prodest' questa ricerca?!
E perché Agcom ha pubblicato soltanto nel 2014 questo studio, che fotografa una situazione ferma al 2010?!
Quel che qui intendiamo comunque soprattutto segnalare, lamentare, denunciare è l'incredibile assenza di sensibilità manifestata dai media stessi: vogliamo attribuire la responsabilità all'ufficio stampa dell'Agcom?! Sarebbe ingiusto, oltre che scorretto. Ed allora emerge la nudità dell'imperatore: ai media italiani, di questa tematica (il rapporto con i minori), interessa poco, assai poco, anzi forse niente.
Siamo abituati, da decenni ormai, a flussi televisivi che si caratterizzano per contenuti inverecondi, volgari, 'trash'.
La sensibilità istituzionale è sempre stata modesta. Per ascoltare qualche campanello di allarme, si deve volgere le orecchie verso soggetti appassionati e qualificati, ma in qualche modo 'di parte', e comunque per lo più inascoltati, come il Moige (Movimento Italiano Genitori) o l'Aiart (Associazione Spettatori Cattolici). Dalle parti dell'Agcom, silenzio assordante, anzi tombale, anche grazie al ruolo soporifero ed inesistente cui è stato costretto (chissà per quali ragioni...) o si è autocostretto (chissà per quali ragioni...) il suo organo ausiliare, il Consiglio Nazionale degli Utenti: se esiste, batta un colpo il Cnu, di grazia! Ricordiamo ancora le ardite ed indimenticate battaglie del compianto Paolo Bafile, quando ne era Vice Presidente.
Naturale sorge il sospetto: che l'Autorità abbia licenziato questa monumentale ricerca giustappunto per apporre una pietra tombale sulla delicatissima vicenda, e quindi liberarsi l'anima da ogni senso di responsabilità (anzi questa volta va scritto di colpa)?!
Non è prassi rara, nella disastrata Italia, promuovere... ricerche e studi, giustappunto per liberarsi l'anima, “à la Ponzio Pilato”. Un po' come promuovere comitati di studio, tavoli tecnici, e commissioni di varia natura. Fanno parte di questa coreografia i 'codici di condotta', le 'carte dei doveri', gli 'ordini del giorno' di Parlamento e... Ordine dei Giornalisti, eccetera.
E ce ne sono ahinoi di istituti di ricerca ben disponibili a lasciarsi eterodirigere dalle comode esigenze del committente.
Si producono centinaia e centinaia di pagine di più o meno dotte elucubrazioni. Fanno bibliografia, divengono libri che nemmeno arrivano sul mercato editoriale, magari vengono utilizzati da qualche accademico per percorsi carrieristici all'interno delle logiche baronali dell'italica università... In sostanza, si tratta di ricerche che restano chiuse in polverose biblioteche e oscuri archivi ministeriali. E, nel mentre, tutto resta come prima.
La stessa Rai trasmette spesso contenuti che sono semplicemente inqualificabili, se osservati da un minimo di buon senso 'genitoriale'. Basti pensare alla overdose di fiction americana cruenta, disturbata e disturbante, certamente patogena, anche in prima serata.
Le 'fasce protette' sono un¹illusione semantica, anzi un vero e proprio imbroglio normativo-regolamentare.
Già abbiamo avuto occasione di denunciare, anche sulle colonne di 'Millecanali', quel che trasmettono poi emittenti 'minori', ma ben presenti nella fruizione giovanile: punta dell'iceberg è il programma pornografico (culturalmente pornografico: la pornografia va ben oltre la mera esibizione di corpi nudi) 'Geordie Shore' in onda su Mtv Italia, che sta mettendo in onda in queste settimane la quinta stagione dell'ignobile lurido inqualificabile 'reality show' britannico (adattato da un format Usa). I valori (...) veicolati da questo programma sono spazzatura allo stato puro: al confronto, un film medio di Vanzina appare come una raffinata commedia francese.
Si tratta di programmi che come ha scritto con efficacia l¹'x Commissario Agcom Nicola D'Angelo sulla versione web de 'il Fatto Quotidiano' il 9 gennaio semplicemente rappresentano “un vero e proprio scempio della dignità umana”. Va segnalato en passant che la deriva trash di Mtv Italia s'è aggravata negli ultimi mesi e non è certamente un effetto casuale del passaggio di proprietà di Mtv Italia in mani completamente americane (si ricorda che nel luglio 2013 il gruppo statunitense Viacom, che prima deteneva solo il 49% dell'emittente, ha rilevato il restante 51% da Telecom Italia).
E l¹Agcom che sta facendo? Dormicchia, si affida al Cnu, e, nel mentre, però, produce una... corposa ricerca. Appunto.
In questo scenario sconfortante, una qualche speranza si nutre nei confronti del redivivo Comitato Media e Minori, che, insediatosi nell¹ottobre 2013, presieduto dal giovane e brillante Maurizio Mensi, sembra rivitalizzato e pugnace (lascia ben sperare, anche a seguito dell'audizione del Comitato di fronte alle Commissioni riunite Cultura e Trasporti della Camera, l'8 gennaio), interpretando in modo non dormiente il Codice di Autoregolamentazione Tv e Minori, firmato dai broadcaster stessi. Il Comitato di Mensi ha inviato a Canale 5 'ingiunzioni' ad adeguarsi a quanto il Codice prevede, rispetto alla porno-domenica della D'Urso su Canale 5, così come a Mtv Italia, rispetto a programmi come il vergognoso 'Geordie Shore' (appunto) e 'Jersey Shore' e 'Gandia Shore' (variazioni sul tema... merda televisiva: non siamo moralisti, ma questo è!).
Attendiamo però di vedere i risultati concreti nei palinsesti, perché grande è lo scetticismo sulle dinamiche di autoregolamentazione, in un Paese tendenzialmente consociativo qual è l'Italia. Ricordiamo che qualche mese fa il Presidente dell'Aiart, Luca Borgomeo, ha rassegnato le dimissioni dalla presidenza del Cnu, in polemica dura con l'Agcom, da lui definita 'forte coi deboli e debole coi forti'. Ha dichiarato il 27 gennaio Borgomeo: “È bene non farsi illusioni! il Libro Bianco Media e Minori non avrà effetti significativi sulla tutela dei minori utenti dei media. Manca, come l'esperienza insegna e come dimostra la quotidiana visione di molti programmi televisivi, la volontà di intervenire efficacemente e soprattutto l'autonomia nel giudicare, da parte di un'Autorità che tutela più le emittenti che i cittadini-utenti”.
Ci auguriamo di non dover dar ragione a Borgomeo, tra qualche mese.
Per la cronaca, hanno partecipato alla presentazione del Libro Bianco Agcom, il 24 gennaio: il Presidente Agcom Angelo Marcello Cardani, il Vice Presidente emerito della Corte Costituzionale Enzo Cheli (peraltro già Presidente Agcom dal 1998 al 2005), il Garante Nazionale per l'Infanzia e l'Adolescenza Vincenzo Spadafora, il Presidente del Comitato Media e Minori Maurizio Mensi, la Presidente del Consiglio Nazionale degli Utenti Angela Nava Mambretti, il Capo Dipartimento per le Politiche della Famiglia della Presidenza del Consiglio Caterina Cittadini, il Direttore Generale di Save The Children Valerio Neri. Senza dimenticare i due condirettori del Libro Bianco: Elisa Manna del Censis (peraltro componente del Consiglio Nazionale degli Utenti e quindi del Comitato Media e Minori: vedi supra) e Giulio Votano dell'Agcom (Responsabile Ufficio Obblighi dei Servizi di Media Audiovisivi e Radiofonici). Un panel qualificato, indubbiamente. Ignorato completamente dai... media!
(*) Angelo Zaccone Teodosi è Presidente dell¹Istituto italiano per l¹Industria Culturale IsICult (www.isicult.it) e curatore della rubrica Osservatorio IsICult Millecanali su 'Millecanali'.