Afghanistan: gli ulema e le tv “anti islamiche”

Forse non tutti conoscono questi particolari sulla situazione televisiva nel martoriato Paese degli ulema…

La situazione politica in Afghanistan è ancora molto burrascosa. Nonostante l'insediamento del Governo Karzai, che gli occidentali hanno visto come una ventata di liberalità nel Paese, le pressioni dei gruppi islamici e conservatori sono forti e a risentirne sono in particolare la libertà degli individui e la libertà di stampa e di espressione; l'ultimo caso riguarda proprio quest'ultimo tema.

Il Consiglio degli ulema, infatti, ha chiesto al governo afghano di far cessare la diffusione di programmi «immorali e anti-islamici» dalle televisioni private e pubbliche del Paese.

Questa campagna ha dei precedenti in una prima ondata di pressioni che aveva portato, alla fine del 2004, all'interdizione temporanea delle televisioni via cavo e alla creazione della commissione di controllo dei programmi. Il 7 novembre 2004, il ministro dell'Informazione era intervenuto presso i direttori delle reti pubbliche e private per far cessare la diffusione di programmi giudicati «islamicamente non corretti», con particolare attenzione verso i film indiani e occidentali dove appaiono donne senza velo, circondate da uomini con comportamenti considerati offensivi e scandalosi per gli afgani.

Il giorno dopo, il Consiglio dei ministri presieduto da Hamid Karzai aveva interdetto la televisione via cavo e minacciato di ritirare la licenza dell'emittente Tolo Tv, se fosse stato provato che diffondeva dei programmi contrari all'Islam e alla cultura afgana. Tolo Tv è un'emittente via cavo che manda in onda soprattutto film di Bollywood.

Tempo fa Tolo Tv era stata momentaneamente oscurata per avere trasmesso "I dieci comandamenti", film in cui si vedeva un Mosè in pantaloncini corti e circondato da donne. Il presidente della corte suprema Fazl Hadi Shinwari l'aveva definita "irrispettosa dei precetti dell'Islam. Mosè è una figura sacra per i musulmani e va trattata con rispetto".

Il 10 novembre scorso, poi, il presidente della corte suprema, Fazl Hadi Shinwari, aveva ordinato la cessazione dell'attività di decine di operatori televisivi nel Paese, mentre Hamid Karzai aveva accettato di formare una commissione per «valutare i programmi delle reti e autorizzare a operare solo quelli che non diffondono film e canzoni dal carattere anti-islamico e immorale».

Le Tv via cavo in Afghanistan sono circa una ventina e i programmi provengono soprattutto da India, Pakistan, Emirati Arabi.

Pubblica i tuoi commenti