Campagna referendaria: l’Agcom ‘alle prese’ con Renzi

Diciamo la verità, un po’ tutti non vediamo l’ora che questa campagna elettorale per il referendum del 4 dicembre prossimo, iniziata davvero una vita fa, sia finita e si torni alla ‘normalità’ sia nel Paese che soprattutto in Tv e in primis nelle sue trasmissioni ‘politiche’ e nei talk-show (incerta, per dire, la sorte di ‘Politics’ su RaiTre dopo il pessimo inizio e la successiva trasformazione in ‘tribuna referendaria’).

Nel frattempo le polemiche dilagano, come di consueto, ma il protagonista sempre sulla scena, infaticabile e mai stanco, è sempre il Presidente del Consiglio Matteo Renzi, che ha addirittura moltiplicato in modo esponenziale le iniziative in questi ultimi giorni di campagna quale indiscusso leader del fronte del Sì e, quando serve, anche nelle vesti di leader del PD (come nel caso della lettera agli italiani all’estero). Finisce poi inevitabilmente che questo fiorire di iniziative dilaghi nei Tg, nei programmi di approfondimento Tv, nei vari dibattiti in onda e Renzi sia sul piccolo schermo a ogni piè sospinto, anche perché ama andare sempre lui ai confronti con esponenti del fronte del No (che stenta invece a trovare un qualunque leader e si presenta di solito in ordine sparso). In attesa di un mitico (ma forse ‘impossibile’) ‘duello’ con D’Alema, ci siamo dovuti accontentare dei dibattiti di Renzi con Zagrebelsky, con Travaglio e persino con il sempre arzillo De Mita, uno dei ‘colpacci’ di Enrico Mentana.

Fra le altre cose ‘divertenti’ viste in Tv in questo periodo, poi, il duello a tre a ‘Porta a porta’, con il No diviso fra Salvini, la Bernini e Fassina e dall’altra parte, a rappresentare il Sì, nientemeno che tre ministri tre: la Boschi era quella che con la riforma costituzionale ‘c’entrava di più’ ma accanto a lei c’erano il ‘rampante’ Calenda e un Padoan poco brillante, che non ha saputo rispondere a tono alla domanda-trabocchetto di Salvini sul prezzo del latte (e successive, a infierire).

La dilagante presenza di Renzi non poteva non provocare polemiche e ora anche un esposto all’Agcom, anche se sulla carta la ‘par condicio’ da tutelare sarebbe soprattutto quella fra i due fronti contrapposti, comunque rappresentati. Ma da una parte c’è appunto un fronte del No frantumato in mille ‘varianti’, dall’altra un fronte del Sì che ha un leader unico e indiscusso, che oltretutto, visto che ha anche cariche così importanti, è sempre e comunque in scena, come si diceva, dove peraltro ama stare quasi 24 ore su 24. Sarà effettiva par condicio, dunque, quella di questi giorni? Ai lettori, naturalmente, il giudizio.

Ma passiamo alla cronaca dei fatti degli ultimi giorni, che vede in scena un altro protagonista, l’Agcom di Cardani, che poi ha anche, attualmente, un serio problema interno, visto che l’improvvisa scomparsa di Antonio Preto implica la necessità di eleggere al più presto un altro Commissario. Il Parlamento provvederà naturalmente dopo il referendum e non è detto che a prevalere sia quell’area di Centro-Destra che aveva in qualche modo ‘espresso’ Preto, poiché qualcuno pensa invece come opportuna questa volta l’elezione di un Commissario che ‘vada a genio’ ai Cinque Stelle, finora ben poco presenti nelle ‘istituzioni’, a parte il Cda Rai, dove la scelta è stata quella di ‘farsi rappresentare’ da un personaggio ben poco ‘allineato’ (in generale) come Carlo Freccero.

Bando ad ulteriori preamboli, per dire che nei giorni scorsi il Consiglio dell'Autorità per le garanzie nelle Comunicazioni ha ‘ordinato’ alla Rai di far pervenire entro 24 ore la lista dei nuovi ospiti di ‘Che tempo che fa’, dopo la partecipazione (solo l’ultima della serie) del premier Renzi alla puntata di domenica 13 novembre, “per poter valutare il rispetto delle condizioni di parità di trattamento” ai sensi del regolamento della commissione di Vigilanza in materia di par condicio referendaria, “riservandosi la facoltà di adottare misure d'urgenza”.
La Rai non poteva che precisare in una nota che “come già previsto, la puntata di domenica 20 novembre di ‘Che Tempo Che Fa’ si occuperà anche di referendum, ospitando un esponente del No”.

La decisione dell’Agcom è stata presa dopo aver esaminato i dati sulle ultime settimane di campagna per il referendum costituzionale e ha visto anche l’invito alla Rai, «già richiamata nella seduta dello scorso 10 novembre in qualità di concessionaria del servizio pubblico», ad aumentare i tempi dedicati alla trattazione dell’argomento referendario sia nei notiziari sia nei programmi di approfondimento. Un invito analogo è stato rivolto a Mediaset e a Sky.

Il Consiglio Agcom ha poi invitato le emittenti ad assicurare un’equilibrata presenza delle diverse forze politiche, nel rispetto della libertà editoriale delle emittenti medesime e ha richiamato il Tg4 a riequilibrare al più presto il tempo di parola a favore del No.

Tutte le decisioni sono state assunte a maggioranza, ma senza il consenso del commissario Antonio Martusciello (eletto a suo tempo in ‘quota Centro-Destra’), che ha votato contro «in quanto le scelte adottate dall’Organo collegiale non rispecchiano la prassi seguita nelle passate campagne referendarie ed elettorali». Martusciello ha annunciato altresì che «non parteciperà più alle riunioni di Consiglio in materia di par condicio».

Più recente invece l’esposto ancora una volta all’Agcom del Comitato per il No composto da 56 costituzionalisti, che ha denunciato “la vistosa violazione delle leggi” sulla par condicio durante la campagna referendaria in corso. In particolare, nell'esposto si punta il dito sulla “vistosa sovraesposizione, sia sul piano qualitativo che sul piano quantitativo del Presidente del Consiglio e di esponenti del Governo nell'informazione diffusa dalla concessionaria pubblica”, con particolare riguardo ai principali Tg. Ma anche, sempre secondo i fautori del No, proprio nella trasmissione condotta da Fabio Fazio ‘Che tempo che fa’.

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