La tornata elettorale amministrativa di maggio che ha visto la sconfitta del Governo e della maggioranza e l’elezione di Pisapia a Milano e De Magistris a Napoli (per citare i due casi più noti e emblematici) lascia un Centro-Destra in pieno marasma e segnala un vento completamente nuovo nel Paese. Berlusconi, dunque, salvatosi pochi mesi or sono dall’attacco di Fini per il rotto della cuffia, rischia di nuovo la crisi di Governo e, vista l’aria che tira, stavolta sa che un’eventuale caduta non…
La tornata elettorale amministrativa di maggio che ha visto la sconfitta del Governo e della maggioranza e l'elezione di Pisapia a Milano e De Magistris a Napoli (per citare i due casi più noti e emblematici) lascia un Centro-Destra in pieno marasma e segnala un vento completamente nuovo nel Paese. Berlusconi, dunque, salvatosi pochi mesi or sono dall'attacco di Fini per il rotto della cuffia, rischia di nuovo la crisi di Governo e, vista l'aria che tira, stavolta sa che un'eventuale caduta non gli darebbe più la chance di rialzarsi da terra, come altre volte gli è invece già capitato.
La premessa era necessaria perché si sa che nel campo della Tv la politica è (quasi) tutto e fra un Governo ben saldo in sella e uno traballante come quello attuale di Berlusconi c'è evidentemente una bella differenza.
Se quindi c'è incertezza sulla tenuta di una maggioranza che - ci sbilanciamo - difficilmente arriverà a fine legislatura, nel 2013, a maggior ragione sembrano essere più difficoltose alcune operazioni complesse e anche assai discutibili che il Governo stava cercando di mandare in porto proprio in questo periodo. Manco a dirlo, ci riferiamo all'assegnazione ai telefonici dei canali 61-69, a tutto danno delle Tv locali. A poco crediamo serva l'approvazione (conversione in legge) - scontata per varie ragioni - del famoso 'decreto omnibus' che, fra le tante norme che contiene, proroga anche i termini del divieto di incrocio fra proprietà delle Tv e della stampa. Un 'contentino' che non serve certo a cancellare le 'disposizioni anti-Tv locali' (ci piace chiamarle così) che abbiamo già elencato due mesi fa: immediata assegnazione alle società di tlc delle frequenze 61-69, con mancata riserva per le Tv nelle 'nuove regioni digitali' e incredibile 'rimessa in discussione' delle assegnazioni appena fatte nelle altre; graduatorie che stabiliscano chi potrà ancora - fra le locali - essere operatore di rete; obbligo per chi ci riesca di ospitare i 'colleghi' meno fortunati; rimborso irrisorio alle Tv locali prive di frequenze a seconda comunque di quanto verrà incassato dallo Stato dai telefonici.
Tutto questo - secondo i programmi - a tambur battente, perché i telefonici non ne vogliono sapere di frequenze occupate e l'asta, per stare nel sicuro, va tenuta pressoché subito, magari proprio in agosto, quando in tanti sono distratti.
A questo primario obiettivo - che va raggiunto anche per motivi di bilancio pubblico - sarebbe persino 'sacrificato', secondo alcuni, un ulteriore eventuale tentativo di 'tirarla (ancora) in lunga' con l'assegnazione dell'altro dividendo digitale, quello per intenderci che vedrebbe Sky (ma anche Rai e Mediaset) fra i protagonisti e che porterebbe alla definitiva chiusura della procedura di infrazione europea.
Meglio chiudere entro poche settimane tutte queste partite - sarebbe l'idea del Governo e del ministro Romani - ; una volta fatte le cose, sarebbe difficile per chiunque (un nuovo Governo?) cambiarle a posteriori.
Ebbene, sbilanciandoci un po' anche in questo caso, ci pare difficile che questo complesso e articolato piano possa davvero realizzarsi, almeno in questi termini. Non è solo la speranza - o l'esigenza - di una soluzione che non sia punitiva e iniqua nei confronti delle Tv locali come quella attuale (neppure il vincolo legislativo del terzo delle frequenze alle stesse locali viene rispettato, creando la possibilità di ricordi legali a non finire), è che davvero tutto questo appare un po' surreale.
Un Governo debolissimo sarà in grado di portare avanti una simile operazione avendo contro tutte le Tv locali, che già hanno mille problemi e ora si ritroverebbero pure 'cornute e mazziate'? Potrà davvero farlo un Governo che da circa un anno non riesce neppure a nominare - o forse non vuole - un nuovo sottosegretario alle Comunicazioni?
Se davvero ci riuscirà, sarà un miracolo. Fossimo nelle Tv locali, non alzeremmo affatto, proprio adesso, bandiera bianca...