Brugola dalla Rai a Tmc

Mario Brugola lascia: non è più il potente direttore della Divisione 1 (composta da RaiUno e RaiDue) della Rai.

E il suo abbandono è avvenuto in un'atmosfera più che fredda, definita anzi da qualcuno "ghiacciata".

Già da qualche tempo circolavano voci di dimissioni per questo ex amministratore Mediaset che in Rai era stato prima alla Sipra e poi in un ruolo importantissimo come quello di responaabile della Divisione più importante della Rai, trovando però sulla sua strada molti "oppositori".

Fra le motivazioni che, nell'ordine, avrebbero contribuito alla decisione di Brugola di "lasciare" pare ci siano state l'addio di Celli, qualche flop di troppo ('Rido' sopra tutti), il mancato arrivo di Bonolis e il caso Luttazzi; non ultima delle cause dell'abbandono, poi, una stagione televisiva che in casa Rai ha visto drammaticamente contrapporre "Fantastica Italiana" al "Grande Fratello" e il programma fotocopia "Quiz Show" al "Miliardario" di Gerry Scotti, situazioni che nell'insieme non hanno sicuramente contribuito a salvare una stagione televisiva pubblica nata male e finita, con il Festival di Sanremo, ancora peggio.

Ad interim il posto di Brugola, passato a ricoprire il ruolo di amministratore delegato della concessionaria di pubblicità della nuova Tmc (qui potrebbe ritrovare, per un verso o per l'altro, compagni d'avventura in Mediaset come Carlotti, Gori e Giovalli), viene assunto ad interim dal capo di RaiCinema Giancarlo Leone; la nomina è stata definita "discutibile" dal Presidente della Commissione parlamentare di Vigilanza sulla Rai Mario Landolfi.

Brugola, difendendo tutte le sue scelte in questi mesi passati sul ponte di comando della Rai, ha fatto sapere che ora a Tmc conta soprattutto di ritrovare il piacere di lavorare in una squadra in cui tutti marciano nella stessa direzione.

Quanto a Leone, si conferma personaggio pronto a gestire con abilità le più varie situazioni, senza urtare troppo nessuno dei potenziali rivali né la dirigenza Rai al massimo livello, di qualsiasi orientamento politico essa sia.

Un accorto 'aziendalista', si sarebbe detto un tempo, capace di fare il proprio lavoro in qualunque stagione; per questo già si parla di una conferma, o anche di un ulteriore scatto di carriera, anche nel caso di una vittoria del Polo alle prossime elezioni, con conseguente nomina di un 'diverso' Cda Rai.

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