Al Jazeera International prossima al via

Al Jazeera International sarà il nuovo canale finanziato dal governo del Quatar: avrà quattro centri di produzione non solo in Europa e America del Nord ma anche in quella parte di mondo che si definisce in via di sviluppo e nella quale molti vedono il mercato del futuro.

Presto, entro la fine del 2005, la rete all news più discussa del mondo dovrebbe finalmente lanciare il suo canale internazionale, Al Jazeera International. Il nuovo canale verrà finanziato interamente dal governo del Qatar, così come quello in arabo, ma a differenza di quest'ultimo punterà su un'informazione "globale" e non legata al mondo arabo come l'emittente "madre".

Il piano editoriale, molto ambizioso, mira ad un'informazione fatta non da inviati ma da corrispondenti, per inserire la notizia nel contesto sociale, culturale e politico locale in cui nasce, lasciando il tutto in audio originale, sottotitolato.

Per realizzare questa «decentralizzazione» dell'informazione, Al Jazeera International punterà su quattro centri strategici: Doha, Londra, Washington e Kuala Lumpur. Doha si occuperà del Medio Oriente e dell'Africa, Londra dell'Europa, Washington dell'America del Nord e del Sud e Kuala Lumpur dell'Australasia.

Ai quattro principali centri di produzione e trasmissione verranno affiancati un network globale di 'centri di informazione' e altri 20 uffici di news gathering nel mondo intero, per un totale di oltre 300 dipendenti del nuovo canale, che Al Jazeera sta già cercando.

I programmi del nuovo canale satellitare della Tv del Quatar saranno incentrati principalmente su informazione e approfondimento dell'attualità, documentari e reportage, talk show su argomenti sociali, inchieste e «storie di interesse umano» o notizie particolari.

«Non rinunceremo certo alle breaking news, che sono un campo dove il canale in arabo è molto forte - dice Nigel Parsons direttore della rete - , ma punteremo ad affiancargli analisi e approfondimenti, mentre daremo rilievo anche alle miriadi di notizie non riportate o lasciate scoperte dai network globali. Daremo molta importanza ai Paesi in via di sviluppo e parleremo di problematiche di interesse mondiale, come le conseguenze delle azioni delle multinazionali a livello ambientale, politico e di sviluppo».

La sfida intrapresa dalla nuova emittente si giocherà però su equilibri molto complessi. Infatti rivolgendosi a telespettatori dalle culture così eterogenee, dovranno essere affrontati problemi come la scelta delle immagini da mandare in onda, oppure la terminologia da usare per i servizi.

Ha scatenato molte polemiche, per esempio, tempo fa l'uso da parte di Al Jazeera di parole come «martire» o «martirio» in riferimento alle operazioni suicide palestinesi in Israele. Essendo Al Jazeera una rete araba indirizzata al pubblico arabo, l'uso della parola shahid (martire) per descrivere chi cade combattendo per la propria terra non è controverso nella cultura araba, ma lo diventa in un contesto culturale occidentale (anche se Al Jaeera ha già un sito web in inglese).

Per far conoscere il proprio marchio ad un pubblico sempre più ampio Al Jazeera ha infine in programma altri due canali (quello per bambini e quello dedicato ai documentari) che dovrebbero, insieme al canale sportivo già in onda dal 2003, completare l'offerta tematica del gruppo, assicurando la sua espansione su nuovi mercati.

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