Anche l’OSCE contro la Gasparri

Il capo della sezione per la libertà di stampa dell’organizzazione europea allerta gli italiani anche sulla posizione che potrebbe occupare il Cavaliere a fine mandato.

La legge Gasparri, sempre in attesa di segnali da parte del Quirinale, continua a collezionare critiche. Anche la OSCE, l'organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa, ha attaccato il provvedimento per bocca di Freimut Duve, il capo della sezione per la libertà di stampa, sottolineando che quello dell'Italia è "un precedente molto pericoloso".

Il giudizio del più importante organismo europeo per la tutela della sicurezza e dei diritti umani appare inequivocabile. "Quando nel 1997 fu creata questa sezione all'interno dell'Osce - ha affermato Duve - nessuno avrebbe previsto che un primo ministro di uno dei Paesi membri dell'Unione avrebbe organizzato la legislazione sulle telecomunicazioni in modo da favorire il suo progetto politico e gli interessi economici suoi e della sua famiglia".

Nel discorso che Duve ha pronunciato di fronte al consiglio permanente dell'OSCE ha anche ribadito che la legge Gasparri consentirà a Silvio Berlusconi di influenzare direttamente oltre il 95 per cento delle televisioni italiane, Inoltre, dal 2009, il premier o la sua famiglia potranno entrare come azionisti praticamente in tutte le radio e giornali italiani.

Il rappresentante italiano all'OSCE, Guido Lenzi, ha tuttavia respinto l'interpretazione di Duve, sostenendo che si tratta di un commento prevenuto e privo di argomentazioni fondate.

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