La Lega Calcio ricorda con forza che non è possibile per Radio e Tv locali fare radiotelecronache dagli stadi, comunque “confezionate”, a tutela dei residui diritti della Rai (“Quelli che il calcio”). Ma le locali a queste trasmissioni non possono rinunciare e devono ‘reinventarsi’. A Roma poi…
Un quadro della situazione è stata fatto all'inizio della scorso mese di agosto da Rai News:
«La Lega di Serie A ha diffuso gli orari di inizio delle partite del prossimo campionato confermando il nuovo anticipo di domenica mattina. I weekend inizieranno di regola al sabato con gli anticipi delle 18 e delle 20.45, mentre di domenica si giocherà un anticipo alle 12.30. Alle 15 di domenica sono in programma sei partite, mentre alle 20.45 si disputa il tradizionale posticipo serale. Ma a far discutere è soprattutto il divieto assoluto di radiocronache per le emittenti private.
"E' in ogni caso tassativamente vietata al licenziatario la tele audiocronaca e/o l'audiocronaca della gara, in diretta e/o differita, effettuata dallo stadio, dagli studi televisivi e/o da qualsiasi altra postazione". Poche righe per una novità in ambito televisivo locale che, dopo trent'anni, stravolgerà le abitudini di milioni di italiani. Si possono leggere all'interno del comunicato ufficiale della Lega Calcio di Serie A dal titolo "Assegnazione dei pacchetti di diritti audiovisivi non esclusivi" e potrebbero avere come conseguenza la chiusura di trasmissioni televisive storiche, togliendo al tifoso rimasto a casa la libertà di scelta.
Dalla (attuale) stagione infatti solo la Rai, che ha pagato a caro prezzo l'esclusiva pensando alla trasmissione "Quelli che il calcio", potrà trasmettere dagli stadi italiani durante lo svolgimento delle partite (oltre naturalmente alle dirette delle gare sul satellite e sul digitale terrestre). Per tutti gli altri sarà, almeno nelle (buone) intenzioni il buio assoluto. Niente più inviati pronti ad esplodere ai gol, niente salotti in studio con ospiti più o meno qualificati. Niente più personaggi diventati ormai famosi nell'immaginario collettivo per le loro telecronache e per le loro esultanze esagerate. Il tutto cresciuto a dismisura in anni e anni di trasmissioni fiorite sui network locali senza 'bucando' l'esclusiva pagata da Rai e altre reti nazionali.
"Praticamente è vietata ogni cosa - ammette Maurizio Rossi, proprietario ed editore di Primocanale - bisognerà vedere se il regolamento è legittimo e verso quale situazione andremo a finire. Chi ha puntato solo sul calcio riceverà un brutto colpo, noi abbiamo fatto altre scelte ma è vero che ci poniamo la domanda se fare o no la trasmissione la domenica pomeriggio".
In ballo ci sono tanti soldi e soprattutto quesiti legali legati al diritto di cronaca, ma non solo. "Vedremo - prosegue il patron di Primocanale e Primocanalesport - cosa succederà se uno non dovesse firmare il regolamento. Ci sarà probabilmente una trattativa anche per capire se si è tenuti lo stesso ad osservarlo".
Duro anche il commento di Massimiliano Monti, editore di Telenord: "Stiamo prendendo contatto con i nostri legali, riteniamo che sia leso il diritto di cronaca. Non permettere neanche alcuni minuti di audiocronaca sinceramente mi sembra esagerato"…
Di fatto, secondo il nuovo regolamento, sarà possibile solamente con le immagini prodotte e fornite dalla Lega, mandare in onda un abbondante pre gara sino a dieci minuti dall'inizio della stessa e nel post partita le interviste dagli spogliatoi. Il tutto seguendo regole precise. Ma per poter trasmettere tutto ciò ogni televisione dovrà comunque comprare un pacchetto "Silver Highlits" al costo, ad esempio in Liguria, di 30.000 euro per l'intera stagione, senza però poter scegliere cosa mandare in onda».
Un approfondimento è venuto nei giorni seguenti da www.newslinet.it:
«Ancora beghe, ancora scontri, tra la Lega Calcio e le emittenti locali, circa i diritti sulle partite domenicali.
Si era parlato nei giorni scorsi, anche in maniera molto molto accesa, del nuovo regolamento per cui le tv private che incentrano i proprio palinsesti domenicali - e non solo - sulle partite di campionato, da quest'anno dovranno vedersela col “divieto assoluto di effettuare tele-audiocronache”. Apriti cielo. Tante polemiche ma poi, a ben vedere, la notizia non è così clamorosa come pare. Lo fa notare Fabio Ravezzani, giornalista di Telelombardia, conduttore di Qsvs (Qui studio a voi stadio) e uno dei volti più rappresentativi del pittoresco panorama giornalistico sportivo locale. Ravezzani, in una lettera postata su un blog, in risposta a una telespettatrice spaventata dalla possibile cancellazione del programma dal palinsesto, scrive ai suoi spettatori di restare “tranquilli” perché, dice, “cambierà qualcosa, ma il programma resterà lo stesso”. Il divieto “assoluto di effettuare tele-audiocronache”, infatti, sostiene il giornalista, c'è sempre stato. “Quindi - scrive - nessuna novità: la frase è presente nei contratti con la Lega degli ultimi lustri. Se poi avesse seguito un po' i nostri programmi, lo sciagurato collega (riferito al giornalista dell'Ansa che aveva dato per primo la notizia della fine dei programmi sulle tv locali, dopo aver letto e frainteso il testo del nuovo regolamento della Lega Calcio, ndr), si sarebbe accorto che non sono fatti di tele-audiocronache, ma che hanno la bellezza di 8 opinionisti in studio che commentano il racconto delle fasi salienti effettuato da un cronista. Dunque è un dibattito sulla partita con le fasi principali raccontate in diretta, nient'affatto una tele-audiocronaca. Non a caso in tutti questi anni siamo andati in onda e abbiamo sempre rinnovato il contratto con la Lega Calcio”.
Ciò che cambierà, invece, è che le telecamere di Qsvs non avranno più libero accesso agli stadi, per riprendere le tribune, le curve e il loro inviato-giornalista-tifoso che fa la telecronaca della partita”…
Sempre per quanto concerne le immagini, infatti, per la stagione che si appresta a iniziare la Lega Calcio ha appaltato tutte le immagini del calcio a Infront, che le produrrà per la Lega e le distribuirà a Rai e locali, assumendo in questo modo una sorta d'esclusiva che impedirà la produzione di immagini potenzialmente “pericolose” ma che, implicitamente, violerà il diritto di cronaca, come in questi giorni hanno fatto notare gli editori delle tv private locali. Secondo Marco Brunelli, però, direttore generale della Lega di A, ciò che cambia è semplicemente “che ci sarà meno stadio e più studio, vuol dire che le emittenti dovranno farsi venire idee nuove”. Intervistato dalla Gazzetta, dice anche: “Avranno (però) anche qualcosa in più rispetto al passato: per esempio, potranno mostrare le immagini, prodotte da noi, dall'arrivo dei pullman delle squadre fino a 10 minuti prima dell'inizio delle partite. Potranno continuare anche a realizzare le interviste del dopopartita in diretta dalla zona mista, mentre i 4 minuti di highlights, che finora erano uguali per tutti, adesso potranno essere personalizzate dalle varie emittenti”. Lo scontro, però, continua».
Un problema specifico è quello delle Radio (per queste ultime in diversi casi zona per zona le singole società calcistiche concludono accordi di esclusiva con una singola emittente per le radiocronache) romane, che di calcio in molti casi campano. E la Frt Radio in queste ore ha emesso il seguente comunicato:
«L'Associazione Radio della FRT - Federazione Radio Televisioni esprime vivo apprezzamento e sostegno per l'iniziativa del Sindaco Alemanno in favore delle Radio sportive impossibilitate a trasmettere le radiocronache calcistiche delle squadre romane.
Tale emittenza chiede da anni, inutilmente, agli organismi competenti di ampliare le norme che regolano le trasmissioni delle partite di calcio, alla luce del servizio, esclusivamente locale, rivolto ad ampie fasce di popolazione e quindi di natura eminentemente sociale.
L'attività informativa delle Radio sportive romane costituisce un fenomeno unico nel panorama radiofonico nazionale e, quindi, è alternativa e non concorrenziale con quella svolta dalla concessionaria pubblica».