Altiero Spinelli versione RaiUno

Bella l’idea di far conoscere, anche nella vita ‘reale’ più che in quella ‘romanzata’, un personaggio di cui negli anni scorsi si era parlato molto, senza però che si arrivasse a qualcosa di più del ‘mito’. Altero Spinelli e Ventotene sono stati così protagonisti su RaiUno, senza infamia né lode.

Era sicuramente difficile ricostruire in un 'racconto filmato' di più o meno due ore la vita complessa e intensa di Altiero Spinelli e, prima di esaminare la fiction e gli ascolti (2,9 milioni di spettatori e il 12,4% d share), è giusto riconoscere a RaiUno il merito di avere tentato di far conoscere un personaggio che molti hanno già dimenticato da tempo, nonostante a parole non sia così.

“Un mondo nuovo”, film per la Tv andato in onda in un unico episodio lunedì sera, racconta la vita di Spinelli dalla militanza politica al confino a Ventotene, alla carica europea. Altiero Spinelli viene mostrato quando aveva ancora poco tempo da vivere e così (siamo nel 1986), giunto in età matura, ripercorre la sua storia e quella del suo sogno di un'Europa unita, con un flashback che parte dal 1927, anno in cui fu arrestato. Allora si faceva chiamare Ulisse, era un ragazzo di buona famiglia e un militante comunista antifascista, condannato a 16 anni di reclusione. La voce fuoricampo di Vinicio Marchioni narra la storia di quegli anni e del confino a Ventotene.

Nell'isola Spinelli incontra militanti come Pertini, Longo, Terracini, Amendola, Basso, Scoccimarro, Secchia, Colorni, Roveda, Audisio, Camilla Ravera, Di Vittorio. È con quattro di loro, “i ragazzi di Ventotene” Ernesto Rossi (Peppino Mazzotta), Ursula Hirschmann (Isabella Ragonese), Eugenio Colorni (Orlando Cinque), Ada Rossi (Valentina Carnelutti), che Spinelli scrive il Manifesto che fu poi caposaldo dell'europeismo e la base della moderna Unione Europea. Il Manifesto fu portato via dall'isola in modo avventuroso e rischioso e poi stampato clandestinamente.

Su come il Manifesto sia uscito da Ventotene e su che supporto sia stato scritto ci sono testimonianze discordanti.
Secondo la versione più suggestiva - quella scelta da Negrin, manco a dirlo - il testo, per mancanza di carta, fu scritto sulle cartine delle sigarette e, per evitare i controlli della polizia, nascosto nel ventre di un pollo arrosto (una provvista per il viaggio) e portato sul continente da Ursula Hirschmann. Il Manifesto riuscì a circolare clandestinamente fra la resistenza italiana e fu adottato come programma del Movimento Federalista Europeo, che Spinelli successivamente fondò a Milano il 28 agosto 1943.

La fiction si concentra sulla parte più avventurosa della vita di Spinelli, quella del confino, dalla quale nascerà il Manifesto di Ventotene e, con un occhio attento al pubblico di RaiUno, il regista Alberto Negrin assegna una buona importanza e una parte della narrazione all'amore, prima taciuto a lungo (ma leggibile, un po' banalmente, negli sguardi dei due personaggi) e poi manifesto, alla fine, tra Spinelli e Ursula Hirschmann. Tuto questo però spesso mette in secondo piano la parte politica del racconto.

I problemi effettivi della fiction, giocata bene su molti primi piani ai quali il volto espressivo e intenso dell'attore protagonista Vinicio Marchioni ben si presta, e sulle immagini aride dell'isola, restano però la ricostruzione e i dialoghi, che indulgono troppo alla retorica e cercano frasi d'effetto che non aiutano certo a ricostruire e capire la personalità di personaggi del livello intellettuale e culturale di Spinelli stesso, o di Pertini, Rossi e degli altri antifascisti.

Il film è stato diretto da Alberto Negrin e il pubblico di RaiUno, come abbiamo visto, ha reagito un po' tiepidamente.

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