In Tv non si possono ‘celebrare’ processi o scimmiottare quelli reali delle aule di giustizia. Un opportuno richiamo agli operatori dell’ìnformazione è venuto dall’Authority di Corrado Calabrò. Ancora un ‘richiamo’ alla Rai per Santoro.
Dal sito www.repubblica.it:
«Stop ai processi scimmiottati in Tv o impropriamente trasferiti dalle aule di giustizia al piccolo schermo; richiamo alla Rai per il programma Santoro "Annozero", dove sarebbe stato violato il pluralismo. Sono queste le iniziative prese dall'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni e illustrate dal presidente, Corrado Calabrò
"In Tv - ha sottolineato Calabrò - il processo, lo pseudo processo o la mimesi del processo non si possono fare. L'informazione deve essere equilibrata, obiettiva e deve garantire il contraddittorio senza anticipare giudizi su questioni ancora sub iudice". Questo, ha detto ancora il presidente, "non vuol dire porre limiti alla libertà di informazione. Ma l'informazione non può diventare gogna mediatica né spettacolarizzazione ispirata più all'amore per l'audience che all'amore per la verità ".
Il Consiglio dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni ha inviato un richiamo alla Rai, in merito al programma 'Annozero' di Michele Santoro, al rispetto dei principi di completezza e correttezza dell'informazione, di obiettività, equità, lealtà, imparzialità, pluralità dei punti di vista e osservanza del contraddittorio, in base all'atto di indirizzo della commissione di Vigilanza. Nel mirino delle autorità sono finite in particolare le puntate del 4 ottobre scorso (caso Mastella-De Magistris), del 6 dicembre (riforma Tv, ospite il ministro Gentiloni) e del 20 dicembre (caso Forleo - D'Alema e intercettazioni Berlusconi-Saccà)».