Il gruppo televisivo bolognese Rete 7 e la società Comunicare srl hanno raggiunto qualche giorno fa, nella sede di Coop Alleanza 3.0 di Reggio Emilia, un accordo per la cessione del 100% delle quote della società “Antenna”, attuale operatore di rete sul CH 42 UHF in Emilia-Romagna, appunto da Rete 7 al gruppo cooperativo.
In una comunicazione congiunta, “le due società dichiarano di avere raggiunto un accordo importante che consentirà di valorizzare ulteriormente il principale canale di trasmissione televisiva assegnato alle Tv locali in Emilia-Romagna. L’impegno di entrambe le società è di arginare la grave crisi del settore radiotelevisivo privato e salvaguardare il maggior numero di posti di lavoro”.
Ma era solo l’antipasto per le notizie su Rete 7 - È Tv, gruppo cui fanno capo anche le sigle Antenna 1 (di Modena; non più in onda da alcune settimane) e Teletricolore (Mediapason) di Reggio Emilia. Subito dopo è infatti arrivata la grave notizia della decisione della proprietà (gruppo Spallanzani ma a gestire tutte le operazioni è sempre stato l’AD Giovanni Mazzoni, ora dimissionario) di liquidare al 31 maggio la stessa società Rete 7, peraltro ora privata del suo asset principale con la cessione della frequenza Tv. Molto preoccupati, naturalmente, i dipendenti di Rete 7, una ventina di persone fra giornalisti e tecnici, i quali, appresa la novità, hanno proclamato dieci giorni di sciopero per la mancanza di garanzie sul loro futuro, o sulla sorte che loro toccherà.
“Chiediamo a Coop, soprattutto di fronte ai contenuti riportati nel comunicato che ha diffuso, cosa intende fare del personale di Rete 7” - ha detto Stefano Gregnanin, segretario regionale della Fistel-Cisl, rinnovando un appello urgente a quanti fossero interessati a rilevare Rete 7 e le sue attività editoriali. Alleanza 3.0 però ha fatto sapere di essere interessata in specifico soprattutto alla gestione della frequenza (senza impegni sul resto delle attività), mentre si era fatto avanti (per poi ritirarsi) per le altre attività nei mesi scorsi, fra gli altri, il gruppo Baronio di Cremona (Telecolor e varie altre cose).
I lavoratori di Rete 7 ritengono che questa è “la classica goccia che fa traboccare il vaso. La (sola) acquisizione del canale 42, il principale asset del gruppo, ad oggi, significa, di fatto, venti licenziamenti”.
Ma se su Rete 7 incombe una ‘scadenza’ così pesante e quasi immediata, la “colpa”, per i dipendenti e i sindacati, è di un’azienda che, “nonostante i consistenti finanziamenti pubblici ricevuti”, è stata capace “solo di depotenziare le produzioni, l’informazione giornalistica, il reparto commerciale, la presenza sul territorio, a differenza dei gruppi più virtuosi che stanno investendo per superare la crisi e riguadagnare mercato”. Insomma, ci sarebbero stati “gravi e reiterati errori gestionali della proprietà”, come la recente “finta chiusura delle sedi di Modena e Reggio Emilia, poiché quelle sedi sono state invece trasferite ad altre società del gruppo allo scopo di ricorrere a lavoro precario e irregolare”.
L'Ordine dei Giornalisti dell'Emilia-Romagna ha espresso vicinanza e sostegno a tutti i lavoratori del gruppo Rete7 - È Tv per la decisione dell'editore di mettere in liquidazione la società. “Si tratta di un provvedimento unilaterale, preso nonostante la possibilità di un contratto di solidarietà in deroga fino al 31 dicembre (nelle vicende sindacali di Rete 7 è spesso intervenuta infatti la Regione Emilia-Romagna; N.d.R.) e che mette a serio rischio una ventina di posti di lavoro - ha spiegato il presidente dell’Ordine, il giornalista Rai Antonio Farnè - . A questa situazione si è arrivati dopo l'accordo per la cessione delle frequenze dell'emittente a coop Alleanza 3.0. Tocca ora a quest'ultimo soggetto dimostrare che l'obiettivo dell'operazione sia, come era stato ribadito nel recente passato, contrastare la crisi del settore e salvaguardare il maggior numero di posti di lavoro. Lo si deve ad una voce storica dell'emittenza radiotelevisiva della nostra regione e, soprattutto, ai tanti lavoratori che, in questi ultimi anni, con grande sacrificio personale hanno accettato ammortizzatori sociali e sistematici tagli salariali all'unico scopo di garantire un futuro a Rete7 - È Tv”.
Coop Alleanza 3.0, il colosso nato dalla fusione tra le tre grandi coop della grande distribuzione (Adriatica, Nord Est ed Estense), cui fanno capo la Tv modenese-bolognese Trc e la reggiana Telereggio, si conferma intanto in questo modo come una specie di ‘asso pigliatutto’ del mondo televisivo emiliano, o forse di quel che ne resta, visto che di recente aveva fatto un’operazione analoga a quella ora realizzata con Rete 7 con la parmigiana-piacentina Teleducato, a sua volta in gravissime difficoltà, rilevando le frequenze di quest’ultima antenna su Parma e Piacenza. In realtà in ballo ci sono più che le frequenze in quanto tali le posizioni Lcn, considerando che Rete 7 ha il pregiato 10, Teleducato l’11 e il 12, Telereggio il 14 e Trc il 15 (il 13 è di 7 Gold - gruppo Ferretti). Alleanza 3.0 avrebbe dunque ora in mano tutti gli Lcn dal 10 al 15 in Emilia, fatto salvo il 13. Di recente - si ricorderà - il 19 di Telecentro (del gruppo Telesanterno, 18 Lcn, e Telestense, 16 Lcn; il 17 è di Tv Parma, a sua volta in non buone condizioni economiche) è stato ceduto alla modenese Tv Qui, a dimostrazione di come molti giochi si facciano proprio su queste numerazioni.
Ma una recentissima novità può anche indicare come Alleanza 3.0, se le cose prendessero una certa piega, potrebbe anche intervenire in qualche modo nelle attività editoriali di Rete 7. La notizia infatti riguarda proprio Teleducato, che, limitatamente a Parma, ha preso nuova vita come emittente dallo scorso 18 aprile. Della partita, nella nuova società a responsabilità limitata Dodici (vedi sopra), sono proprio Coop Alleanza 3.0, per mezzo della controllata Comunicare Spa, al 50%, e Daniela e Michela Allodi per l’altro 50.
Paolo Cattabiani, amministratore delegato a Finanza e Sviluppo di Coop Alleanza 3.0, ha detto: “Vogliamo esprimere un impegno per raccontare, oltre che informare. Questo territorio è un riferimento europeo delle eccellenze agroalimentari e industriali. Pensiamo che un canale che, oltre all’informazione, possa essere luogo d’incontro di istituzioni ed economie locali, serva a definire nuove occasioni di sviluppo per l’intera comunità e per l’intera regione”.
Teleducato rinasce dunque a nuova vita, per Rete 7 per ora ci sono solo speranze.