Molti lo ricordano per la camminata sui carboni ardenti a “Domenica in”, ma Mino Damato è stato soprattutto un giornalista televisivo, inviato di guerra, che ha realizzato ottimi reportage sulle zone calde del mondo. Muore anche Renato De Carmine.
Per molti telespettatori resterà il conduttore televisivo che ha camminato sui carboni ardenti in quella “strana edizione giornalistica” di 'Domenica In' che voleva essere alternativa alle precedenti e lo è stata anche a tutte quelle successive.
Ma Mino Damato, morto venerdì all'età di 72 anni, è stato prima di tutto un giornalista televisivo e inviato di guerra (come ricorda sul "Corriere della sera" un altro grande inviato, Ettore Mo) ed anche un conduttore che ha contribuito a fare la storia della Televisione.
Mino Damato, il cui nome di battesimo era nientemeno che Erasmo, iniziò a lavorare in Rai nel 1968 e quasi una ventina di anni dopo approdò a quel settore televisivo che verrà più tardi battezzato infotainment, con la conduzione appunto di "Domenica in" e anche di programmi come 'Italia sera'. Negli anni '70 iniziò a condurre una serie di programmi d'informazione o divulgazione scientifica come "Avventura" o "In viaggio tra le stelle" o "Tam Tam" e in contemporanea proseguiva la carriera di inviato di guerra con una serie di reportage sulle zone del mondo colpite da guerre e stragi (come la Cambogia, il Vietnam o l'Irlanda del Nord) per il Tg1.
Ma, come dicevamo, ci fu poi quella specie di "battesimo" che lo fece conoscere al grande pubblico televisivo negli anni in cui il confronto tra la Rai e la Tv commerciale iniziava a farsi sempre più aspro e forte. Nonostante questo Damato non ha mai lasciato che quella forma di tv spettacolo che oggi impera sul piccolo schermo, il sensazionalismo e la farsa, prendessero piede. Fu proprio nello spirito di informare il telespettatore e metterlo in guardia da una forma di sfruttamento del dolore, che stava trovando ampio spazio sulle Tv commerciali con maghi, veggenti e santoni, che in quell'edizione di "Domenica in" del 1985-86 camminò sui carboni ardenti, fuori dallo studio di via Teulada. Un episodio che vide nascere una serie di parodie (fra cui quella di Grillo) e così per molti Damato passò da giornalista a uomo di spettacolo.
Lui non voleva essere un puro intrattenitore e continuò a fare parlare di sè per varie esperienze. Ci fu un breve passaggio a Telemontecarlo, nel 1991-92 quando in un programma d'informazione mandò in onda la finta esecuzione di un uomo sulla sedia elettrica. A quel periodo risale anche l'adozione di una bambina rumena malata di Aids, Andrea, che morirà nove anni dopo. Un'esperienza che lo toccò profondamente ma che da molti fu utilizzata per disegnarlo come un uomo che sfruttava e spettacolarizzava il dolore per farsi pubblicità. Anche qui non era proprio così e Damati soffriva le critiche e i malintesi. Si scoprì così anche una vena di polemista e di 'opinionista scomodo'. Perché era anche insofferente e anticonformista per natura e per questo, forse, cercò anche il mondo della politica scegliendo l'area meno facile per un uomo di spettacolo, specie se un po' “anarchico” come lui, ovvero il centro-destra.
Dopo la breve esperienza su Tmc Damato condusse su Rete Quattro il programma d'informazione scientifica "Incontri sull'arca" per tornare poi in Rai con "Sognando sognando".
Ma dal 1987 in poi la sua attività principale è stata quella di seguire i bambini malati di Aids con la creazione dell'associazione "Bambini in emergenza". Breve anche l'esperienza politica: candidato nel 1999 con An al Parlamento Europeo, mentre nel 2008 aveva aderito a una lista a sostegno di Francesco Rutelli.
In realtà colpiva il suo essere sempre irrequieto, insoddisfatto (di qui anche la voglia di polemizzare), bastian contrario per definizione e per scelta, ma anche il sentirsi sempre irrealizzato, in cerca di una causa, un progetto di cui valesse la pena occuparsi. Di qui anche la sua malinconia di fondo.
Non era un personaggio 'comodo' Mino ma era molto più sincero e vero di tanti altri. E lo ricorderemo comunque con simpatia.
Una nota la vogliamo riservare anche alla scomparsa dell'attore Renato De Carmine, un nome che dice molte cose al pubblico non giovane della Tv. Era infatti noto a quel pubblico per aver partecipato ai primissimi sceneggiati, come 'Piccole donne' e 'Piccolo mondo antico', negli anni Cinquanta, proseguendo la sua attività a lungo ('Lungo il fiume e sull'acqua', 'Nero Wolfe') fino alle fiction come 'La Piovra 7' e 'Linda e il brigadiere'. Attore di solida scuola, ha lavorato tanto anche in teatro e qualcosa ha fatto anche nel cinema. Non lo dimenticheremo.