Bonolis dice “Basta!”

È finita come si poteva prevedere: il giochino (non sondaggio, per carità!), che tanto clamore aveva sollevato perché Berlusconi era risultato il più “contestato”, è stato di fatto messo da parte. Bonolis però se l’è cavata…

Come uscire da quel formidabile "casino" (sia consentito il termine, nell'occasione assolutamente appropriato) in cui "Domenica In" si era cacciata alla sua prima puntata, più per l'insipienza o la mancanza di immaginazione dei suoi autori che per un diabolico complotto o per la "cattiveria" del pubblicoO Come impedire, insomma, che il nostro Presidente del Consiglio finisse di nuovo alla berlina, quale "vittima" delle intemperanze di un pubblico (sia pure, si pensa, "pacioso" come quello domenicale di RaiUno) che lo indicava come la persona cui dire "basta!" più di chiunque altro e di qualunque altra situazioneO

Dev'essere stata una settimana d'inferno quella di "Domenica In", incappata alla sua prima puntata del nuovo corso di Paolo Bonolis in un infortunio che per la verità si poteva anche prevedere, dopo aver dato vita a quel diabolico giochino del "basta!". Qualcuno si sarà probabillmente cosparso il capo di cenere fra gli autori del programma, ma naturalmente è toccato a un Bonolis che in video è una "vera forza della natura", capace di sostenere da solo tante ore di diretta da assoluto padrone del campo, dare al pubblico la versione ufficiale del "cambiamento in corsa" intervenuto.

Il "basta!", dunque, non scompare del tutto ma non si faranno più nomi, tantomeno di politici (si disinnesca così, insomma, forzatamente, la "bomba" costituita dal tema proposto al pubblico) e per far capire che la musica è (già) cambiata, domenica si sono fatte sentire alcune telefonate, tutto sommato, "innocenti" di gente che ha chiamato la trasmissione (una signora ce l'aveva con la Clerici, chissà perché...) e si è presentato il tutto come un'occasione di piccolo sfogo offerto alla gente, un momento in cui pensare e dare un testimonianza del proprio disagio, dopo tanto svago offerto dal programma d'intrattenimento per eccellenza di mamma Rai.

Verrebbe da dire "ci potevano pensare prima", ma tant'è, domenica si è dovuta medicare una ferita che rischiava di incancrenire e grazie all'abilità di Bonolis nei suoi monologhi "subito prima del Tg1" lo si è fatto nella maniera più indolore possibile. Lo "scandalo" non si verificherà più, ma il rischio è che adesso di questa "Domenica In" ricondotta su binari più canonici non si parli quasi più.

Il meccanismo legato al calcio e alle squadre, con giochi più o meno goliardici e tanti ospiti fissi quali capitani rischia infatti prima o poi di mostrare la corda e Costanzo, su Canale 5, non aspetta altro.

Difficile pensare a come se la sarebbe cavata un altro presentatore, meno carismatico di Bonolis, in una situazione simile, quasi impossibile da gestire. Bonolis è riuscito anche a scherzarci su, con la complicità di Lippi, Magalli e altri (la notizia della settmana non era infatti l'esito del "basta!" di "Domenica in" ma l'incontro galeotto Mazza-Giletti) e ha nuovamente indicato come "immaginazione" le congetture, in particolare, dell'Unità. "Non sono un "megafono" del Governo e neppure dell'opposizione" - ha detto con la consueta foga Bonolis.

Sembra di sentire Ciampi: "Non tiratemi per la giacchetta, per favore...". D'accordo, Paolo, ma intanto il tuo programma così era vivo; adesso con cosa lo farai vibrare ogni domenicaO

Mauro Roffi

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