Approvata al Senato la legge sul cinema

 

Accompagnato da una certa strana disattenzione dei media (ma non di Renzi e di Franceschini, che hanno organizzato subito una soddisfatta manifestazione a Firenze), è arrivato al Senato l’atteso prima via libera al disegno di legge sul cinema. Il provvedimento è stato approvato con 145 sì, 6 no e 30 astenuti. Il ddl, collegato alla Legge di Stabilità, ora passa all'esame della Camera.

Il provvedimento prevede, fra l’altro: un nuovo Fondo per il cinema e l'audiovisivo da almeno 400 milioni l’anno, a fronte degli attuali 260 circa; il riordino dei crediti d'imposta e dei contributi; una sezione speciale presso il Fondo centrale di garanzia per le piccole e medie imprese; l'istituzione del Consiglio superiore del cinema e dell'audiovisivo, con compiti di consulenza e supporto nella elaborazione e attuazione delle politiche di settore.

“Questa legge è attesa da qualche decennio dal mondo del cinema. La risposta che il Senato e spero presto tutto il Parlamento potrà dare è una risposta che non aumenta solo le risorse ma che introduce nel nostro ordinamento un ancoraggio preciso, nel senso che i 400 milioni di cui parliamo potranno anche essere di più, perché sono ancorati all'11% delle Ires e Iva che devono versare le imprese che si occupano a vario titolo di contenuti e contenitori. In sostanza, finisce la discrezionalità del contributo, perché diventa tutto automatico, ad eccezione di una quota importante che ha valore assoluto maggiore di quanto viene destinato oggi (dal 15% al 18%) per le opere prime per i giovani autori” - ha commentato proprio il ministro dei Beni Culturali, Dario Franceschini.

Il Fondo finanzierà anche il Piano straordinario per il potenziamento del circuito delle sale cinematografiche e polifunzionali e quello per la digitalizzazione del patrimonio cinematografico e audiovisivo.

Il Fondo di cui sopra viene denominato, per la precisione, Fondo per lo Sviluppo degli Investimenti nel Cinema e nell'Audiovisivo. Si prevede appunto una quota di contributi garantita a partire dal 15% fino al 18%, pari a 70 milioni di euro circa, per progetti diretti innanzitutto ai giovani, alle opere prime e seconde, ai film d'essai, ai contenuti di qualità.

Il ddl prevede nuovi parametri per l'accesso ai contributi riconosciuti per opere già realizzate e condizionati al reinvestimento nel settore. Si tiene conto anche della qualità, della partecipazione a festival internazionali, dei premi conseguiti e non soltanto degli incassi al botteghino, come accade attualmente.

Il provvedimento introduce poi il credito di imposta per le imprese di produzione, per le imprese di distribuzione, per le imprese dell'esercizio cinematografico, per le industrie tecniche e di post- produzione (per adeguamento strutturale e tecnologico), per la promozione di opere italiane ed europee nelle sale, per l'attrazione in Italia di investimenti (produzione esecutiva e post-produzione di film stranieri), per imprese non appartenenti al settore del cinema e dell'audiovisivo che investano per la produzione e distribuzione di opere cinematografiche e audiovisive.

Si prevede altresì un Fondo di garanzia di 5 milioni di euro l'anno (si tratta di una sezione speciale del Fondo di garanzia per le piccole e medie imprese) per garantire operazioni di finanziamento per la realizzazione di prodotti audiovisivi e cinematografici.

Non meno di 12 milioni di euro l'anno sono riservati all'educazione all'immagine, alla formazione degli insegnanti e all'istituzione o sviluppo di corsi orientati alle professioni e ai mestieri del cinema all'interno delle Scuole di alta formazione artistica e musicale in raccordo con il Miur.

Nasce infine il Registro Cinematografico, che raccoglie anche tutte le informazioni relative all'assegnazione di contributi pubblici statali, regionali e dell'Unione Europea, rendendole pubbliche su Internet.

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