La vicenda è nota e l’abbiamo seguita passo passo su questo sito. Alla fine il decreto è arrivato proprio alla vigilia della pausa politica di agosto e ora le emittenti potranno a breve fare le domande finalmente anche per i contributi dello scorso anno, dove le somme complessive (ancora non precise al 100% ma sicuramente consistenti, per via della destinazione di parte dei fondi ulteriori arrivati dalla riforma del sistema di riscossione del canone Rai) promettono un po’ di respiro, dopo tanta ‘sofferenza’, soprattutto alle Tv locali.
Il riepilogo lo prendiamo da ‘TeleRadioFax’, il periodico di Aeranti-Corallo, dell’11 agosto scorso, uscito espressamente per l’attesa ‘novità’:
“Nel Consiglio dei Ministri n. 41, svoltosi lo scorso lunedì 7 agosto, il Governo ha approvato il Decreto del Presidente della Repubblica (DPR) recante il regolamento concernente i criteri di riparto tra i soggetti beneficiari e le procedure di erogazione delle risorse del Fondo per il pluralismo e l'innovazione dell'informazione.
Sullo schema di DPR, approvato in via preliminare dal Consiglio dei Ministri lo scorso 24 marzo, si era espresso il Consiglio di Stato una prima volta il 4 maggio (con un parere interlocutorio con osservazioni, in cui richiedeva alcuni chiarimenti al Ministero dello Sviluppo Economico) e, successivamente, il 22 giugno, rendendo il proprio parere definitivo.
Il provvedimento è stato, quindi, trasmesso alle competenti Commissioni parlamentari di Camera e Senato che hanno formulato i relativi pareri (il 1° agosto la Commissione VIII, Lavori pubblici, Comunicazioni del Senato - relatore sen. Ranucci e il 2 agosto, le Commissioni riunite VII, Cultura, scienza e istruzione - relatore on. Rampi e IX, Trasporti, poste e telecomunicazioni - relatore on. Anzaldi della Camera dei Deputati). Il provvedimento dovrà, ora, essere firmato dal Capo dello Stato, registrato dalla Corte dei Conti e inviato alla Gazzetta ufficiale per la relativa pubblicazione.
Dopo l'approvazione, il Ministero dello Sviluppo economico dovrà emanare il decreto attuativo che prevederà le modalità di presentazione delle domande - in modalità telematica - per gli anni 2016 e 2017 (rammentiamo che a regime, a partire dal 2018, il termine per la presentazione delle domande è previsto per il 28 febbraio di ciascun anno). È auspicabile che per gli anni 2016 e 2017, tali termini possano essere fissati in data anteriore al 28 febbraio, anche al fine di evitare una sovrapposizione delle procedure.
Le imprese radiofoniche locali (in possesso dei requisiti previsti dal nuovo regolamento) che avevano presentato la domanda per il riconoscimento dei contributi 2016 sulla base della precedente regolamentazione, dovranno ripresentare la domanda stessa.
Il provvedimento è stato adottato ai sensi della legge di stabilità 2016, che ha destinato parte delle risorse derivanti dal recupero dell’evasione sul canone Rai - fino a 100 milioni di euro - per il Fondo per il pluralismo e l’innovazione dell’informazione. Da tale ammontare, fino a euro 50 milioni saranno destinati alle emittenti radiofoniche e televisive locali e si andranno a sommare alle risorse già previste per il sostegno alle emittenti locali, pari a circa euro 67 milioni per il 2017 (di cui l'85% destinato alle tv locali e il 15% alle radio locali).
Quote di tali contributi saranno destinate alle radio locali e alle tv locali comunitarie.
In base ai pareri espressi dalle Commissioni parlamentari, i criteri in base ai quali verranno ripartiti i contributi per le tv locali commerciali sono i dipendenti, tra cui i giornalisti (tale criterio determinerà l’80% del contributo previsto per gli anni 2016 e 2017), gli indici di ascolto Auditel (per gli anni 2016 e 2017, tale criterio determinerà il 17% del contributo) e gli investimenti in tecnologie innovative (per gli anni 2016 e 2017, tale criterio determinerà il 3% del contributo).
I criteri per le radio locali commerciali, per gli anni 2016 e 2017, saranno gli stessi, ma, in luogo degli indici di ascolto, si terrà conto dei ricavi per la vendita di spazi pubblicitari.
In base ai pareri espressi dalle Commissioni parlamentari, tra i requisiti di ammissibilità, quello più importante si riferisce ai dipendenti e precisamente: per le emittenti televisive locali commerciali, almeno 14 dipendenti (di cui almeno 4 giornalisti) se il territorio nell'ambito di ciascuna regione per cui è stata presentata la domanda abbia più di 5 milioni di abitanti; almeno 11 dipendenti (di cui almeno 3 giornalisti) se il territorio nell'ambito di ciascuna regione per cui è stata presentata la domanda abbia tra 1,5 e 5 milioni di abitanti; almeno 8 dipendenti (di cui almeno 2 giornalisti) se il territorio nell'ambito di ciascuna regione per cui è stata presentata la domanda abbia fino a 1,5 milioni di abitanti.
Per le emittenti radiofoniche locali commerciali, tale requisito è di almeno 2 dipendenti (di cui almeno 1 giornalista)”.