Introdotta una nuova norma in materia di cessione di impianti radiofonici e televisivi; dimezzato il numero dei componenti dell’Agcom.
Vediamo le esaurienti spiegazioni in merito apparse sul periodico 'TeleRadioFax' di Aeranti-Corallo:
«La legge di conversione del decreto legge 6 dicembre 2011, n. 201 (cosiddetta legge “Salva Italia”) approvata in via definitiva dal Parlamento in data 22 dicembre 2011, pubblicata nel Supplemento ordinario n. 276 alla Gazzetta ufficiale n. 300 del 27 dicembre 2011, ha previsto che all'art. 27 del decreto legislativo 31 luglio 2005, n. 177 (Testo Unico dei servizi di media audiovisivi e radiofonici) venga aggiunto il seguente comma 7 bis:
“La cessione anche di un singolo impianto radiotelevisivo, quando non ha per oggetto unicamente le attrezzature, si considera cessione di ramo d'azienda. Gli atti relativi ai trasferimenti di impianti e di rami d'azienda ai sensi del presente articolo, posti in essere dagli operatori del settore prima della data di entrata in vigore delle disposizioni di cui al presente comma, sono in ogni caso validi e non rettificabili ai fini tributari”.
Tale norma, come da tempo sollecitato da Aeranti-Corallo, pone fine alla problematica della qualificazione giuridica dei contratti di cessione di impianti con i relativi diritti di uso delle frequenze di trasmissione (se cioè fossero qualificabili come cessione di impianti ovvero come cessioni di azienda o ramo di azienda).
Il sopracitato art. 7 bis chiarisce, infatti, che la cessione di uno o più impianti che non ha per oggetto solo le attrezzature (e che quindi comprende anche il diritto di uso delle frequenze di trasmissione) si considera sempre cessione di ramo di azienda (e conseguentemente tale cessione sotto il profilo fiscale sarà soggetta all'imposta di registro e non all'imposta IVA). La norma chiarisce anche che tutti i trasferimenti di impianti e di rami di azienda posti in essere prima dell'entrata in vigore della norma stessa sono validi così come sono stati posti in essere e non sono quindi contestabili e rettificabili dalla Agenzia delle Entrate ai fini fiscali. In questo modo dovrebbero quindi concludersi anche tutti i contenziosi pendenti con l'Agenzia delle Entrate sul punto.
La legge “Salva Italia” contiene inoltre, all'art. 23, una norma per la riduzione dei costi di funzionamento delle autorità indipendenti (tra le quali è compresa anche l'Autorità per le Garanzie nelle comunicazioni). In base a tale norma, il Consiglio dell'Agcom, a partire dalla prossima consiliatura (quella attuale scadrà nel primo semestre del 2012) verrà ridotto da nove a cinque membri, compreso il Presidente. Conseguentemente, si deve ritenere che il numero dei componenti della Commissione per le infrastrutture e le reti e quello dei componenti della Commissione per i servizi e i prodotti verrà ridotto da cinque a tre componenti per ciascuna delle due commissioni, compreso il Presidente.
Infine, la legge Salva Italia prevede la soppressione dell'Agenzia per la regolamentazione del settore postale, le cui competenze passeranno alla Autorità per le Garanzie nelle comunicazioni».