Approvata la legge sul conflitto d’interessi

Dove non era riuscito per ben cinque anni il Centro-Sinistra, riesce, sia pure dopo la bellezza di tre anni, il Centro-Destra, con l’approvazione definitiva, avvenuta ieri a Montecitorio in ennesima lettura (peraltro formale) della legge predisposta soprattutto dal ministro Frattini. Tale legge – è bene ricordarlo subito – non impedirà a Berlusconi di essere contemporaneamente proprietario di Mediaset e di molte altre rilevanti aziende e assieme Presidente del Consiglio, capo del primo partito i…

Dove non era riuscito per ben cinque anni il Centro-Sinistra, riesce, sia pure dopo la bellezza di tre anni, il Centro-Destra, con l'approvazione definitiva, avvenuta ieri a Montecitorio in ennesima lettura (peraltro formale) della legge predisposta soprattutto dal ministro Frattini. Tale legge - è bene ricordarlo subito - non impedirà a Berlusconi di essere contemporaneamente proprietario di Mediaset e di molte altre rilevanti aziende e assieme Presidente del Consiglio, capo del primo partito italiano e leader di una coalizione. Si tratta dunque di un provvedimento blando, che tuttavia ha avuto bisogno di una (quasi) crisi di Governo per venire finalmente approvato, dopo essere stato promeesso entro i primi 100 giorni del Governo, dopo che per anni era stato rimpallato fra Camera e Senato per puri motivi formali (copertura finanziaria) e dopo che la settimana scorsa il Governo sul provvedimento aveva fatto mancare la sua presenza in Aula, rinviando così ancora l'approvazione definitiva. Casini e l'UDC si sono però impuntati e alla fine il provvedimento è passato.

Durissimi i primi commenti dell'opposizione. "Denunceremo questa legge alle autorità europee" - ha detto il capogruppo Ds alla Camera Luciano Violante - . Questa è una legge che non serve a niente e va contro tutte le direttive dell'Unione Europea. Poi, se e come spero, torneremo presto al Governo, ne faremo una seria" (ma in cinque anni il Centro-Sinistra non ha trovato l'occasione per farlo in passato; Ndr.).

Per Antonio Martusciello, sottosegretario all'Ambiente (Forza Italia), invece, "per la sinistra il conflitto di interessi è soltanto una carta propagandistica, peraltro logora, un fucile da tenere permanentemente puntato contro la maggioranza di Centro-Destra. Ne è testimonianza il fatto che in anni di Governo la sinistra non ha fatto nulla per approvare una legge in proposito"

Ma ecco cosa prevede la nuova legge. Essa si applica a Presidente del Consiglio, vicePresidente, ministri, vice-ministri, sottosegretari, Commissari straordinari del Governo, presidenti di Province, sindaci delle città metropolitane o con popolazione superiore a 300 mila abitanti, mentre per i presidenti di Regione valgono le norme previste dagli Statuti regionali.

È prevista l'incompatibilità fra cariche di Governo e l'esercizio di una serie di attività e professioni. Non è incompatibile con incarichi pubblici, invece, la semplice (in passato "mera") proprietà di imprese o di patrimoni finanziari e/o azionari.

Il conflitto di interessi avviene quando viene posto in essere (o viene omesso) un atto di Governo che determina un vantaggio patrimoniale per un membro della compagine governativa, per il coniuge o un parente fino al secondo grado, mentre al contempo si determina un danno per l'interesse pubblico.

La vigilanza in merito è delegata all'Autorità Antitrust, con un organico accresciuto di 15 unità. Nel caso di imprese editoriali, però, ecco che la competenza passa all'Autorità Garante per le Telecomunicazioni, che può sanzionare le imprese con multe pari all'importo del vantaggio patrimoniale derivato dall'atto in conflitto d'interesse. Insomma, per l'Authority di Cheli (un'ennesima) grana in più.

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