La minaccia di riduzione del budget di Europa Creativa in sede continentale provoca una serie di reazioni e proteste.
Da molti mesi si sente parlare, con un mix di entusiasmo e compiacimento da parte di operatori della cultura e dell'audiovisivo, del nuovo programma europeo denominato 'Europa Creativa', che, a partire dal prossimo anno, andrebbe a sostituire ovvero inglobare al suo interno¬ i precedenti programmi 'Media e Cultura' della Commissione Europea. La vera rivoluzione ¬ è stato in molti consessi ribadito ¬ non risiede in questa innovativa 'formula organizzativa', bensì nell'eccezionale aumento di budget per il settennio 2014-2020, a favore della cultura, e quindi della creatività, rispetto ai programmi precedenti.
Il nuovo programma comunitario 'Europa Creativa', progetto-quadro per il 2014-2020, prevede infatti uno stanziamento complessivo di 1,8 miliardi di euro per il settennio¬ corrispondenti a 257 milioni di euro l'anno a favore di cultura, audiovisivo, industrie culturali e creative, con un incremento di ben il 37% rispetto al budget precedente.
Nel dicembre 2012, il nuovo programma è stato approvato in Commissione Cultura del Parlamento Europeo: si tratta di una iniziativa fortemente sostenuta dall'eurodeputata italiana Silvia Costa (del gruppo S&D, socialisti e democratici), che ne è relatrice e che in qualche modo riprende il cammino intrapreso da alcuni suoi predecessori, come Roberto Barzanti e Luciana Castellina (già Presidenti della Commissione Cultura del Parlamento Europeo).
Nelle premesse del nuovo programma, si ricorda che il settore cultura contribuisce al prodotto interno lordo dell'Unione per il 5%, e dà lavoro al 3,8% dei cittadini europei: la dura congiuntura economica, le difficoltà di accesso al credito e la contrazione degli investimenti in cultura operata da molti Stati membri rendono infatti la decisione europea quanto mai necessaria, indice di un'attenzione in qualche modo strategica, pur limitata nei budget destinati.
Va ricordato che anche alcuni altri programmi finanziati dalla Commissione Europea, quali il Fondo Sociale Europeo (Fse) e il Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (Fesr), possono fornire finanziamenti per progetti culturali nell'Unione Europea, ma si rimarca che comunque il programma 'Europa Creativa' rappresenta soltanto lo 0,2% del budget globale dell'Unione.
Il programma è articolato in 3 componenti principali: una trans-settoriale ed una culturale dedicata a tutti i settori creativi e culturali ed una componente media dedicata al settore audiovisivo.
È previsto che la parte dedicata alla cultura contribuisca a sostenere quasi 8.000 organizzazioni e 300.000 artisti e professionisti del settore e che la parte dedicata all'audiovisivo contribuisca alla distribuzione di più di 1.000 film europei nel mondo, su piattaforme tradizionali e digitali.
A distanza di alcuni mesi, ovvero soltanto nelle ultime settimane, si è appreso, con grande sconcerto, come il budget di Europa Creativa sia a rischio. La Commissione sta cioè valutando un'ipotesi di taglio, di ben il 30% del budget destinato al nuovo programma, che passerebbe così da 1,8 a 1,3 miliardi di euro. Silvia Costa si è così espressa: “Sarebbe inaccettabile la riduzione di quasi un terzo, da 1,8 a 1,3 miliardi di euro, proposta dalla Commissione Europea sul budget di Europa Creativa, il nuovo Programma europeo 2014-2020, a seguito dei tagli praticati dal Consiglio dei Ministri nella nuova programmazione pluriennale non condivisi dal Parlamento europeo”.
Occorre rimarcare che in un periodo di crisi economico-finanziaria dell'Eurozona quale quello attuale, tagliare sulla cultura appare una scelta miope e controproducente, in termini di occupazione e prospettive di rilancio dell'intera economia, oltre che dello specifico settore.
L'eurodeputata Costa ha quindi invitato le istituzioni culturali, le associazioni di settore, e l'intero comparto europeo dell'audiovisivo e della creatività a fare fronte comune contro questa ipotesi “affinché sia almeno mantenuto il budget previsto per la nuova programmazione. Sarebbe ben strano infatti e totalmente incoerente con il concetto di cultura come risorsa di sviluppo, ridurre l'attenzione e il sostegno in Europa per la cultura, il patrimonio culturale e l'audiovisivo nel prossimo bilancio pluriennale europeo”.
All'appello lanciato al Presidente della Commissione europea Barroso dalla campagna 'We Are More', promossa dalla rete Culture Action Europe e sottoscritto da più di 250 organizzazioni culturali europee per il mantenimento del budget previsto per la nuova programmazione, si è unita anche l'associazione delle film commission italiane Ifc Italian Film Commissions. Il presidente Maselli, dichiarandosi molto preoccupato da questa proposta ha chiesto al Governo italiano, alle istituzioni del cinema, le associazioni, gli operatori, gli artisti audiovisivi e la politica di mobilitarsi, affinché questa proposta non venga attuata. “Sarebbe insensato - ha sostenuto Maselli - pensare al futuro dell'Europa senza sostegno alla cultura e all'industria dell'audiovisivo, che rappresentano una risorsa significativa per lo sviluppo e per l'occupazione. Senza sostegno pubblico il cinema diventa puro intrattenimento e l'arte cinematografica, inesorabilmente, muore”.
Un segnale importante è giunto anche dal mondo del cinema europeo che, attraverso una petizione firmata dai più importanti film maker, ha chiesto ai Capi di Stato di pronunciarsi a favore dell'esclusione di cinema ed audiovisivo dai negoziati tra Europa ed Usa.
Confidiamo davvero in un lungimirante ripensamento.
(*) Elena D'Alessandri, Responsabile di Ricerca Isicult