Antonio Russo: come la Politkovskaja, in attesa della verità

Il 16 ottobre scorso cadeva il sesto anniversario della morte di Antonio Russo. Russo è stato trovato morto vicino a Tiblisi con segni di tortura. Sulla sua morte si cerca ancora la verità.

L'omicidio di Anna Politkovskaja in Russia per molti aspetti ha ricordato il caso di Antonio Russo. Assassinata il 7 ottobre scorso la prima, ucciso il 16 ottobre 2000 il secondo. Entrambi, seppur in modo diverso, lavoravano per fare luce sulla guerra in Cecenia. Sulla morte di Antonio Russo si sta ancora cercando la verità, verità che ci si augura arrivi prima sulla morte della Politkovskaja.

Di Antonio Russo si ricordano i servizi sull'Algeria nel periodo dei massacri integralisti, sul Rwanda e sul Burundi, sulla Sarajevo assediata e sulla guerra in Bosnia, ma soprattutto la sua concezione del reportage: essere sul posto, a tutti i costi, per raccogliere testimonianze e raccontare direttamente i fatti.

Russo era inviato di Radio Radicale in Kosovo, dove, durante i bombardamenti della NATO, fu l'unico giornalista occidentale a rimanere fino al 31 marzo 1999, per documentare la pulizia etnica contro gli albanesi kosovari. Riuscì a sfuggire ai rastrellamenti serbi unendosi ad un convoglio di rifugiati kosovari diretti in treno verso la Macedonia. Il treno si fermò durante la notte e Russo riuscì a raggiungere Skopje a piedi.

Lunedì 16 ottobre 2000 il corpo di Antonio Russo è stato trovato a 25 chilometri da Tiblisi in Georgia, città in cui risiedeva da luglio e che usava come base per entrare in Cecenia . L'autopsia aveva stabilito che Russo, trovato con la cassa toracica fracassata dai colpi inferti con un oggetto contundente, era stato torturato prima di essere ucciso. Nel suo appartamento di Tiblisi, messo sottosopra, non sono mai più stati trovati il telefono satellitare ed il computer portatile né gli appunti ed alcune cassette video. Le circostanze della sua morte, a distanza di sei anni, non sono ancora state chiarite, ma molti hanno mosso pesanti accuse al governo di Mosca.

Prima di morire Russo aveva iniziato a trasmettere in Italia notizie sulla guerra cecena e stava indagando sulla richiesta russa di espulsione dall'ONU del Partito Radicale, accusato per via dell'interesse per la guerra in Cecenia, considerata dalla Russia un "affare interno". Due giorni prima della sua morte, Russo avrebbe parlato alla madre di una videocassetta sulle torture e le violenze dei reparti speciali russi sulla popolazione cecena. A Russo, che era vicepresidente della Flip (Freelance International Press) è intitolato il Premio Italia Diritti Umani.

Intanto, a pochi giorni dalla morte di Anna Politkaskaja, un alto dirigente della redazione economica dell'agenzia di stampa russa Itar-Tass, Anatoly Voronin, è stato trovato morto nel suo appartamento situato nel centro di Mosca. L'ufficio del procuratore generale della capitale russa ha riferito che Voronin, 55 anni, è stato ucciso a coltellate e che l'omicidio non è legato al lavoro della vittima. Il procuratore ha infatti detto che si indaga sulla vita privata del dirigente ucciso.

L'assassinio arriva nove giorni dopo l'uccisione di Anna Politkovskaya, la giornalista critica dell'amministrazione Putin assassinata nella sua abitazione il 7 ottobre scorso.

In Russia dopo il crollo del comunismo, sono morti 42 giornalisti, 12 da quando è salito al potere il presidente Vladimir Putin. Anna Politkovskaia, freddata con quattro colpi di pistola nell'ascensore del suo condominio a Mosca, stava lavorando per il bisettimanale russo della 'Novaia Gazeta' ad una nuova inchiesta sulle torture compiute dalle forze di sicurezza filorusse sui detenuti in Cecenia.

Venerdì scorso la giuria del Premio letterario internazionale 'Tiziano Terzani' ha deciso, all'unanimità, di assegnarle il riconoscimento per l'anno 2007.

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