Il ‘Corriere della sera’ (e altri a seguito) ci hanno fatto dei titoli ‘allarmati’ e forse anche un po’ ‘sensazionalistici’. Ma che le frequenze del beauty contest siano occupate in diverse parti d’Italia per noi non è certo una novità…
Capita parlando di Tv di essere spacciati per Cassandre. Degli incredibili portasfiga che evocano scenari clamorosi, disastrosi e poco credibili. Ma il tempo e la realtà, come per la epica Cassandra, finiscono col fare giustizia.
Quante volte, dalle colonne del nostro mensile, ci siamo dilungati a parlare delle frequenze del beauty contest e abbiamo spiegato come queste siano occupate a vario titolo da utilizzatori vari? Nessuno, e ribadiamo nessuno, si è mai sognato di mettere mano al problema.
Un'interrogazione dell'ex ministro Paolo Gentiloni (ispirato dal solito Antonio Sassano) ha “denudato il re” e ora tutti, ma proprio tutti, si rendono conto che sulle frequenze oggetto del “concorso di bellezza” (per ora congelato) già trasmettono diversi soggetti. Gentiloni, per sintetizzare, ha parlato dei casi (e casini, permettecelo) di Milano, Roma e Napoli. Ma la situazione è assai deludente in tutta Italia.
La prima ad avere colpe di questa situazione è mamma Rai: si ostina a lavorare “a rimbalzo” (una postazione riprende il segnale da un altro e lo ritrasmette, cambiato di frequenza) quando tutta Italia utilizza solo ponti radio e satellite. Il mux 1 occupa 75 volte il canale 54 (Gorizia, Trieste e Rimini docet), 8 volte il 55 (a Como per esempio) e ben 23 volte il 58. Ma in questo caso i ripetitori sono piccoli e sperduti nelle valli (con eccezioni più significative a Vittorio Veneto e Omegna). Casualmente, quindi, il canale che sarebbe dovuto finire a Mediaset (e che per un po' ha ospitato la sperimentazione HD del Biscione) è stato 'tutelato' addirittura dalla stessa concessionaria pubblica.
L'affare è comico se si analizza come il 58 sia rimasto libero anche dalle “assegnazioni” private, a differenza degli altri canali. Sì, perché la Magistratura ci ha messo del suo, sistemando alcuni privati (penalizzati dalla scelte ministeriali) sui canali lasciati liberi per il beauty contest. In altri casi i canali 54 sono stati assegnati dallo stesso Ministero alle varie emittenti, in luogo di altre frequenze.
Un modus operandi che di fatto avrebbe reso impossibile per due dei tre gruppi nazionali (Timb per il 54, Rai per il 55, ammesso che interessasse ancora) ritornare sulle frequenze di beauty contest. Peggio che mai la situazione sulle altre di minore pregio: nelle aree rilevanti (come ha fatto notare Gentiloni e come 'Millecanali' ripete da tempo immemore) non c'è spazio e quindi l'assegnazione avrebbe dovuto essere preceduta da uno sfratto. Uno sfratto, si badi bene, di un soggetto che spesso (ma non sempre, anzi) occupa una frequenza sulla base di una determina ministeriale o di un ordine della Magistratura.