Dopo che nei giorni scorsi si erano diffuse voci sull’imminenza della sentenza e sulla possibilità di una condanna delle emittenti coinvolte, della Lega Calcio e di Infront (erano arrivate subito, peraltro, le smentite di rito), la decisione dell’Antitrust sulla ‘spartizione’ del calcio in Tv di due anni fa è arrivata davvero ed è stata molto severa soprattutto nei confronti di Mediaset, mentre Sky, tutto sommato, ‘se l’è cavata’.
A conclusione del procedimento avviato il 13 maggio 2015, l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (Agcm) ha dunque irrogato sanzioni per complessivi 66 milioni di euro ai principali operatori televisivi presenti sul mercato della pay-tv, Sky e RTI/Mediaset Premium, nonché alla Lega Calcio e al suo advisor Infront: oggetto del provvedimento è l’intesa che chiuse la ‘inusuale’ gara per i diritti del calcio in Tv gestita proprio da Infront, appunto nel giugno 2014 e con validità per il triennio 2015-2018, ritenuta restrittiva della concorrenza, poiché, avrebbe violato l’articolo 101 del Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea; la gara per i diritti televisivi sul Campionato di serie A per il triennio citato sarebbe così stata ‘alterata’.
A giudizio dell’Autorità, l’intesa si è realizzata sostituendo con una soluzione concordata l’esito dell’assegnazione dei pacchetti A, B e D, che discendeva dal confronto delle offerte presentate dai broadcaster il 5 giugno di quello stesso anno.
La Lega Calcio, su suggerimento e con l’ausilio di Infront, invece di aggiudicare sulla base delle offerte presentate i diritti ha promosso nell’occasione - secondo l’Agcm - una soluzione negoziale che, in contrasto con le regole del bando, ha recepito l’assegnazione concordata con i due principali concorrenti. La soluzione perseguita finiva per lasciare invariata, nella sostanza, la situazione precedente, con Sky titolare dei diritti per il satellite di tutte le squadre e Mediaset Premium di quelli ‘terrestri’ per le squadre principali.
Secondo l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, RTI/Mediaset Premium aveva condiviso la soluzione concordata per l’assegnazione dei diritti fin dall’apertura delle buste (con Sky che aveva presentato la migliore offerta complessiva per i due pacchetti principali, compreso il digitale terrestre). E Sky, nonostante abbia aderito alla fine al disegno di spartizione, aveva infatti assunto all’inizio un atteggiamento nettamente contrario alle iniziative delle altre parti ed era stata “indotta” all’intesa anche dal loro comportamento.
Sulla base di questa ricostruzione dell’Antitrust (che coincide con le impressioni di molti, all’epoca) i soggetti sanzionati dal provvedimento dell’Autorità avrebbero concertato l’esito dell’aggiudicazione dei diritti, sostituendo tale accordo, come detto, al risultato della procedura competitiva prevista dalla legge. L’effetto è stato quello di garantire la ‘consueta’ ripartizione del mercato tra i due operatori storici, precludendo fra l’altro l’ingresso di nuovi operatori (si pensa soprattutto al tentativo di inserirsi nell’operazione di Eurosport).
Ed ecco gli importi finali delle sanzioni irrogate dall’Autorità: Lega Serie A 1.944.070,17 euro; Infront Italy S.r.l. 9.049.646,64 euro; RTI/Mediaset Premium 51.419.247,25 euro; Sky Italia S.r.l. 4.000.000,00 euro.
I contratti triennali sui diritti Tv, in ogni caso, sono salvi ma per la prossima gara (che si svolgerà già l’anno prossimo) le cose dovranno evidentemente cambiare e l’esito non dovrà essere deciso a posteriori con un’intesa fra le parti.
Nel corso delle “indagini” dell’Antitrust è intervenuta anche una seconda Autorità, quella per le Comunicazioni (Agcom), che nel suo ‘parere’ non ha contestato la validità dell'impianto accusatorio dell'Agcm ma ha osservato che l'accordo tra Sky e Mediaset Premium-Rti - anche se viola l'articolo 101 del Trattato Ue in materia di libera concorrenza - non ha generato un danno visibile per il consumatore finale. L'Agcom ha osservato anche che la legge Melandri sui diritti televisivi è ‘superata’ e ne ha sollecitato la riforma.
In conclusione, una sentenza molto severa per Mediaset Premium, che viene considerata un po’ ‘l’ispiratrice’ dello svolgimento di tutta l’operazione (annunciando ricorso Mediaset si è detta infatti ‘allibita’ dalla decisione dell’Autorità) ma abbastanza pesante anche per Infront, che avrebbe ‘spinto’ verso la stessa conclusione della gara, tanto che per effetto di questa ‘chiusura politica’ delle operazioni, la Lega Calcio finì - si ricorderà - per avere qualche introito in meno. Sky invece (si noti la multa in cifra ‘tonda’, che è tale non a caso) viene quasi indicata come la ‘vittima’ di un accordo cui aderì in conclusione ‘di malavoglia’, per chiudere una vicenda che si stava trascinando da settimane e dalla quale dipendevano, come si sa, sia l’assetto economico delle Televisioni italiane che quello del mondo del calcio in generale.
Non si chiude tutto qui, naturalmente, non solo per i ricorsi annunciati e prevedibili ma anche e soprattutto perchè sull’intera vicenda è in corso anche un’importante inchiesta penale della Procura milanese, i cui esiti sono al momento imprevedibili. Alcune cose molto importanti però sono già successe, nel frattempo: Premium fra poco sarà di proprietà francese al 100% e la concorrenza con Sky dovrà evidentemente essere condotta con altre modalità. Ma la stessa Infront, che pure è passata di proprietà di recente, potrebbe svolgere in modo diverso in futuro le sue funzioni di advisor, soprattutto se fossero vere le voci di un passaggio di ruolo di Marco Bogarelli, finora vero factotum di tutte queste vicende e del calcio italiano (e non solo) in generale. Anche Governo e Parlamento potrebbero metterci lo zampino cambiando la Legge Melandri e dettando regole diverse per i diritti sportivi. Insomma, forse indietro, dopo questa sentenza, non si tornerà più.
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