‘Carosello’: ma è una sitcom…

La Rai proprio non riesce a fare qualcosa di davvero paragonabile al ‘mitico’ “Carosello”. Dopo la delusione dello scorso anno, ora si è ricorsi a un’altra soluzione: vanno in onda, fra uno spot e l’altro, tanti frammenti di una sitcom francese. Ma che ‘Carosello’ è?

L'ennesimo ritorno di Carosello, presentato al pubblico sempre con il titolo accattivante di 'Carosello Reloaded', ha riservato quest'anno un'ennesima sorpresa, che,oltre a stupire ancora negativamente, ha fatto capire che un vero ritorno di 'Carosello' appare proprio impossibile (mancano gli autori, manca la forza produttiva, nessuno intende veramente 'provarci').

Durante la prima serie di 'Carosello Reloaded', messa in onda dal 6 maggio al 13 luglio 2013, si trattava in effetti di 'spot allungati' con qualche aggiunta e in pochi casi (ricordiamo il 'commercial' di Dash con Fabio De Luigi e Paolo Ferrari) si è visto qualcosa di interessante e di vagamente divertente.

Durante il secondo ciclo, in onda da settembre a dicembre 2013, la situazione era peggiorata, visto che erano stati inseriti spot visibili anche durante il resto della giornata (perdendo, quindi, la percezione di 'esclusività' di 'Carosello').

Con il terzo ciclo, iniziato il 25 marzo, si è cambiato tutto ma in un modo come minimo sconcertante. Il format, infatti, è stato completamente stravolto. Nel Carosello in onda attualmente, infatti, è stata inserita una sit-com di produzione francese dal titolo italiano 'Genitori - Istruzioni per l'uso'. Le varie gag di questa serie (basate sulle situazioni buffe che si creano in famiglia e soprattutto fra bambini e genitori) sono intervallate da normalissimi spot pubblicitari di 30 secondi.

La stessa cosa (scenette della sitcom citata intervallate dai soliti spot) si vede anche al cinema e anche la Radio fa la sua parte. La scelta di Rai Pubblicità mantiene in vita il riesumato format ma a che prezzo - verrebbe da dire - e chiamando Carosello qualcosa che in realtà non c'entra nulla.

There is one comment

  1. Enrico

    Veramente sconcertante questa versione di “Carosello” (??). Oltretutto la sitcom ha un doppiaggio pessimo.

    Ma sopratutto davvero: che Carosello è? Da quel che ne so, nei caroselli degli anni 60-70 hanno lavorato attori e registi, alcuni già famosi, altri che da li si son fatti le ossa. Oggi Youtube è pieno di videomaker, alcuni anche bravi e originali. La Rai poteva cogliere l’occasione coinvolgendo i migliori, cercando accordi con le Aziende inserzioniste per “osare” e produrre con questi autori qualcosa di nuovo e sperimentale, che uscisse dai soliti schemi degli spot patinati da Agenzia Marketing. Avrebbe potuto ottenere nuove idee, nuovi format, sperimentazione e test per nuove leve a costi relativamente ridotti; la curiosità di una buona parte di pubblico di vedere “che Carosello ci sarà stasera?”; riprendere lo spirito del “vecchio” Carosello, che era un vero e proprio show (pallidamente ripreso da alcune televendite odierne). Le Aziende avrebbero potuto produrre degli spot anch’essi a costi relativamente bassi. Autori, creativi, registi, e attori “fuori dal giro” avrebbero avuto la loro occasione di mettersi in mostra e dimostrare il loro valore (una specie di “talent” sulla televisione).

    Invece solo una cosa tristissima, indegna del nome “Carosello”.

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