Mediaset si defila, l’Antitrust mette dei paletti. Parte male la nuova asta che dovrà allocare i diritti del calcio per il prossimo trienno. La Lega vorrebbe portare a casa gli stessi introiti dell’ultima volta, ma per le pay tv il pallone non è più la killer application di un tempo
Il 2017 sarà l’anno delle aste per i diritti del calcio in tv. In ballo c’è il triennio 2018-21. Oggetto del desiderio, Champions League e campionati nazionali. La Federazione Europea cercherà di valorizzare al massimo il suo prodotto e procederà con aste Paese per Paese. Partendo da quello che potrà fornire il prezzo massimo, cioè l’Inghilterra, dove i diritti televisivi valgono oro grazie alla sopravvalutazione della Premier League. Per poi proseguire con altri campionati di valore come la Liga spagnola e la Bundesliga e infine approdare in Italia, dove invece qualche problema esiste. Intanto la vendita dei diritti tv della Serie A è stata rallentata perché l'Antitrust ha bocciato le linee guida, approvate a fine novembre dall'assemblea dei venti club della Lega Calcio ed elaborate dall'advisor Infront. Secondo l’Antitrust mancavano dettagli importanti nella definizione dei pacchetti e delle regole di assegnazione degli stessi, a partire dall’assenza delle indicazioni sui soggetti che potranno partecipare alle procedure, ragion per cui le linee guida della Lega di Serie A non garantivano condizioni di equità, trasparenza e non discriminazione. A questo punto il bando, atteso a marzo, potrebbe slittare di un paio di mesi. Il tempo necessario per le società di venire incontro alle richieste dell’Autorità Garante per la Concorrenza.
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