“Il fatto” di Enzo Biagi si congeda da RaiUno, ma riprenderà comunque, salvo inprevedibili colpi di scena ‘politici’, il 15 ottobre.
Luttazzi e Santoro (almeno nella versione 'Raggio Verde') non hanno invece trovato posto nel palinsesto autunnale della Rai, presentato di recente agli investitori pubblicitari. Vespa, al contrario, sarà in video tutta la settimana.
Qualcuno forse non condivide questo tipo di scelte ma il mutato clima politico non poteva evidentemente non lasciare qualche segno nelle future programmazioni della Rai, anche se a Viale Mazzini Zaccaria e il Cda restano per ora 'asserragliati', in attesa di sapere fino a quando potranno restare al loro posto.
"Il fatto" di Enzo Biagi, che per collocazione e ascolti (nelle puntate con Montanelli e Benigni si sono toccati i 7 milioni e mezzo di spettatori, 30,5%) era invece intoccabile, è riuscito a resistere e viene previsto in palinsesto anche per la prossima stagione.
Biagi, in un'intervista al "Corriere", si è intanto difeso dall'accusa di aver fatto programmi "politicamente schierati": "É il chiodo fisso dei politicanti credere che uno faccia qualcosa sempre per o contro qualcun altro.
Io racconto fatti. Va da sé che per raccontare un fatto ci vuole un punto di vista. Possiamo sbagliare, ma siamo in buona fede. Di certo "Il fatto" non è un tribunale".
Biagi ha altresì difeso Santoro e Luttazzi: "Santoro è un professionista eccellente, mi auguro che abbia un suo spazio. Per fare un buon coro ci vogliono molte voci.
Ecco, io penso che ci dovrebbe essere spazio per Santoro, Luttazzi, per me: credo sia nell'interesse del Paese".
Parlando delle sue "aspettative" per il futuro, Biagi ha affermato: "Non mi aspetto niente. Amo ripetere quello che disse il columnist James Reston ai Kennedy: 'c'eravamo quando siete arrivati, ci saremo quando andrete via'. Solo che qui di Kennedy in giro non ne vedo".
E se Piersilvio Berlusconi afferma che, attualmente, non c'è personaggio Rai che possa fargli gola, forse si è dimenticato proprio del decano (con Montanelli) dei giornalisti italiani, un grande vecchio in grado di resistere tanto alle dure leggi della Tv "commerciale" quanto al mutare dei climi politici.