Ecco l’articolo di Clara Caroli sul Cineporto apparso su ‘Repubblica’: «Michele Placido (è) uno dei primi registi che con la sua troupe occuperanno gli spazi del Cineporto, la “casa dei produttori” della Film Commission, inaugurata sulle rive della Dora, ennesimo miracolo di architettura post-industriale nato nell’area di un ex cotonificio. Con il regista di ‘Romanzo criminale’, che ha intenzione di ambientare in Piemonte il suo prossimo film, c’era il gotha dei produttori cinetelevisivi italian…
Ecco l'articolo di Clara Caroli sul Cineporto apparso su 'Repubblica':
«Michele Placido (è) uno dei primi registi che con la sua troupe occuperanno gli spazi del Cineporto, la "casa dei produttori" della Film Commission, inaugurata sulle rive della Dora, ennesimo miracolo di architettura post-industriale nato nell'area di un ex cotonificio. Con il regista di 'Romanzo criminale', che ha intenzione di ambientare in Piemonte il suo prossimo film, c'era il gotha dei produttori cinetelevisivi italiani, al taglio del nastro, con il presidente di Fc, Steve Della Casa e la presidente della Regione Mercedes Bresso, che ha finanziato con il Comune di Torino questo cantiere "monstre" durato cinque anni e costato otto milioni e mezzo di euro. Il progetto è firmato dallo studio di architetti Baietto-Battiato-Bianco, che dal 2003 ha combattuto per salvare dalla demolizione l'immenso edificio della fabbrica Colongo (9mila e 400 metri quadrati, di cui oltre 7mila coperti) grande come un isolato.
Non è una Cinecittà, non sono studios. «Qui non si gira, questo è un posto di uffici e servizi», precisa Della Casa, che si appresta ad accogliere i futuri clienti del Cineporto. Cinque "moduli" per altrettante produzioni, uffici, laboratori di scenografia, sartorie, lavanderie, sale prova e sale casting, un ristorante e una sala proiezione per i "giornalieri" che a primavera dovrebbe essere aperta anche al pubblico con programmazione "fuori orario" (corti e documentari indipendenti senza distribuzione). Una scatola modulare ed efficientissima, una sfida tecnologica ed economica. «Il costo di gestione è di 400mila euro l'anno -- dice il presidente di Fc - . Una cifra che copriamo quasi interamente con gli affitti».
Il Cineporto, il primo d'Italia, conferma Torino nel ruolo di seconda capitale del cinema, con un "sistema" che conta sulla più attiva tra le Film Commission regionali, capace di attirare un numero sempre crescente di produzioni, dal cinema d'autore alla Tv più popolare, sul Museo del Cinema, con la vetrina di ricerca del Torino Film Festival, alla direzione del quale a Nanni Moretti è succeduto pochi giorni fa Gianni Amelio, e sul versante tecnologico sul Virtual & Reality Multimedia Park, "parco" della post-produzione e degli effetti speciali».