Alex Crawford, la ‘star di guerra’ di Sky News

Fra le immagini televisive dell’estate che non vogliamo dimenticare ci sono quelle della caduta (finalmente) del colonnello Gheddafi in Libia. E qui abbiamo visto all’opera un’inviata di guerra di Sky News assolutamente ‘speciale’…

Anche nel pieno dell'estate di cose in Italia e nel mondo ne sono successe, eccome, quest'anno. Fra quelle che non sarà facile dimenticare, la tanto attesa caduta di uno spregevole tiranno (peraltro spesso 'omaggiato' e riverito in Occidente e specialmente in Italia, prima della nostra partecipazione poco convinta a una guerra Nato proprio per farlo cadere) come il colonnello libico Gheddafi, che per decenni ha terribilmente oppresso e tenuto in pugno il suo Paese e i suoi sfortunati abitanti.
L'entrata dei ribelli a Tripoli e soprattutto l'assalto al grande e munitissimo 'quartier generale' di Gheddafi con successiva 'conquista' della cittadella del Colonnello, con i suoi simboli di tanto potere e suoi trofei (la maschera d'oro di Gheddafi calpestata, i festeggiamenti con mille spari in aria ecc.) avevano, come sempre, un altissimo tasso di spettacolarità, ma soprattutto di documentazione giornalistica e storica di primo livello.

Nell'occasione, mi è capitato di poter vedere varie Tv del mondo all news per osservare come erano in grado di documentare gli eventi in corso. Ebbene, a colpirmi in modo indelebile è stata l'incredibile serie di collegamenti diretti con la Libia, nel cuore degli eventi (cioè nella cittadella di Gheddafi appena conquistata dagli insorti, nella Piazza Verde, in giro per la città di Tripoli), realizzati dall'inglese Sky News con Alex Crawford (ma non solo, peraltro), che riferiva con un bell'elmetto da combattimento in testa di quel che vedeva e soprattutto di quel che accadeva intorno a lei, fra spari di festeggiamenti (ma non solo) e combattimenti appena terminati e talvolta ancora in corso. A colpire in modo particolare era la 'tranquillità' con cui Alex riferiva a lungo e nei particolari, in collegamento diretto con lo studio, la situazione, incurante degli spari, che teneva 'sotto controllo' con la coda dell'occhio, attenta a che non ci fossero pericoli immediati ma con nel complesso con una flemma incredibile alle nostre latitudini (in Italia abbiamo visto giornalisti molto spaventati dalle sparatorie nei pressi del loro albergo, da cui peraltro non uscivano, e poi abbiamo avuto anche il rapimento di quattro colleghi, salvati, pare, da una sorta di 'angelo' dei 'gheddafiani').

Alex invece faceva al meglio il suo lavoro di straordinaria documentazione dal vivo (unico in Europa per qualità e completezza, per quel che abbiamo visto) e non pareva minimamente preoccupata. Ogni tanto l'immagine subiva un 'fermo tecnico' o l'audio veniva ugualmente 'stoppato'; puri inconvenienti tecnici passeggeri, per fortuna, perché poi il collegamento riprendeva e magari Alex si era spostata di poche centinaia di metri, per poter realizzare un servizio migliore.

Altro momento indimenticabile: Alex in collegamento che gira per la città di Tripoli, non sappiamo bene con quale veicolo, e mostra ai telespettatori tutto quel che anche lei vede 'live' e che accade in città.

Una cosa così poteva realizzarla solo un'inviata di guerra davvero 'mitica', evidentemente, ed ecco infatti quel che abbiamo trovato su Alex Crawford sul sito gq.com:

“Nell'era di Twitter e Facebook, della tecnologia che avanza e che coinvolge e unisce attivamente milioni di persone di tutto il mondo, c'è una donna, una professionista dell'informazione che rappresenta il modo più tradizionale di fare giornalismo. Non chatta, non posta commenti (o meglio lo fa sui suoi blog, ma solo quando si ritaglia un po' di tempo), non invoca la guerra di liberazione ma dà notizie sul campo, in diretta e prima degli altri. Con tanto di elmetto, laptop Apple Mac Pro, mini satellite alimentato all'accendisigari dei camion dei ribelli, Alex Crawford, corrispondente per Sky News con base a Dubai, è la protagonista femminile del sanguinoso conflitto in Libia. In Inghilterra è considerata una vera e propria eroina grazie ai suoi servizi sempre in prima fila, con una calma quasi surreale e una precisione giornalistica invidiabile. Molti sono i colleghi, tra cui molte donne, che l'ammirano e la invidiano. Persino Jon Williams, giornalista della BBC World News, ha dovuto ammettere che la Crawford in questi giorni è la più tenace nel riuscire a coprire le notizie dal conflitto libico.

E mentre il suo volto campeggia sui quotidiani off e on line di tutto il mondo, dal 'The Sun' al 'The Guardian', al sito di opinioni Huffington Post, la Crawford continua in questi giorni a inviare in tempo reale e live le cronache video della guerra, registrando tensione, commenti, gioie e dolori dei ribelli della Rivoluzione "verde".
Il giornalismo di guerra è cambiato: se durante gli ultimi conflitti internazionali, soprattutto in Medio Oriente, le varie Lilli Gruber, Tiziana Ferrario e Giovanna Botteri, per fare qualche esempio a noi più vicino, mandavano notizie sullo sfondo di una città in fiamme ma vestite di tutto punto e senza un capello fuori posto, è arrivato il momento di "cambiare look" a vantaggio di un giornalismo più accreditato e libero da censure, per quanto possibile. Alex Crawford sta dimostrando di poterlo fare, anche con pochi mezzi. E se l'anno scorso vinse il Woman Journalist of the Year by Women in Film and Television, alla fine del 2011 sarà difficile non riconoscerle un premio per il coraggio e l'impegno mostrato nella garanzia della libertà d'informazione”.

Davvero un mito, un inviato di guerra che è anche madre di quattro figli! Cercheremo di contattarla, se Sky News ce lo consentirà, per avere da lei una testimonianza diretta o anche solo per chiederle: 'Ma come fa?'.

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