Non è una questione di milioni, ma semmai di miliardi, quelli (non pochi) spesi per allestire il programma e pagare la sua ‘star’ e quelli che la Rai si aspetta adesso in termini di pubblicità e di ritorno commerciale e di audience.
Stiamo naturalmente parlando di Adriano Celentano e del suo programma su RaiUno '125 milioni di cazzate', o meglio, "125 milioni di caz..te", mediazione raggiunta a fatica (O) fra il cantante e i dirigenti Rai su un titolo così poco ortodosso.
L'impressione del 'giorno dopo', dopo cotante pagine e prime pagine dedicate al presunto scandalo e dopo la conferenza stampa di Zaccaria, Beretta e Celentano alla Rai di Milano, è quella di una strategia ben concordata a tavolino e che sta funzionando a meraviglia (ricordate come fu ben lanciato mesi fa 'Il Grande Fratello'O).
C'è anche il fatto che la Rai ha assoluto bisogno di un forte rilancio, dopo una stagione fallimentare, costellata da mille problemi, e ha anche la necessità di far parlare d'altro rispetto alle recentissime polemiche politico-partitiche-elettorali.
E l'occasione offerta dall'atteso rientro del Molleggiato non va persa, a nessun costo.
Quanto alla sostanza, davvero misera, del problema del titolo con la parolaccia (O), sarà il caso di rievocare un caso, ben più effettivamente 'scandaloso', di qualcosa come trent'anni fa circa.
L'idea di un titolo 'trasgressivo' venne infatti all'epoca ai due birichini radiofonici di "Alto gradimento", Arbore e Boncompagni, decisi a farla finita con la Rai dei 'programmi ufficiali' e attentamente studiati (vale a dire noiosi e scontati) che ancora si ascoltavano allora sulle onde di Stato.
Lo storico programma del 'duo' del colonnello Buttiglione (o del prof. Aristogirone, o di Max Vinella...) si doveva chiamare infatti all'origine non 'Alto gradimento' (soluzione di riserva) bensì nientemeno che "Musica e puttanate", a simboleggiare subito e per benino l'effettivo contenuto.
Neanche a dirlo, il titolo fu bocciato e sostituito, con grande scandalo (stavolta solo interno alla Rai).
Celentano, insomma, non ha fatto altro che riscaldare la frittata e riservirla in tavola. A qualcuno piace ancora...
Eh... Celentano! A parte la strategia di comunicazione rifritta e che potrebbe anche essere considerata un po' fuori luogo (le parolacce scandalizzano ancoraO), l'accusa che gli è stata rivolta è di voler mettere in piedi un baraccone ricco di saltinbanchi e ragazze incinte, il cui contenuto sarà probabilmente, tutto considerato, piuttosto modesto; alla fine però, se ci saranno gli ingredienti promessi, si farà sicuramente tanto altro clamore, incollando il pubblico al video.
E lo vedremo presto quali saranno questi ingredienti. Magari ci saranno anche stavolta i "filmati-choc" (chissà), o qualche nuova bella scritta trasgressiva e sgrammaticata (ricordate 'La caccia e contro l'amore', scritto sulla lavagna dal Nostro alla vigilia del referendum sull'attività venatoria, in violazione delle norme elettoraliO).
Il massimo sarebbe proprio una rinnovata 'trasgressione politica', poco prima delle elezioni.
I fiumi di inchiosro sulla stampa sarebbero garantiti, l'indignazione (o l'approvazione) dei politici certa, la convocazione straordinaria della Commissione di Vigilanza ineludibile e l'intervento dell'Authority inevitabile.
Che colpo, ragazzi! E in mezzo, a calmare opportunamente le acque, non guasterebbe qualche bella e lunga pausa, di quelle tipiche del 'ragazzo del Clan', che potrà farle a meraviglia nella sua via Gluck ricostruita a Brugherio.
E se, nella costruzione di una macchina perfetta, proprio Celentano non dovesse farcela, se la tanto declamata formula 'acchiappa audience' non dovesse funzionare, se dovesse annoiareO Non resterebbe che sperare che Asia Argento abbia le doglie in diretta...
Mauro Roffi