Dall'entusiasmo alla delusione più totale in una quindicina di giorni. Antonio Caprarica, che era stato anche il ‘testimonial’ vero e più ‘assiduo’ di Agon Channel, “in arrivo sul canale 33” (come diceva nel promo il noto giornalista), lascia l’incarico di direttore delle news della rete ‘albanese in italia’.
“Mi sono dimesso per giusta causa - ha detto Caprarica - , per la mancanza assoluta delle strutture e del personale minimi per mandare in onda e confezionare un tg. Se questa è la Tv del futuro, io non intendo starci. Mi sono ritrovato a montare i servizi nei container, con una redazione di 9 persone che doveva realizzare tutti i tg, due ore di programma del mattino e un'ora di approfondimento serale. Ho fatto l'impossibile per assicurare la messa in onda del telegiornale Agon News - ben 10 edizioni al giorno - del programma mattutino 'I Primi' ( 8,00-10,25) e degli approfondimenti quotidiani di 'Times Square' (cinque appuntamenti settimanali in seconda serata, tre condotti da me). Il tutto appunto con 9 redattori e basta. Non un producer, un autore, nemmeno una segretaria di redazione. E un solo apparecchio telefonico per tutti ma non una stampante...”.
La durissima requisitoria prosegue: “Le salette di montaggio del Tg sono allestite in container nemmeno insonorizzati, così quando piove, causa ticchettio delle gocce, per incidere le voci bisogna farsi 'ospitare' nelle salette del canale albanese, all'interno del capannone, ovviamente se disponibili. Il Tg non ha uno studio (solo 'virtuale'), non dispone di una sola troupe e va chiuso e registrato (!) almeno un'ora e un quarto prima per essere trasmesso a Roma e da lì mandato in onda: spesso le notizie risultano ormai superate. Gli unici materiali filmati sono quelli di agenzia o di Youtube. In più, gli scarsi redattori vengono costantemente 'sequestrati' dall'editore, a scapito delle news, per essere usati in 'talent' concepiti da un giorno all'altro a scopo di puro riempimento del palinsesto”.
Infine, “ho più volte rappresentato la situazione a Becchetti senza alcun risultato. In queste condizioni, la mia storia e dignità professionale, e soprattutto i doveri di onestà verso il pubblico, mi impongono di ritirare la mia firma e lasciare Agon Channel, riservandomi ogni azione a tutela della mia immagine”.
Non poteva mancare la replica dell’editore, Francesco Becchetti: “Prendo atto con stupore e sconcerto delle dimissioni di Antonio Caprarica da direttore delle news del canale. Trovo le dichiarazioni del dottor Caprarica assolutamente inaccettabili e gratuite e la sua decisione illegittima, se non anche strumentale. Non corrisponde al vero che la struttura organizzativa e il personale della redazione giornalistica messi a disposizione del dottor Caprarica siano inadeguati. Sin dall'inizio del rapporto, il dottor Caprarica ha condiviso l'idoneità delle strutture e la qualifica del personale necessari all'espletamento del suo incarico nella fondamentale e delicata fase di start up di Agon Channel. Come editore, ho sempre manifestato la mia disponibilità a discutere eventuali proposte di integrazione delle risorse. Ma ribadisco che quanto riferito dal dottor Caprarica non corrisponde in alcun modo alla reale situazione lavorativa della redazione di Agon news”.
Una nota firmata genericamente ‘la redazione di Agon Channel’ calca ancor più la mano su Caprarica:
«La redazione giornalistica di Agon Channel, sorpresa e amareggiata non tanto dalle improvvise dimissioni di Antonio Caprarica, quanto dalle gravi dichiarazioni rilasciate alle agenzie di stampa, respinge con decisione il tentativo di denigrare il progetto televisivo dell’editore Francesco Becchetti, gli sforzi produttivi della parte artistica e il lavoro di un gruppo professionale che lo ha accompagnato nei suoi pochi giorni di direzione. Ben prima del debutto le richieste del direttore sono state non solo accolte, ma anche esaudite. Lo ha fatto l’editore, che a più riprese lo ha invitato ad assumere altri colleghi per completare l’organico. Lo ha fatto la redazione, che non si è mai sottratta alle sue disposizioni.
Come tutti, siamo consapevoli delle difficoltà di una start-up. Gli imprevisti sono all’ordine del giorno. Tuttavia la rappresentazione che Caprarica fa delle nostre strutture ha del folcloristico, per non dire del grottesco. Non solo siamo dotati di telefoni aziendali, ma le nostre salette di montaggio producono a pieno regime. Quanto presuntamente denunciato da Caprarica rappresenta la preistoria. Il lavoro di tutti noi – redazione, montaggio, regia, produzione, autori - ha tracciato una strada che intendiamo percorrere per lungo tempo. A questo punto la sfida si fa ancora più stimolante».