“La7 è l’unica Tv di carattere generalista cresciuta dopo l’arrivo del digitale terrestre”. Lo ha affermato Urbano Cairo, presidente del gruppo Cairo Comm., durante l’assemblea dei soci, parlando del canale televisivo acquistato nel 2012.
“Nella stagione 2014 - ha ricordato Cairo - gli ascolti di La7 sono stati del 3,4% in tutta la giornata e del 3,8% nel prime time. È un ascolto inferiore rispetto al 2013 ma quello era stato un anno speciale perchè ci furono le elezioni politiche, ci fu una lunga crisi di governo, la rielezione di Napolitano a Presidente della Repubblica, la condanna di Silvio Berlusconi e la sua successiva decadenza dalla carica di senatore e infine ci furono le primarie del Pd. Tra il 2008/2010 e oggi gli ascolti di La7 sono stati del 3,7-3,8%; La7 nel periodo dell’arrivo del digitale ha avuto un piccolo incremento del 5%”.
Quanto ai contenuti, Cairo ha preannunciato una progressiva riduzione dei programmi politici su La7: “Oggi sono quattro e ne avremo almeno uno in meno se non di più”. Rispondendo ad un azionista sul lavoro dei giornalisti di La7, Cairo ha poi precisato: “Lascio liberi i miei giornalisti e i conduttori. Non dico alla Gruber, per esempio, chi inviate e chi no. A volte io posso dare dei suggerimenti, ma nulla di più”.
Quanto all'investimento in RCS, Cairo ha rimarcato che si tratta di “un investimento personale”. Circa il ruolo di Mentana, l'editore ha evidenziato che “ha un contratto a tempo indeterminato, ha un accordo di stabilità e ha anche un patto di non concorrenza”, ponendo l'accento sull'ottimo rapporto, a rimarcare che “non sono solo i contratti che contano, evidentemente”.
Sulla raccolta pubblicitaria di Cairo Communication, l'imprenditore ha spiegato che a marzo si è vista “una tendenza al miglioramento”, rispetto all’andamento di gennaio e febbraio e si è detto tutto sommato fiducioso per l’andamento dell’intero anno. “Il calo del petrolio, dell’euro e la grande quantità di moneta messa a disposizione dalla Bce possono dare una spinta all’economia - ha detto in particolare il patron de La 7 dopo che l’Upa ha previsto una crescita del 2% per quest’anno -. In Italia ci sarà anche l’Expo, poi a fine anno il Giubileo, sono tutte cose positive per lo sviluppo dell’economia italiana, che però deve cominciare a correre un po’ di più”.
Quanto ai contratti in scadenza a giugno con Michele Santoro e Daria Bignardi, Cairo ha detto che le parti starebbero “parlando per vedere se c’è spazio per fare altre cose insieme”.
Infine, sulla riforma Rai Cairo ha auspicato che essa non abolisca il tetto pubblicitario: “Ho molta fiducia in Renzi - ha detto - spero non ci deluda aumentando l’affollamento pubblicitario della Rai, che già gode del vantaggio del canone”. Sarebbe “una manovra che crea un affollamento con difficoltà incredibili per tutti” gli operatori del mercato editoriale”. “Se Renzi va nella direzione della modernità” non deve andare verso questa scelta.
Fra l’altro la Rai è anche sotto accusa perché avrebbe praticato prezzi troppo bassi per i suoi spot, deprimendo (secondo la concorrenza) tutto il settore televisivo.
Tornando a La7, le lavoratrici e i lavoratori dell’emittente si sono astenuti dal lavoro giovedì 30 aprile per l’intero turno. Si tratta della prima delle 5 giornate di sciopero programmate dalle segreterie nazionali e territoriali di SLC-CGIL e UILCOM-UIL e dalle RSU.
“A fronte dei risultati di bilancio favorevoli per il gruppo Cairo Communication e, in particolare, per La7 - dichiarano i due sindacati - permane senza alcuna giustificazione il blocco salariale imposto dall’azienda per la scelta deliberata di sottrarsi al confronto con i sindacati sul Premio di Risultato (non versato da tre anni) e sul Contratto Integrativo Aziendale da rinnovare. Grave, in questo quadro, è il differente trattamento salariale e normativo a danno dei nuovi assunti e dei Tempi Determinati”.
“Le organizzazioni sindacali si sono rese disponibili a contribuire al risanamento fin dal primo momento, ma questa disponibilità è stata ignorata - prosegue la nota. La proprietà ha preferito seguire la propria strada, da sola, per realizzare un cosiddetto risanamento sulle spalle delle lavoratrici e dei lavoratori, senza un Piano Industriale e svalorizzando le professionalità presenti in azienda con un sempre più massiccio ricorso agli appalti esterni. Sebbene le lavoratrici e i lavoratori abbiano lavorato con la stessa abnegazione di sempre, nulla hanno ricevuto in termini di riconoscimento economico, mentre è stato garantito l’aumento delle cedole degli azionisti”.
“Nel contempo la banca d’affari Equita Sim ha appena tagliato il target price di Cairo Communication per il 2015/2017 con un giudizio degli esperti che ha visto retrocedere il titolo da Buy (acquistare) a Hold (mantenere). Il che dimostra, come sosteniamo da sempre, che senza un progetto industriale e un piano di investimenti non c’è un risanamento strutturale che garantisca prospettive certe di crescita per il futuro”.