Nell'ultima giornata valida per le adesioni alle due offerte che si contendevano Rcs Mediagroup (venerdì scorso, 15 luglio), la cordata Bonomi ha raggiunto con la sua Opa il 37,7% circa del capitale, conteggiando anche il 24,7% già detenuto attraverso il veicolo Imh. L'Ops di Urbano Cairo (che comprendeva lo scambio con le azioni di Cairo Communication) ha raggiunto invece il 48,8%, un risultato ‘spettacolare’ per un outsider che aveva contro i presunti ‘poteri forti’ di Rcs.
All'Ops di Cairo sono state apportate 254,7 milioni di azioni (appunto il 48,8% del capitale), mentre all'Opa Bonomi sono andati 67,48 milioni di azioni. In partenza l'editore di La7 aveva solo il 4,7% di Rcs e l’appoggio di Intesa San Paolo. Bonomi - che ha lanciato l'Opa insieme a Mediobanca, Diego Della Valle, Unipolsai e Pirelli - ha ottenuto, dall'inizio dell'Opa stessa, il 12,93% del capitale. A questo va sommato il 22,6% del gruppo del ‘Corriere della sera’, di cui gli storici azionisti erano già titolari, e un 2,1% acquisito sul mercato.
Cairo dovrà ora versare 63,69 milioni di euro in contanti ai soci di Rcs che hanno scelto di consegnargli le loro azioni. L'esborso massimo preventivato dall'editore di La7 era di 130 milioni di euro, per i quali aveva ottenuto una linea di credito da Intesa Sanpaolo, advisor dell'Ops tramite Banca Imi. La cifra, che dovrà essere pagata dalla Cairo Communication, è inferiore all’aumento di capitale che sarà votato lunedì 18 luglio dai soci del gruppo editoriale. La proposta prevede infatti l'attribuzione al Cda della facoltà di lanciare entro un anno un aumento di capitale riservato fino a 70 milioni di euro per l'ingresso di un eventuale partner strategico. Cairo nella sua controfferta finale ha messo sul piatto 0,18 azioni della Cairo Communication più 0,25 euro in contanti per ciascun titolo Rcs consegnato all'Ops.
Chi ha aderito all'Opa di Bonomi potrà invece scegliere di consegnare le sue azioni a Cairo o di tenerle: nell'ipotesi che l'intero 12,93% di Rcs conquistato dalla cordata sia girato a Cairo, l'esborso in contanti per il patron di La7 e del Torino calcio salirà di altri 16,8 milioni, a 80,5 milioni di euro, mentre la sua quota di Rcs salirebbe al 61,7%.
Fin qui la ‘cronaca finanziaria’. Ci sarebbero però tante altre considerazioni da fare, non solo di tipo economico.
Cairo si conferma in particolare come un ‘outsider’ vincente del mondo editoriale (e non solo) italiano, entrando adesso addirittura da vincente nel famoso ‘salotto buono’ del ‘Corriere’. Ma ci entra a modo suo, con le sue scelte finora quasi sempre vincenti: attento controllo dei costi, valorizzazione dei prodotti, strategia semplice e al contempo aggressiva sul mercato. Una gestione completamente diversa da quella che si era vista finora in casa Rcs, tutta incentrata sugli equilibri di potere, sul controllo reciproco fra i soci, sui famosi ‘patti di sindacato’ che ‘chiudevano le porte agli estranei’, con i ‘poteri forti’ che si limitavano a controllare il Cda attraverso i famosi ‘patti parasociali’, mentre la gestione ordinaria veniva delegata al management di fiducia.
Quest’ultimo però ha dato negli anni risultati molto negativi, con un rosso costante nei conti e soprattutto con la disastrosa avventura spagnola (vedremo cosa farà Cairo qui, perché il problema è tuttora pesante), situazioni che, fra le altre cose, hanno costretto alla cessione alla Mondadori della gloriosa Rcs Libri.
A proposito di scelte sbagliate (o almeno ‘imprudenti’), basterà poi ricordare la storia breve eppure ‘intensa’, con una bella fetta di pubblico rimasta alla fine ‘orfana’, di Gazzetta Tv. E che dire del resto delle iniziative Tv, con i canali Lei, Dove Tv e Caccia e Pesca, di cui si parla pochissimo, con un’audience del tutto conseguente?
Tutti questi arcaici equilibri di potere, ancora presenti nell’economia italiana dai tempi di Cuccia e con Mediobanca non a caso ancora al centro della scena, sono entrati in crisi definitiva non solo per i conti disastrosi della casa editrice ma ancor di più per la scelta recente della Fiat (Fca) di uscire dalla partita Rcs, di cui era stata la principale protagonista, unificando peraltro le iniziative editoriali dirette (‘La Stampa’) con il gruppo L’Espresso-Repubblica. Lo stesso Della Valle, in passato molto critico anche in sede Rcs, si è ritrovato senza l’arcinemico Marchionne e a quel punto ha fatto una ‘scelta istituzionale’, sottovalutando però l’astuto e lanciatissimo Cairo, che si era infilato nella partita con una quota piccola ma importante, da cui è partito per aggiudicarsi, con progressive scelte vincenti, l’intera posta.
Chi ha seguito anche la comunicazione di questi giorni di Cairo, con l’efficace spot su La7 e quel simpatico ‘Ops…’, a confronto con la ‘polverosa’ iniziativa e la comunicazione di Bonomi, può capire le ragioni di questo esito finale. Un esito peraltro ottenuto attraverso operazioni pienamente di mercato (Ops, Opa) molto gradite in Piazza Affari ma quasi sempre assenti, non certo a caso, nel panorama economico italiano.
C’è un limite che pare però evidente, a cui ovviare: Urbano Cairo ha una gestione del tutto personale, basata su se stesso e poco più, e i fronti su cui è impegnato invece si stanno moltiplicando tanto: insomma, troppo per un uomo solo e Cairo probabilmente, con la sua concretezza piemontese, ne è già consapevole.
Ci sarà ora tempo per capire cosa succederà nel mitico ‘Corrierone’, che ne sarà dei periodici residui, cosa si farà in Spagna, cosa in Tv (non escludiamo sorprese, per esempio per Gazzetta Tv, che ha lasciato appunto troppi rimpianti). Qui c’è il capitolo di La7, rimessa rapidamente in sesto dopo una gestione Telecom paragonabile (anche per il rosso costante) a quella di Rcs.
E La7 si ritrova inaspettatamente in casa il primo (o secondo, ma lasciamo stare) quotidiano italiano, carico di gloria storica e di ricordi ma anche per niente ‘in passivo’, e il primo, diffusissimo, quotidiano sportivo italiano. Un esito impensabile finora ma anche promettente, stimolante, mentre la vicenda televisiva, complessivamente, è solo all’inizio, perché c’è anche tutta la storia dei nuovi mux ‘conquistati’ di recente da Cairo con un altro ‘atto di coraggio’.
Ne vedremo delle belle, questo è sicuro.