Un programma senza struttura narrativa e con una conduzione “soporifera”. Nemmeno la rissa riesce ad accendere “La versione di Banfi” su Rete 4.
Mancato il collegamento con gli operai di Fincantieri a Genova nella puntata del 13 ottobre, Alessandro Banfi ci ha riprovato, con più fortuna, giovedì scorso. Ma il collegamento dell'inviata Monica Giandotti non era con gli operai dei cantieri genovesi di Fincantieri bensì con quelli di Fincantieri di Ancona, più concilianti e pazienti (almeno all'apparenza).
Quelli di Genova, la settimana precedente avevano trattato in malo modo l'inviata che era in collegamento con la Superba (il soprannome della città doveva forse mettere sul chi va là Banfi e il suo team: superba la città, superbi gli abitanti, si dice in Liguria) per raccontare la situazione precaria dei lavoratori della Fincantieri, stufi dell'attesa del collegamento. Una reazione, smisurata, causata dalla scelta degli autori di privilegiare gli interventi dei politici per proporre in un secondo tempo le loro proteste.
Una scelta che ha fatto saltare i nervi agli operai che si sono scagliati contro le telecamere di Rete 4, assalendo la coraggiosa inviata Monica Giandotti al grido di “Vai via, vai via sono due ore che aspettiamo”.
Un episodio, anzi è proprio il caso di dire un gesto di superbia, sul quale un conduttore come Santoro, Paragone o anche lo stesso Vinci si sarebbero buttati a pesce, prendendo in mano la situazione, padroneggiandola e volgendola a favore proprio (e degli ascolti della rete). Il povero Banfi, invece, ha proseguito secondo il suo stile soporifero, monotono e monocorde per ricorrere all'atto “estremo” nel momento del bisogno: il lancio della pubblicità.
Gli è invece andata meglio nell'ultima puntata, ad Ancona, appunto. Gli operai sono stati ordinatamente in fila ed hanno parlato dei loro problemi. Collegamento Ok e linea allo studio.
E così Banfi è tornato a marciare sui suoi ascolti medi (nell'ultima puntata ha raccolto un 3.46% e in quella del 13 ottobre il 3,22%), in un programma nel quale sembra capitato per caso: non riesce a dargli un ritmo, un racconto o una linea e vaga per lo studio come un'ameba a rappresentare la parte del “conduttore inerme”, che si offre all'informazione subendola e snocciolando ogni tanto frasi fatte.
Rete 4 - per non sembrare solo la rete di Fede - ha fatto ricorso proprio a lui, mentre Mediaset in generale schiera un talk show (almeno uno) a fianco di un 'Matrix' che non si capisce più bene cosa sia.