Senza stipendio da mesi, i lavoratori delle Tv bolognesi Telesanterno e Telecentro (il gruppo comprende anche la ferrarese Telestense, dove la situazione sembra un po’ migliore) hanno scioperato per tutta la giornata di mercoledì 11 gennaio. L’assemblea dei dipendenti di Gtv, Sct engineering e Publivideo2 aveva proclamato lo stato di agitazione e indetto lo sciopero denunciando “una situazione non uniforme nei pagamenti”; rimarrebbero infatti “ancora da versare gli stipendi di settembre, ottobre, novembre e la tredicesima”, mentre tra pochi giorni andrà in pagamento anche dicembre. Alcuni dipendenti non avrebbero ancora avuto il saldo dello stipendio di agosto 2016.
Sempre secondo il comunicato sindacale diffuso, «i lavoratori hanno atteso fiduciosi e pazienti tutto questo tempo, confidando che entro la fine dell’anno si sarebbero risolti i problemi di liquidità, anche alla luce dei contributi pubblici in arrivo e della rottamazione delle frequenze radiofoniche, ma purtroppo ciò non è accaduto, costringendo i lavoratori ad una situazione di difficoltà non più procrastinabile».
Ben più preoccupante però la situazione che si prospetta nel gruppo pluri-regionale Telecity-Radio City, molto ben radicato in Piemonte e Lombardia, oltre che in Liguria.
L’editore di Telecity, Telestar e Radiocity in un incontro ad Assago ha infatti anticipato la volontà di avviare le procedure di licenziamento collettivo per ben 60/70 dipendenti, ovvero quasi la metà della forza lavoro attuale, oltre alla chiusura di almeno una sede regionale (attualmente i lavoratori sono sparsi fra Milano, Torino, Genova, Alessandria e Castelletto d’Orba, da dove tutto era partito la bellezza di quarant’anni fa).
Slc-Cgil, la Rsu, l’Associazione Ligure dei Giornalisti e Stampa Subalpina hanno contestato le decisioni annunciate, sostenendo che l’azienda ha ancora lo spazio per poter proseguire con gli ammortizzatori sociali. Inoltre le organizzazioni sindacali hanno chiesto chiarezza sul piano industriale futuro e sulla gestione dell’azienda stessa. Le preoccupazioni del sindacato riguardano anche la tempistica, dal momento che la misura traumatica annunciata garantirebbe tuttavia solo 6 mesi di sopravvivenza, legati all’impegno temporaneo della concessionaria di pubblicità nella trasmissione ‘Diretta Stadio’ su 7 Gold.
Dal 2012 i dipendenti dell’azienda hanno accettato gli ammortizzatori sociali, acconsentendo anche a tagli elevati sullo stipendio. Le organizzazioni sindacali ritengono inaccettabili le misure prospettate dall’azienda e per questo annunciano la mobilitazione dei dipendenti e tutte le iniziative finalizzate alla tutela dell’attuale livello occupazionale e al potenziamento del prodotto editoriale.