I passi della lettera con cui Lucia Annunziata si è dimessa da presidente della Rai.
"Alle 12.15, dunque con meno di tre ore di preavviso - scrive nella lettera in questione Lucia Annunziata - , a spregio dunque di ogni regola del diritto societario, il direttore generale ha proposto al Consiglio una serie di nomine chiave per la gestione dell'azienda e di sue società consociate (questo è possibile perché la maggioranza dei consiglieri sin dall'inizio ha autorizzato una interpretazione forzata dei regolamenti che ha trasformato il Cda in una buca delle lettere nella quale vengono ratificate decisioni prese in luoghi altri che non sono quelli aziendali).
Queste nomine inviate in 18 pagine scritte a mano, a testimoniare la fretta e mancanza di ogni rispetto di iter aziendale, stravolgono completamente il profilo dell'azienda, rendendo chiari i condizionamenti esterni e di fatto eliminando ogni pluralismo interno.
Questo è l'ultimo atto di una organizzata campagna della maggioranza tesa al controllo pieno del servizio pubblico. Le tappe più recenti di questa campagna le ricordiamo qui per la pubblica opinione: un piano industriale votato senza l'approvazione della presidenza, perchè concentrato in investimenti immobiliari di 800 milioni di euro per il rifacimento degli studi a Roma e Milano; la presentazione di un piano di riorganizzazione dell'azienda, anche questo votato con il parere contrario della presidenza, perchè concentra in poche mani l'azienda, riducendo l'autonomia delle reti e dei giornalisti; infine queste nominee, che ratificano il progetto di occupazione della Rai, non a caso dopo l'approvazione della Gasparri, e dopo una intensa campagna di delegittimazione della presidenza di garanzia, da mesi schiacciata sotto la maggioranza del 4 a 1, passata anche per attacchi personali e minacce al presidente".
Non è finita: "Con queste nomine e con questo metodo si cambia radicalmente l'azienda, sia nelle strutture che nei suoi dirigenti: un atto che porta all'annullamento di ogni forma di autonomia e di pluralismo a danno di almeno metà del Parlamento e di quella metà del Paese che il Parlamento rappresenta. Tutto il potere concentrato nelle mani di pochi fedelissimi.
Di fronte a tale atto non posso limitarmi a votare contro. Dopo mesi di isolamento dentro il consiglio e di mancanza di qualunque positiva interazione con la direzione generale, non posso che sottolineare la illegittimità di questo modo di procedere, nella maniera più dignitosa che io conosco: esercitando il mio ruolo di presidente di garanzia un'ultima volta, in testimonianza alle istituzioni che questo ruolo mi hanno affidato. Mi dimetto, dunque, per sottolineare che i limiti del pluralismo interno sono stati superati e che questo consiglio opera in condizioni di illegittimità".
Complessivamente, un preciso atto d'accusa, che si riferisce alle molte nomine importanti che il Cda Rai (in riunione in queste ore fra Milano e Roma) si appresterebbe a varare e che questo 'atto estremo' della Annunziata cerca evidentemente di sventare in extremis.