Bachelet in onda nonostante la par condicio

La legge sulla par condicio 'nel mirino' –

Prosegue la strategia di ‘cancellazione’ dei programmi più che dei presunti “abusi” dei conduttori e si tenta ancora di dare la colpa alla legge sulla par condicio. Persino un programma religioso era finito ‘nel mirino’ ma ora c’è un salutare ripensamento…

La Rai aveva cancellato nei giorni scorsi una puntata della rubrica religiosa 'A sua immagine' perché conteneva - nell'ambito di un ricordo di Vittorio Bachelet, ucciso 30 anni fa dalle BR - un'intervista al figlio Giovanni, deputato del PD, che però ricordava solo il padre. Una decisione assurda, che aveva provocato moltissime proteste e anche - pare - l'intervento del Presidente Napolitano. A prendere le difese di un'applicazione così sciocca e letterale del recente provvedimento della Vigilanza (che già va molto oltre la par condicio, per la verità) era stato un Mauro Mazza, direttore di RaiUno, insolitamente 'infervorato' sulla questione.
Oggi la notizia della 'marcia indietro'. Ecco la cronaca di www.repubblica.it:

«La puntata di 'A sua immagine' dedicata al trentennale della morte di Vittorio Bachelet andrà in onda sabato prossimo, 20 febbraio. Lo ha deciso la Rai e l'annuncio è stato dato in diretta da Rosario Carello, conduttore del programma in onda il sabato pomeriggio e la domenica mattina su RaiUno. "La decisione - ha spiegato - è stata presa dall'azienda per l'eccezionalità della vicenda storica e sociale di Vittorio Bachelet".
Il giurista fu ucciso dalle Brigate rosse il 12 febbraio del 1980, al termine di una lezione, sulle scale della facoltà di Scienze Politiche alla Sapienza, mentre conversava con la sua assistente Rosy Bindi. La puntata a lui dedicata doveva andare in onda alle 17 di (sabato) ma era stata cancellata per le norme sulla par condicio in quanto era prevista la presenza del figlio Giovanni, deputato del Partito democratico. "La trasmissione era stata registrata una settimana fa - ha detto il parlamentare - ma è stata cancellata perché conteneva un deputato Pd, cioè me". Assai sorpreso per la decisione della Rai, presa sulla base del nuovo regolamento, Giovanni Bachelet ha spiegato che nell'intervista ricordava solo suo padre e non parlava mai di politica.
Le disposizioni sulla par condicio, recentemente approvate tra molte critiche dalla Commissione di vigilanza Rai, estendono a 45 giorni prima della consultazione elettorale, a personaggi politici il divieto ad apparire in televisione, nonostante l'inizio ufficiale della campagna elettorale sia fissato a 30 giorni prima. C'è anche da sottolineare che il divieto riguarda tutti i cittadini italiani eletti in una qualsiasi istituzione, anche se non direttamente candidati alle prossime elezioni, come nel caso di Giovanni Bachelet».

Come si vede, ad assurdo si aggiunge assurdo e il tutto sembrerebbe far parte di una strategia del Centro-Destra per mettere sotto accusa la legge sulla par condicio, 'pannicello caldo' del problema del conflitto d'interessi, in vista di una sua cancellazione, che aggraverebbe solo la situazione, già insostenibile (da moltissimi anni), con un grande editore Tv e dei media che è anche capo di una forza politica e addirittura Presidente del Consiglio. Con l'aiuto di qualche esponente radicale - che evidentemente preferisce un'apparizione in più in Tv a breve a una regolamentazione seria del problema - , si tenta allora la 'spallata'. Niente di più sembra essere il regolamento varato nei giorni scorsi dalla Vigilanza, su cui la battaglia continua.
E anche se Giovanni Floris, ospite di Fazio domenica sera, è apparso un po' sopra le righe, ci si domanda se per un mese tutto il mondo del giornalismo Rai debba davvero, come minimo, “essere messo sotto tutela”. Ci pare un po' troppo e qualche rimedio si dovrà per forza trovare, anche per non danneggiare seriamente l'azienda dal punto di vista economico.

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