A Taranto si è spenta una voce

In silenzio ha chiuso le trasmissioni a Taranto un’importante stazione locale: Publiradio Network. Claudio Frascella ne era stato protagonista per molti anni e con lui un bel gruppo di ‘animatori e giornalisti’.

Da alcune settimane non trasmette più a Taranto Publiradio Network, notissima e importante emittente locale con trentadue anni di presenza nell'etere locale (non solo nella “Città dei due mari” ma anche a Brindisi e Lecce; una decina di anni fa perfino a Bari) e molti molti successi. Le trasmissioni sono cessate in sordina il 31 maggio scorso e non si può dire che sia stata una sorpresa assoluta, perché già in precedenza c'erano stati alcuni segnali delle difficoltà dell'emittente, il cui personale era stato posto in cassa integrazione, prima 'in deroga' e poi 'a zero ore'.

Ben poco però è uscito sulla stampa locale in proposito. Solo qualche settimana prima della chiusura una nota inviata ai giornali da Giovanni Diricatti, segretario Generale della FISTeL - CISL di Taranto, avvertiva che c'erano problemi a “Publiradio, pochi dipendenti, ma una popolarità enorme. Da mesi anche “la voce più importante della città” balbetta. Non nelle professionalità, perché il personale ogni giorno si fa in quattro per portare avanti un'attività della quale fanno parte da decenni. All'esterno, merito di professionisti dell'etere, speaker e fonici, nessuno avverte quel disagio invece accusato in privato dai dipendenti. Siamo al “buon viso a cattivo gioco”. Voci e scalette, dj e notizie, continuano nel loro mestiere informativo. Sorridono un po' meno, ma sorridono.
I “ragazzi” sono in cig, acronimo di cassa integrazione, secondo le solite, preoccupanti leggende metropolitane, anticamera del licenziamento.
Nonostante uno strumento di comunicazione fra le mani, radiogiornali quotidiani, dalle frequenze di Publiradio non scaturisce alcuna notizia sul grave momento attraversato da una delle emittenti pugliesi più rappresentative…
Evitando di fare di professionisti delle vittime, perché altrimenti questa lettera l'avrebbero scritta gli stessi interessati, penso sia giunto il momento che anche la città sappia: da un momento all'altro, oltre ad altri posti di lavoro, potrebbe perdere altre, invidiosissime professionalità”.

Ed è proprio quel che alla fine si è verificato, ancora in un'atmosfera di preoccupante silenzio.
Eppure la Radio era davvero importante. Ne avevano parlato in più occasioni sia su Millecanali che su questo sito. Per esempio, avevamo celebrato, qualche tempo fa, i 'trent'anni suonati' di Publiradio così:

«Prima antenna a sponsorizzare una squadra di calcio (Taranto, 1983-84). Centinaia di migliaia di ascoltatori, dal "Network" a "Solo Musica Italiana". Una storia fatta di musica e presenza sul territorio. Uno slogan che ha fatto epoca: "la voce più importante della tua città".
Trent'anni suonati. Oggi, venerdì 5 giugno, Publiradio di Taranto spegne trenta candeline in un soffio. Un marchio diventato negli anni un riferimento per gli appassionati di musica e per quanti sono interessati all'informazione supera brillantemente "a braccia alzate" un altro traguardo di prestigio.
Strumento di promozione di numerose aziende, nazionali e locali, e attività commerciali presenti sul territorio, Publiradio Network (99,200 MHz) e Publiradio Solo Musica Italiana (95.500 MHz) fin dal primo segnale si sono ritagliate uno spazio importante fra le emittenti private più autorevoli del Sud. Un successo in costante crescita, nonostante negli ultimi anni sulle Radio locali si siano abbattuti colossi come Rai e network nazionali. E, come se non bastasse, il progresso nel campo della comunicazione ha creato novità come internet, web radio e i-pod.
Il brand Publiradio ha però resistito a qualsiasi moda, attestandosi anzi, per numero di contatti e ascolti di qualità, ai vertici della radiofonia nazionale. Un target raggiunto con una programmazione snella, rivolta a un pubblico "nonsologiovane", e una programmazione a base di anteprime e novità discografiche: italiane e straniere, risultato di una perfetta sintonia con tutte le major discografiche, nessuna esclusa, operanti in Italia…
La prima pagina di Publiradio venne scritta trent'anni fa, il 5 giugno del '79. Il progetto venne siglato dai fratelli Cardamone: Gaspare, Giancarlo e Annamaria. Subito quattro frequenze: primo, secondo, terzo e quarto programma. Musica per tutti i gusti per spaccare i giochi di programmazioni che in quel momento troppo concedevano a rock e house. Publiradio superò a pieni voti gli esami per diventare network.
Con questa stessa filosofia aziendale le due Radio del Gruppo Cardamone proseguono nel loro comodo viaggio verso altri successi. Uno degli slogan più popolari, "la voce della tua città", è anche l'assist a una Radio che "parla": informazione e intrattenimento surclassano Radio che hanno già il fiato corto.
Tra i vari programmi, vogliamo ricordare quello in onda dalle 9.00 alle 13.00, 'Cellophane', condotto da un altro personaggio intramontabile dell'emittente, l'amico Claudio Frascella».

Delle due Radio una è rimasta, per la verità, ed è Publiradio Solo Musica Italiana (95.500), solo per la provincia di Taranto, e accanto a lei, sempre nel gruppo Cardamone, ci sono ancora in piena attività Studio 100 Radio e Radio Taranto Stereo, più le emittenti televisive (soprattutto Studio 100 Tv) via etere e via satellite.
Ma manca adesso quella che era un po' la 'punta di diamante' in Fm, Publiradio Network, la cui frequenza storica locale, i 99.200 è adesso occupata dalla salentina Radio Voice (che di PN occupa anche le altre frequenze salentine).

“Il mio ultimo programma, lo storico "Cellophane", dalle 9.00 alle 13.00, tutti i giorni, é andato in onda martedì 31 maggio - ci ha confermato Claudio Frascella (molto amareggiato ma combattivo) - . Il mio saluto è stato un semplice: 'Grazie per avermi seguito fin qui, alla prossima...'”.

Professionista del microfono fino alla fine, ma anche giornalista e autore di libri (si veda la recensione apparsa su 'Millecanali' pochi mesi fa), ora Frascella non si preclude nessuna strada per il futuro. Intanto però una lunga e bella fase si è chiusa e in Fm manca una voce importante. Un'altra, verrebbe da dire, perché anche altre dolorose chiusure ci sono state in questi anni, in tutta Italia, nella Modulazione di Frequenza. Spesso, purtroppo, come in questo caso, in un apparente disinteresse generale che rattrista ancor di più.

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