Avviata la privatizzazione Rai

La nuova riforma del sistema radiotelevisivo, nota come legge Gasparri, prevede che entro 120 giorni dalla fusione (appunto in ccorso) tra Rai e Rai Holding, sia avviata la privatizzazione della tv di stato, con un possibile (ma tuttora per molte ragioni problematico) collocamento delle azioni in Borsa. Non va dimenticato in questo quadro che la legge vieta ai privati di possedere più dell’1% delle azioni Rai e impedisce ai patti di sindacato di raccogliere più del 2% delle azioni. Di qui un pos…

La nuova riforma del sistema radiotelevisivo, nota come legge Gasparri, prevede che entro 120 giorni dalla fusione (appunto in ccorso) tra Rai e Rai Holding, sia avviata la privatizzazione della tv di stato, con un possibile (ma tuttora per molte ragioni problematico) collocamento delle azioni in Borsa. Non va dimenticato in questo quadro che la legge vieta ai privati di possedere più dell'1% delle azioni Rai e impedisce ai patti di sindacato di raccogliere più del 2% delle azioni. Di qui un possibile disinteresse di soci privati 'forti' (potrebbero però essere interessati alcuni 'investitori istituzionali'), almeno in assenza, appunto, di una quotazione in Borsa. Ma soprattutto sarà il Governo a stabilire la quota della nuova società che dovrà essere collocata sul mercato, decidendo così se la privatizzazione sarà più o meno 'pesante'.

"La prima tranche di privatizzazione della Rai è in agenda per il 2005" - continua a dichiarare il ministro delle Comunicazioni, Gasparri, che ha inoltre precisato che la privatizzazione della Rai "sarà seria, vera e lascerà lo Stato come primo azionista di maggioranza e di riferimento ancora per lungo tempo". Due ipotesi, per la verità, un pochino in contraddizione tra loro. Il ministro ha poi detto che "oggi si sta procedendo alla fusione tra Rai SpA e Rai Holding, dopodiché lo Statuto sarà inviato al Ministero che lo girerà alla Vigilanza".

Ma proprio nella Commissione presieduta da Claudio Petruccioli potrebbero nascere alcuni problemi, in quanto nello Statuto ci sarebbe una clausola che permetterebbe agli attuali componenti del Cda di nominare i membri mancanti, un passo che sarebbe in contraddizione con la Gasparri.

Nella pratica dovrebbero restare ancora in carica per alcuni mesi i quattro "vecchi" (attuali) consiglieri di amministrazione della Rai. La fusione delle due società (Rai spa e Rai holding) prevede tempi che sono sanciti dal Codice Civile. Rimane da chiedersi invece quale sarà la quota di capitale che verrà messa sul mercato e quanto vale in realtà oggi l'azienda Rai.

Nel frattempo Maurizio Romiti, si definisce «favorevole per principio» al processo di privatizzazione. Che però, avverte, "non deve essere mascherato, non si deve fare come con le banche, che attraverso fondazioni e fusioni sono tornate in mano pubblica".

Pubblica i tuoi commenti