C’è la crisi: tutti davanti alla Tv

Ma partiamo dai dati di casa nostra. Prendendo in esame il periodo di garanzia del 2007 (iniziato nel mese di settembre) fino a inizio novembre e confrontandolo con quello dell’anno in corso emerge che si è passati da un totale di 25.527.000 spettatori ai 26.267.000 di quest’anno. Positivi anche il tempo di consumo del mezzo televisivo, pari a 242 minuti medi e 142 minuti nella prima serata. Il canale che “tiene” meglio è RaiUno, mentre sale l’ascolto del satellite e in particolare di Sky. Dunqu…

Ma partiamo dai dati di casa nostra. Prendendo in esame il periodo di garanzia del 2007 (iniziato nel mese di settembre) fino a inizio novembre e confrontandolo con quello dell'anno in corso emerge che si è passati da un totale di 25.527.000 spettatori ai 26.267.000 di quest'anno. Positivi anche il tempo di consumo del mezzo televisivo, pari a 242 minuti medi e 142 minuti nella prima serata. Il canale che "tiene" meglio è RaiUno, mentre sale l'ascolto del satellite e in particolare di Sky.

Dunque, una tendenza opposta rispetto a quella degli ultimi anni, che sembrava indicare una progressiva disaffezione per il mezzo, a favore magari di altri (InternetO).

Il rilancio della Tv come mezzo di intrattenimento anticrisi nasce negli USA, come dichiara lo stesso presidente di presidente di Fox Entertainment Kevin Reilly: "Storicamente in circostanze difficili, ad esempio l'11 settembre, il pubblico cerca intrattenimento a basso costo - dice Reily - e questa potrebbe essere una buona notizia per noi. Ci sono molti ottimi programmi gratuiti trasmessi ogni sera su Fox".

Un dato che però potrebbe essere negativo per la Tv a pagamento Le famiglie americane in genere non rinunciano allaTv via cavo in caso di problemi finanziari, ma alcuni potrebbero decidere di passare ad un pacchetto più economico, scegliendone uno con un numero inferiore di canali e risparmiando così qualche dollaro. Nel secondo quadrimestre del 2008, ad esempio, la rete via cavo HBO ha subìto una leggera diminuzione degli abbonamenti. Un'inversione di tendenza che la rete non subiva dalla recessione dei primi anni '90.

Se da un lato per i broadcaster potrebbero esserci risvolti positivi sugli ascolti, gli analisti americani prospettano anche la possibilità di una contrazione degli investimenti pubblicitari. Variety stima che in Europa la pubblicità in Tv subirà per il 2009 una riduzione del 5-9% e non si vedono segni di miglioramento nemmeno per il 2010, con conseguenze negative sui programmi autoprodotti. Il più grande network privato britannico, ITV, si aspetta un declino degli introiti pubblicitari nell'ordine di 100 milioni di sterline (125 milioni di euro).

Intanto da uno studio dell'Università del Maryland sulle conseguenze della crisi sugli ascolti e sulla fruizione della Tv, fatto su 30.000 spettatori-tipo intervistati, emerge che il piccolo schermo attrae soprattutto le persone infelici, in quanto è un processo passivo di distrazione e riduce la necessità di impegno: è il mezzo di intrattenimento più accessibile per passare il tempo, non obbliga a vestirsi, ad uscire e a spendere denaro.

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