Torniamo sul tema del congresso FNSI per approfondire questa volta la difficile condizione dei ‘precari’ dell’informazione, che a Bergamo hanno cercato (con grande fatica) qualche spazio. E si tratta di tante persone ‘invisibili’…
Si è dunque chiuso con la rielezione di Franco Siddi alla segreteria e di Roberto Natale alla presidenza il XXV Congresso della Federazione nazionale della stampa a Bergamo.
Come promesso nel precedente articolo, ecco altre note su questo appuntamento.
Ad aprire il congresso erano stati Fedele Confalonieri, presidente Mediaset, e Carlo De Benedetti, del Gruppo l'Espresso. Se tra i due eterni “nemici” De Benedetti si è mantenuto su un discorso più “istituzionale”, Confalonieri ha colto l'occasione della folta platea di Bergamo per annunciare il lancio del nuovo canale all news di Mediaset (che si chiamerà appunto - pare - Allnews) sul digitale terrestre, che avrà come cuore la nuova agenzia d'informazione all'interno dell'azienda. Tra tre mesi la società del Biscione partirà infatti con la nuova piattaforma tecnologica crossmediale che ha nel “file” il nucleo essenziale dal quale parte il lavoro di elaborazione e diffusione delle notizie.
“La sfida è allargare la base produttiva - ha detto Confalonieri - , distribuendo l'informazione su varie piattaforme. Vorremo finalmente vedere giornalisti assunti nei nuovi media. Contro il precariato non servono ricorsi al Tribunale, che sono una sorta di pronto soccorso, la cosa importante è lavorare sulle regole, perché il contratto è una ricchezza sia per noi sia per le imprese”.
Ma proprio sulla questione precariato la Fnsi deve interrogarsi, riflettere e soprattutto dare delle risposte a chi l'accusa di essere un organismo “corporativo” a difesa dei privilegi dei contrattualizzati. In un settore come quello della comunicazione, dove i contratti a tempo indeterminato restano un privilegio per i “vecchi”, i precari, non necessariamente giovani, si sentono poco rappresentati e per niente tutelati, sia che si tratti di quotidiani che di Radio o di Televisioni (e per queste ultime un discorso a parte avrebbe dovuto riguardare le locali, sempre più in difficoltà per la contrazione del mercato pubblicitario e “vaso di coccio” tra i network nazionali).
Significativo l'intervento di Paola Vescovi, 30 anni, veneziana, delegata per i precari al Congresso volto sorridente e un po' timido: era al Congresso della Fnsi come delegata per i precari. Paola ha preso la parla in una sala vuota. “Quando si discuteva di statuto e bisognava votare la sala era piena - ha detto la precaria - , oggi invece che dovremmo occuparci di noi, e parlare dei precari va anche di moda, non c'è nessuno. Le parole però non servono più, servono i fatti. Noi vogliamo il cambiamento, allora facciamolo. Spero che questa sia la volta buona”.
Nel corso del congresso è stato più volte citato uno studio sulla professione relativo al 2009 fatto da Lsdi. Dallo studio è emerso che su due giornalisti iscritti all'Ordine solo uno risulta attivo nella professione o è comunque 'visibile', cioè titolare di una posizione contributiva all'Inpgi, in quanto lavoratore dipendente o autonomo. Al 31 dicembre 2009, su 108.437 giornalisti ufficiali, gli attivi erano 49.239: il 50,17% degli iscritti, se si escludono albo speciale e stranieri, e il 45,4% se si considerano anche questi ultimi. Il lavoro dipendente è ancora maggioritario, almeno formalmente: conta infatti 26.026 giornalisti (il 52,86%), contro i 23.213 autonomi.
Gli 'invisibili' sono, nella grandissima maggioranza pubblicisti: dei 62.155 pubblicisti presenti nell'Ordine solo 4.086 risultano all'Inpgi come lavoratori dipendenti e 19.626 come lavoratori autonomi.
Prossimamente vi daremo altri dati ancora di questa ricerca.