Il Gruppo Mediaset e il Coordinamento dei Comitati di Redazione hanno firmato un accordo per garantire una regolamentazione al diritto di sciopero, nonché il diritto all’informazione al pubblico.
Il Gruppo Mediaset e il Coordinamento dei Comitati di Redazione hanno espresso la loro soddisfazione per l'accordo recentemente firmato in tema di diritti sindacali, intesa che proietta l'informazione della Televisione Commerciale nell'area del servizio per il pubblico.
L'accordo prevede in sostanza un equilibrato e reciproco sistema di garanzie e di strumenti e garantisce una regolamentazione dell'esercizio dei diritti sindacali, in particolare del diritto di sciopero, tutelando, in occasione di sciopero dei giornalisti, il diritto dei telespettatori ad essere informati, pur senza vanificare le ragioni e le modalità della protesta sindacale.
In sintesi, in occasione di uno sciopero esiste l'impegno di entrambe le parti a realizzare, nella giornata, due notiziari in forma ridotta, di durata non superiore ai dieci minuti, nei quali verrà letto un comunicato dei giornalisti sulle motivazioni della protesta sindacale. L'azienda si impegna a non attivare iniziative per vanificare lo sciopero, quali il ricorso a personale non giornalistico o la modifica dei turni di lavoro. Lo sciopero avrà un preavviso di tre giorni e un intervallo di sette giorni tra uno sciopero e un altro.
Affinché scattino queste misure "di garanzia", sarà necessario che allo sciopero aderisca almeno la metà più uno dei giornalisti previsti in turno per la giornata. L'accordo inoltre prevede e codifica anche altre forme di agitazione sindacale, come l'astensione da parte dei giornalisti, dal prestare la propria immagine e le propria voce a commento dei servizi.
In quest'ultimo caso, di sciopero audio-video, l'Azienda opererà una trattenuta del 20 per cento dalla retribuzione giornaliera e l'importo corrispondente sarà devoluto in beneficenza a organizzazioni senza scopo di lucro, scelte congiuntamente da sindacato e azienda, iniziativa del tutto nuova e, probabilmente, senza precedenti nell'editoria italiana.