Il giornalista “dissidente” è stato sospeso per quattro giorni, tanto dal lavoro quanto dalla retribuzione.
Dopo il richiamo ufficiale rivolto al giornalista a proposito di due puntate di Sciuscià (24 maggio e 16 luglio), è stata questa la "punizione" che la Rai ha deciso per il suo conduttore. Sarcastico il commento del giornalista: "Dopo tanto tempo - ha affermato Santoro - la montagna ha partorito un topaccio, una pantegana". Nel frattempo il suo avvocato, Domenico D'Amati, ha annunciato "vie legali" contro l'azienda e anche contro il premier Berlusconi.
Secondo indiscrezioni, la comunicazione della sanzione disciplinare sarebbe stata recapitata a Santoro nella giornata di lunedì e il Nostro non potrà quindi lavorare fino al 18 ottobre. Va ricordato che, a suo tempo, il richiamo era scattato dopo che il giornalista Rai non aveva difeso l'azienda dall'attacco di Maurizio Costanzo in trasmissione; Costanzo aveva dunque parlato (alla Rai) di una maggiore libertà per i professionisti che lavorano in Mediaset rispetto a chi presta il proprio servizio per la Tv pubblica.
Al di là della sospensione voluta da Saccà, della nuova collocazione di Santoro si è comunque già discusso nel consiglio d'amministrazione di lunedì, con il direttore di RaiTre Paolo Ruffini che ha avanzato una proposta legata ad una possibile trasmissione in prima serata il venerdì (a partire da aprile) oppure due prime serate a settimana, il martedì e il venerdì. Ruffini intende utilizzare anche Biagi per "Il fatto".
"Siamo in attesa di avere delle proposte concrete - ha commentato da parte sua Santoro - : quando le avremo le valuteremo. Per noi sono percorribili tutte le ipotesi, a condizione che non ci siano danni professionali e a condizione che si possa fare il nostro lavoro con l'autonomia di sempre".