Celli a ruota libera…

Ha fatto sensazione la “performance” di Pierluigi Celli, direttore generale della Rai,

che ospite della recente serata milanese di presentazione della nuova edizione della "Storia della Televisione italiana" di Aldo Grasso (la famosa "Garzantina" sul tema) condotta da Daria Bignardi, si è "lasciato andare", come ogni tanto gli capita di fare, forse per alleggerire gli oneri di una carica sempre al centro di mille polemiche e comunque davvero difficile da gestire.

"Era una serata goliardica" - ha poi detto Celli smentendo di volersi dimettere e consapevole del fatto che le reazioni provocate dalle sue parole erano state pesanti.

Che cosa ha dunque detto Celli, stimolato da un'atmosfera "elettrica" e insolitamente "sincera", che ha fatto nascere non pochi risentimenti anche in casa Mediaset (con la Gialappa's a fare battutacce su Ricci e Confalonieri)O

Sistemato Bruno Vespa ("non parliamo degli altri libri perché in Rai siamo troppo impegnati nel promuovere il suo"), Celli ha parlato male della Commisione di Vigilianza ("è sfibrante lavorare al finaco di quella commissione") e soprattutto della sinistra, che gli avrebbe praticamente imposto di abbandonare Gad Lerner al suo destino di ex direttore del Tg1 ("è stato il diessino Fabio Mussi il primo a chiedere la testa di Gad").

Infine ha ammesso ciò che è sotto gli occhi di tutti, ovvero che "le idee più nuove negli ultimi anni sono arrivate non dalla Rai, ma dalla concorrenza".

Dal che si ricava:

1)Celli vuol lasciare davvero la Rai (per TmcO) e lo farà probabilmente, in ogni caso, dopo le elezioni;

2)lo stato di coma della Rai è evidente: l'azienda è in gravissima crisi creativa e produttiva e aspetta solo le elezioni per capire chi vincerà;

3)sul futuro della Rai l'incertezza regna sovrana e il nuovo rinvio (a gennaio) dell'esame in Parlamento del disegno di legge 1138 non promette nulla di buono.

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