Carlo Conti lascia il Festival con ottimi ascolti

Finisce in gloria il terzo Festival di Sanremo targato Carlo Conti, con una serata finale bella e premiata dal pubblico: sabato sera-notte la puntata finale della manifestazione è stata vista da una media di 12.022.000 telespettatori, con il 58,4% di share. È il dato migliore per una finale dal 2009, l'anno del 59esimo Festival presentato da Paolo Bonolis, con Luca Laurenti.
Lasciamo agli specialisti la distinzione fra gli ascolti della prima parte della serata finale di Sanremo, quelli della seconda e persino quelli del Dopofestival, che quest’anno con la Gialappa’s e Savino ha conquistato anche la serata finale del sabato, com’era poi naturale che fosse.
Va invece detto che le cinque serate di Sanremo 2017 hanno raggiunto in media il 50.7% del pubblico dei telespettatori, pari a 10 milioni 848 mila persone: è la migliore quota di share dal 2005.

Carlo Conti è riuscito a confezionare un’ulteriore edizione ‘vincente’, senza poi ingredienti particolari, se non la scelta azzeccata di consacrare (definitivamente?) il Festival come l’evento televisivo dell’anno per eccellenza, una settimana di ‘sospensione delle ostilità’ (che poi sono già relative) per il piccolo schermo, in cui la Tv generalista ‘tradizionale’ si unisce, di fatto, in una tacita alleanza contro la ‘minacce’ portate dalle nuove forme di Tv e dalla presenza così invadente del Web e dei social. La presenza di Maria De Filippi - che di Mediaset è elemento fondamentale come pochi altri (viene in mente solo ‘Striscia’ e Ricci come qualcosa di paragonabile) - segnava proprio questa caratteristica e sullo stesso piano si poneva la scelta di avere ogni sera la ‘copertina’ di Crozza, vale a dire il meglio della comicità e della satira, prossimo elemento di forza di Discovery, nuovo aggressivo protagonista del mondo televisivo.

Crozza, che ieri sera si è poi ‘materializzato’ all’Ariston, dove era restio ad andare dopo la brutta esperienza di qualche anno fa, ha portato qualcuno dei suoi punti di forza (ieri sera Razzi, coinvolgendo anche Conti nella difficile veste di spalla, al posto dell’ottimo Andrea Zalone; Conti ha solo alla fine retto la complessa prova, memore forse dei tempi in cui era insostituibile spalla di Panariello), ma non era al meglio, a mio parere, appariva incapace della scioltezza e della battute a raffica sfoggiate su La7, anche solo da Floris.

Ma Carlo Conti non ne ha sofferto più di tanto, visto che aveva allestito una serata scoppiettante, in cui la presenza di Zucchero spiccava per qualità: l’atmosfera creata con ‘Miserere’ e l’apparizione in un filmato sullo sfondo di ‘re Pavarotti’ è stato un ‘momento magico’ della serata finale, di quelli da ‘standing ovation’, come si suol dire.

Ce ne sarebbe stato un altro, a dir la verità, forse ancor più ‘magico’, se non fosse stato legato a un maxi-spot, quello di Tim e dell’incredibile ballerino tedesco Just Some Motion - Swen Otten, che si agitava sulle note trascinanti di ‘All night’ di Parov Stelar. Ma oltre a lui c’era Mina, che ha concesso la sua ‘pazzesca’ e impareggiabile voce, dando una nota di classe senza uguali a uno spot che era già ‘indovinato’ ma così è diventato a sua volta ‘magico’. Alla fine anche una frase di Mina che sembrava quasi una ‘provocazione’: ‘Carino, no?’. Straordinario, altro che carino, e per Tim anche una promozione pazzesca, anche se nel pomeriggio una rumorosa manifestazione a Sanremo dei suoi lavoratori ricordava che in azienda non si parla solo di marketing ma anche di ‘tagli’.

Certo, le due prime serate proprio con Mina e Celentano ‘assenti’ che dovevano seguire Sanremo su RaiUno sono saltate per motivi che non è che siano del tutto chiari, si cercherà di rimediare con le fiction su Studio Uno e Dalida. E a presentare la fiction su Studio Uno ecco, nel corso della serata finale di Sanremo, il trio di ragazze protagoniste con la solita ‘perfettina’ Alessandra Mastronardi e - a divertente contrasto - una Diana Del Bufalo stranita come nessuno, che sembrava vivere in un mondo tutto suo e faceva discorsi talmente ‘fuori misura’ che facevano ridere di gusto un po’ tutti. Apoteosi quando è sembrata prendersi gli applausi del pubblico rivolti al ricordo di Mia Martini, negando poi di volerlo fare, ma Conti ha capito il possibile spunto e ha calcato la mano, prendendoci gusto.

 

Una serata finale bella e ricca, in conclusione, senza polemiche particolari, come solo Carlo Conti sa fare, scivolando pure sulle polemiche sul suo compenso. Emozione - forse - solo per la vittoria di Francesco Gabbani (che solo l’anno scorso aveva rischiato l’eliminazione nelle Nuove Proposte e fu recuperato in una seconda fase, per poi trionfare con la sua ‘Amen’), al posto della super-favorita Mannoia. Ma anche questo, in fondo, capita spesso a Sanremo negli ultimi anni: chi sembra ‘vincitore annunciato’ arriva sì alle soglie del trionfo ma alla fine lascia spazio ad un ‘outsider’, perché gli esiti scontati non piacciono più a nessuno.

 

Poco, davvero poco da dire invece sul piano del gossip e di quell’infinito contorno di panna montata che si scatena puntuale ad ogni Festival: oggi la ‘Domenica In’ del solo Giletti (auguri a Pippo Baudo, ovviamente) si dilungava stancamente sullo spacco della Leotta, sull’eliminazione di Al Bano e Ron e gli animi cercavano anche di infiammarsi, tanto che veniva chiamato pure Sgarbi ad accendere l’atmosfera. Ma il tutto, a parte il tedio, pareva davvero ‘fuori luogo’, per un Festival dove la sostanza c’era e il resto pare davvero ‘aria fritta’.

 

Ci ha provato Dagospia ad eccitare gli animi dando per certo l’addio di Carlo Conti alla Rai a favore di Mediaset, con tanto di data dell’incontro con Berlusconi: pareva di tornare alla famosa edizione di Bonolis che a Sanremo presentava, mentre in Francia, poco lontano, sulla Costa Azzurra, il suo agente Presta trattava il ‘cambio di casacca’. Ma stavolta Carlo Conti negava con decisione, pur non minacciando querele, come nel suo stile, e a dir la verità convinceva: non ce lo vedo a Mediaset e forse non lo vedremo mai là. Lui aspetterà invece un po’ di tempo - salvo sorprese - , diciamo almeno qualche anno, prima di tornare eventualmente a Sanremo: tre edizioni vincenti consecutive non sono da tutti, neppure Baudo ci riusciva, mentre Fazio al secondo anno non la imbroccava più. Si vedrà se Carlo ritornerà, ma se sarà, non sarà così presto, a meno che non lo convincano le pressioni della Rai. Potrebbe invece tornare Bonolis nel 2018, ma c’è tempo per decidere.

 

Sullo sfondo una Sanremo con un clima che almeno sabato, dopo qualche pioggia, era eccellente: temperatura mite e sole a fare capolino. La città era in parte caotica - come in occasione di ogni Festival - e non pochi suoi abitanti aspettavano con qualche ansia che i tanti ospiti di una sola settimana la lasciassero, per poter ritornare al tran tran di tutti i giorni. Il Comune tornerà a cercare di tamponare il progressivo calo dei proventi della Convenzione, la Rai si godrà per qualche giorno ancora le sue soddisfazioni, il pubblico dimenticherà probabilmente alla svelta, le tante Radio presenti cercheranno di sfruttare il dopo-Festival, ma non sempre sarà così facile.

Succede così ogni anno, ma ogni anno in tanti tornano qui a febbraio: è uno dei pochi riti italiani che non si discutono quasi più.

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