Calcio e diritti Tv: è l‘ora dell’intesa?

A sorpresa, dopo tanti liti e minacce di azioni legali, i club calcistici sembrano pronti a firmare un documento che chiude un contenzioso interno alla Lega che andava avanti da mesi.

Della questione si è occupato con attenzione il 'Corriere della sera', con un articolo di Fabio Monti. Eccolo:

«Diritti Tv. Manca la firma fra i 20 club di serie A, ma c' è un' ipotesi concreta di accordo, dopo tre mesi di tensioni, polemiche, ricorsi ai tribunali (sportivi e ordinari), minacce di scissioni. Tre mesi di contrasti vivaci, che in realtà erano tre anni di bagarre, visto che dell'applicazione della legge Melandri (qualcosa di simile ai decreti attuativi) già si discuteva nel 2008, dopo la prima intesa del 30 ottobre 2007.

(Ora) sono state gettate le basi per scegliere in maniera definitiva i criteri di ripartizione dei 197 milioni dei diritti Tv legati ai bacini d'utenza (il numero dei tifosi). Una questione che chiude il contenzioso sul biennio 2010-2012, il primo da quando la vendita dei diritti Tv è tornata ad essere collettiva dopo undici anni. L'accordo è stato trovato su una base molto simile a quella sulla quale si era arrivati alla traumatica rottura dieci giorni fa, ma ormai la maggioranza dei club ha la necessità di avere la certezza della fatturazione, per avere la disponibilità economica per la campagna acquisti (e non solo).

Le quote sono state determinate così: 50% in base ai dati derivanti dalle indagini demoscopiche, compreso il riferimento al dato dell'Auditel, che aveva fatto infuriare le tre grandi; 50% in base ai risultati demoscopici, senza gli ascolti Tv. Il peso dell'Auditel finisce per pesare soltanto per 1/6 e non per 1/3. In questo modo, le medio-piccole hanno avuto comunque un risultato migliore di quello che era possibile immaginare in partenza; le grandi, invece, hanno contenuto le perdite sulle ultime previsioni.

Era previsto che la Juventus avrebbe incassato, tutto compreso, per il 2010-2011 86.200.000 euro, Milan e Inter 78.400.000. L'intesa raggiunta… prevede 79.200.000 euro per la Juve; 74.700.000 per l' Inter; 73.061.000 euro per il Milan. La Roma perde qualcosa, ma non si lamenta, mentre il Napoli guadagna 240.000 euro. È stato così recepito lo spirito della legge Melandri, che, dopo Calciopoli, puntava a ridurre il gap fra le grandi e gli altri club; resta il fatto che è assai consistente la perdita rispetto al 2009-2010 per le società che devono sfidare la concorrenza europea in Champions League.

Ha riassunto Maurizio Beretta, presidente (dimissionario) della Lega di A: «Le società hanno capito che con il passare del tempo i rischi sarebbero aumentati e grazie ai negoziati le distanze si sono ridotte. Al là della sostanza c' è il segnale di una ritrovata unità, anche grazie al via libera di martedì scorso al secondo extracomunitario».
Adesso si possono gettare le basi per la vendita dei diritti per il triennio 2012-2015. La proposta sulla quale si comincerà a ragionare è quella di suddividere il totale degli introiti (si punta al miliardo di euro tutto compreso) in tre parti (come prevede la legge): 40% da ripartire in parti uguali; 39% in base ai risultati sportivi, con grandi vantaggi per chi arriva fra le prime tre; 21% in base ai tifosi.
Per facilitare la vendita per il nuovo triennio, anche i grandi club hanno accettato di trasformare in collettivi quello che ancora era considerato soggettivo: i diritti «ancillari», cioè le interviste pre e post-gara e le immagini dallo spogliatoio».

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