Bordon staccherà la spina al PapaO

Il ministro dell’Ambiente, Willer Bordon, se Radio Vaticana non modificherà a breve la propria potenza di trasmissione, staccherà la corrente all’emittente pontificia, accusata di “elettrosmog”

per i megaimpianti di Santa Maria di Galeria, vicino Roma.

Il portavoce vaticano, Joaquim Navarro Valls, con una dichiarazione ispirata dalla Segreteria di Stato, ha definito "dichiarazioni inaccettabili" e "contrarie allo spirito del negoziato" quelle del ministro Bordon, il quale ha affermato, di rimando, che il Governo "deve far rispettare le leggi dello Stato".

La Santa Sede in questo modo ha replicato a caldo alle dichiarazioni del ministro dell'Ambiente sul problema, proprio dai ripetitori di Radio Vaticana.

"Sorprende che un esponente del governo italiano diffonda dichiarazioni inaccettabili ai fini della corretta informazione dell'opinione pubblica" - ha aggiunto Navarro Valls.

Sulla minaccia del ministro, che aveva detto "farò staccare l'elettricità a Radio Vaticana, se entro 15 giorni la situazione non sarà cambiata", il portavoce della Santa Sede ha poi commentato: "Bordon prospetta gravi iniziative, contrarie allo spirito del negoziato".

Certo è che, parafrasando un commento scritto dallo stesso Bordon su "Repubblica" del 21 marzo, le onde elettromagnetiche prodotte da Radio Vaticana "hanno più volte superato i limiti fissati dalla legge italiana" e la questione può, a questo punto, prendere anche una piega pesante, complice il periodo pre-elettorale.

In territorio italiano, quindi sotto la giurisdizione italiana, verrebbe infatti palesemente violata la legge italiana e, a rigor di logica, sarebbe lecito - per qualcuno addirittura doveroso - intervenire.

Attualmente sembra che Radio Vaticana abbia già in parte "moderato" la potenza di trasmissione delle proprie strutture, mentre a ben poco è servita finora la Commissione fra l'Italia e il Vaticana istituita già tempo fa per affrontare i problemi dell'"inquinamento" prodotto dalla stessa Radio Vaticana; quest'ultima - o almeno questa è stata l'impressione che si è avuta - ha peraltro ritenuto di poter superare "in scioltezza" il problema rispetto ad altre antenne, per la sua particolarissima natura, finendo invece nell'occhio del ciclone.

La vicenda presenta evidentemente anche dei risvolti diplomatici "internazionali" di grande rilievo ed è coinvolta la Farnsina (assai meno 'all'attacco' rispetto a Bordon).

Sullo sfondo ci sono invece i serissimi discorsi sui presunti danni dell'eletrosmog, molto temuti dalla popolazione e demagogicamente 'cavalcati' da tanti politici (anche BordonO), anche se non ancora scientificamente dimostrati.

E soprattutto sullo sfondo c'è una legislazione in materia in contiua e incessante evoluzione, che reca ulteriore confusione, anche in tema di competenze.

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