Addio a Gigi Vesigna

Inventore del giornalismo radiotelevisivo, dagli esordi come cinefilo per un periodico delle edizioni Paoline, passando per Teletutto della Mondadori, fino ad arrivare nel 1967 a ‘Tv Sorrisi e Canzoni’, giornale che diresse dal 1973 al 1994, ventun anni, il direttore più longevo del settimanale, che riuscì a fare diventare il più venduto in Italia. Gli ultimi anni da free lance, mai disoccupato un minuto. Se n’è andato un maestro di giornalismo, un amico, per me anche un secondo padre.

Luigi Vesigna era nato a Milano l’8 febbraio 1932, figlio di Otello, industriale spezzino e di Margherita, una maestra di Andria (Bari), trasferitisi nel capoluogo lombardo per lavoro. I primi contatti con il mondo dello spettacolo Gigi li ha fin da bimbo poiché la mamma Margherita era amica di Enza, anch’essa maestra elementare, che sposerà il maresciallo di pubblica sicurezza Carmelo Annichiarico, i due daranno alla luce Walter Chiari, futuro attore ed amico d’infanzia di Gigi.

Nel dopoguerra papà Otello apre una piccola azienda che produce strumentazioni per la tv che stava per nascere con le sue prime trasmissioni sperimentali. Ancora una volta il caso… Gigi frequenta il mitico Liceo Parini di Milano, fra i suoi compagni di classe c’è Galtrucco (poi noto imprenditore nel settore dell’abbigliamento), sempre al Parini Gigi conosce Fiorella, sua futura moglie, ed inizia a scrivere i primi articoli sul giornalino del liceo, ‘La Zanzara’.

In casa Vesigna arriva subito la televisione, per via dell’attività del padre, quando ancora è sperimentale e quando gli italiani ancora la guardavano al bar. Vesigna inizia a scrivere recensioni cinematografiche durante gli anni universitari per Famiglia Mese, inserto mensile di Famiglia Cristiana, quindi viene assunto da Settimana Radio Tv, nel 1961 diventa giornalista professionista, stringe amicizia e segue i primi passi artistici di Mina, Giorgio Gaber, Adriano Celentano, Lucio Battisti, Gigliola Cinquetti, conosce questi artisti, ne intuisce le potenzialità e nascono amicizie inossidabili e anche quando molti di questi artisti, ormai star, sceglieranno il silenzio, continueranno a parlare con l’amico Gigi. Assunto dalla Mondadori a Teletutto, inizia a seguire come inviato il Festival di Sanremo: Da questo momento Gigi seguirà il Festival come inviato prima, come direttore poi, e del Festival della Canzone italiana sarà il massimo conoscitore, arrivando ad indovinare, quasi sempre, i nomi dei vincitori con congruo anticipo.

Gigi è stato l’unico giornalista ad avere seguito tutte le edizioni del Festival in diversi ruoli: ascoltatore, telespettatore, inviato, “negro” di Mike Bongiorno (era lui a scrivere i testi per il conduttore che introduceva i cantanti raccontando brevemente le trame delle canzoni), membro della Commissione Selezionatrice, conduttore di alcuni Dopofestival, fino alle ultime edizioni che seguiva “comodamente da casa” come opinionista.

Dopo la decisione mondadoriana di fondere Teletutto con Bolero Film, nel 1967 inizia a lavorare per Tv Sorrisi e Canzoni come giornalista e sposta il baricentro sulla Televisione (fino a quel momento Sorrisi era stato una sorta di Novella 2000 dei cantanti), Vesigna instaura ottimi rapporti con personaggi televisivi, sportivi e con i divi di ogni settore, nonché con chiunque fa attualità. 
Nel 1973, dopo oltre sei anni da inviato speciale, viene nominato direttore di Tv Sorrisi e Canzoni, e detta quale condizione (non aveva intenzione di fare il direttore perché si divertiva troppo a fare l’inviato, mi aveva confidato molti anni dopo) quella di trasferire la sede centrale a Milano. Gigi intuisce infatti che il futuro sarebbe stato delle radio e delle tv private e che la rivoluzione sarebbe partita da Milano.

In breve tempo il neo direttore riesce a portare il giornale ad uno strepitoso successo di vendite, mai battuto finora in Italia. La prima rivoluzione dell’era vesignana è quella del giornale, finora in bianco e nero e con la sola copertina a colori, interamente stampato a colori (quando anche la Tv era ancora in bianco e nero).

Azionista di Sorrisi con gli storici editori Campi negli anni ’70 era anche il gruppo Rizzoli: Vesigna chiede carta bianca ai suoi editori (così sarà anche con Berlusconi) rispondendo solo sulle vendite. Nel 1973 provocatoriamente pubblica il palinsesto di Telebiella e di altre Tv via cavo a fianco di quello dei due canali Rai, inizialmente il Radiocorriere Tv, settimanale della Rai, gli altri settimanali e quotidiani non gradiscono e ignorano le Tv via cavo, le Radio libere e le prime Tv private. Non contento si inventa il Radio Orario (presentazione delle varie Radio locali italiane e pubblicazione dei loro palinsesti) e l’inserto delle Tv locali che pubblica settimanalmente su Sorrisi. Sue anche le idee di pubblicare le date di nascita dei vip, sempre imitato successivamente da tutti gli altri giornali, suo il Telegatto, e poi Vota la voce, la Superclassifica dei dischi più venduti della settimana, inizialmente all’interno di Sorrisi e poi anche programma televisivo condotto da Maurizio Seymandi e prodotto da Pino Callà, amici e sodali di una vita.

Nel 1984 Sorrisi viene acquistato da Silvio Berlusconi (che Vesigna aveva conosciuto in tribuna numerata quando erano entrambi solo tifosi del Milan), Vesigna crea Telepiù (piccolo settimanale radiotelevisivo, fratello minore di Sorrisi), Tutto (rivista musicale giovanile), Ciak (rivista di cinema), e rilancia Forza Milan. Vesigna crea anche molti concorsi per i lettori, è lui ad inventare i primi sondaggi televisivi, ad avere sempre un filo diretto con i lettori-telespettatori, come direttore riesce ad intervistare personaggi come Sandro Pertini, Papa Wojtla, Francesco Cossiga, Madonna e riesce a far collaborare con Sorrisi Mina che era assente dalle scene da qualche anno.

Vesigna è stato l'unico giornalista al mondo a dirigere quattro testate contemporaneamente, Tv Sorrisi e Canzoni, Noi, Ciak e Forza Milan, e la seconda e la terza le ha pure fondate. È stato l'unico direttore d'Europa a prendere in mano a 653.000 copie (nel 1973) un settimanale specializzato, Tv Sorrisi e Canzoni appunto, e a lasciarlo a 2.940.000 (nel 1994), “ma una volta abbiamo venduto anche di più, perché ho il ticchio della cabala e ne feci tirare 3.333.333 esemplari…”.

Negli anni ’80 e nella prima metà degli anni ’90 nel mondo dello spettacolo “non si muove foglia che Vesigna non voglia”. Molti sono gli aneddoti che potrei raccontare: nel 1982, alla vigilia del Festival di Sanremo, Vesigna azzarda una copertina dedicata a Riccardo Fogli che pochi giorni dopo vincerà il Festival, era già successo l’anno prima con Alice, ma con Fogli succede il finimondo. Nelle edizioni successive, per evitare polemiche, Vesigna decide una copertina con l’intero cast dei Big, anche se il nome del vincitore, salvo rarissime eccezioni, l’ha sempre conosciuto in anticipo, una delle doti che mi ha trasmesso: indovinare con congruo anticipo i vincitori del Festival.

Nel 1994 paradossalmente, Vesigna lascia la direzione di Sorrisi, che aveva da oltre vent’anni (il direttore più longevo del settimanale, dal 1973 al 1994 per la precisione) proprio quando inizia l’avventura politica di Forza Italia, paradossalmente perché parte delle fortune politiche del primo Berlusconi popolare fra “a ggente” sono attribuibili a Gigi Vesigna e a Gianfranco Funari. Hanno fatto molto di più Vesigna e Sorrisi che altre testate politiche, quotidiane e settimanali. Per Vesigna si parla subito della Presidenza della Rai, della direzione del Tv Radiocorriere, ma non se ne farà nulla, a causa della sua amicizia con Silvio Berlusconi.

A proporre Vesigna Presidente della Rai fu Renzo Arbore, Berlusconi invece gli proposte la direzione di un quotidiano nazionale politico, ma Gigi mi confidò di essere stanco, che avrebbe continuare a fare il giornalista in trincea e non il giornalista a contatto con il marketing, con la pubblicità, che si stavano impossessando dei gangli vitali dei giornali.

Dal 1994 fino agli ultimi suoi giorni di vita Vesigna ha fatto il battitore libero per diverse testate alternative e anche con i nuovi media. Nel 1995 diresse Il Telegiornale, quotidiano stile Sorrisi, un’idea originale per l’Italia. Ma Il Telegiornale dura solo 33 giorni. Da allora Vesigna farà l’editorialista per Famiglia Cristiana prima e poi Oggi. Dal 1995 fino all’anno scorso Vesigna è stato fra gli organizzatori (e presidente della giuria) del Premio Regia Televisiva organizzato da Daniele Piombi e dalla Rai, disarcionato dai Telegatti (un’altra sua creatura).

Ricordo poi le ore che ho passato nell’archivio di Sorrisi, è stato Gigi a consigliarmi di specializzarmi nel settore dal quale ero partito (quello delle Radio e delle tìTv locali) un settore che ha ben pochi esperti e del quale ancor oggi mi occupo prevalentemente. Dal 1994 non solo un maestro ma anche un amico, una sorta di secondo padre.

Nel 2006 un’idea a dir poco rivoluzionaria, poi cambiata strada facendo. Creare un sito di servizio per le tv locali italiane pubblicandone le storia e i palinsesti storici ed attuali; nacque così www.storiaradiotv.it frutto delle mie ricerche storiche sulla radiofonia privata locale e dei ricordi di Gigi, Maurizio Seymandi, Pino Callà e miei sulle Tv locali.

Sempre nel 2006 ebbi l’onore di invitarlo a Millecanali per una visita alla nostra redazione.

Con Gigi continuai a vedermi, ad ascoltare sempre i suoi preziosi consigli, ci si vedeva da amici e da colleghi, diverse sono state ogni anno le sue ospitate nei miei programmi radiofonici ‘L’angolo della scuola’, ‘Perché Sanremo è Sanremo’, ‘Cantando Sanremo’ e ‘Stile italiano’.

Vesigna è stato un grande maestro di giornalismo, uno dei più grandi direttori italiani del dopoguerra, e ha contribuito alla formazione di ben tre generazioni di giornalisti: da quella di Maurizio Seymandi e del compianto Giorgio Lazzarini, a quella di altri ancora oggi in forza a Sorrisi e su altre testate nazionali, fino alla mia e a quella di Mario Furlan.

Gigi Vesigna è morto il 28 febbraio 2015, la notizia è stata diffusa dalla famiglia a funerali avvenuti. Ho passato un’intera giornata basito ed affranto dal dolore, al telefono con giornalisti, attori, cantanti, editori, persone famose e non che l’avevano conosciuto. Una parte della mia vita professionale, ma anche amicale, se ne è andata. I suoi ammaestramenti, la sua signorilità, il suo essere perbene, resteranno in me indelebili.

Con le lacrime agli occhi e un groppo alla gola ricordo le nostre ultime due telefonate una in occasione della serata finale del Festival di Sanremo (anche in quell'occasione avevamo indovinato i vincitori con congruo anticipo) e l'ultima allorquando mi diede l'ennesimo parere sul corso di Radio organizzato da Guido Monti, Alex Peroni ed altri dj, e l'ultimo consiglio paterno sul nuovo format radiofonico che sto per iniziare.

Se ne è andato uno degli ultimi galantuomini, il “grande vecchio” del giornalismo dello spettacolo italiano lontano dal gossip, dal becerismo e del piattume che oggi imperano, un mondo di “pochi galantuomini e tanti filibustieri” come diceva lui usando termini forse arcaici ma veri.

Massimo Emanuelli, Mauro Roffi e la redazione di Millecanali si stringono intorno alla moglie Fiorella, alla figlia Cristina e agli altri famigliari nel dolore per la scomparsa dell’amico e collega.

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