Charter ‘ingloba’ Time Warner Cable

 

L’americana Charter completa l'acquisizione di Time Warner Cable. Dopo aver incassato tutti i via libera necessari, Charter Communications finalizza l'operazione da 55,1 miliardi di dollari dalla quale nasce un colosso della Tv americana via cavo, secondo solo a Comcast, e un gigante dell'offerta del web, con 17 milioni di clienti per la pay-tv.

L'operazione si tradurrà anche nella scomparsa del nome Time Warner Cable (ovviamente parliamo solo di questo e non delle altre branche del gruppo Time Warner), società che - secondo alcuni studi - ha il peggior servizio per i consumatori negli Stati Uniti: in ogni caso, nel corso dei prossimi 18 mesi il nome sarà gradualmente sostituito proprio con quello di Charter Communications.

«I clienti di Time Warner non vedranno alcun cambiamento immediato, ma la società si chiamerà Charter e i prodotti e i servizi saranno commercializzati con il marchio Spectrum» - ha precisato in proposito Alex Dudley, a nome di Charter.

Charter aveva iniziato a corteggiare Time Warner Cable lo scorso anno, dopo che Comcast aveva a sua volta cercato di acquisirlo. Un tentativo caduto nel vuoto per l'opposizione delle autorità antitrust Usa, convinte che le nozze fra Comcast e Time Warner Cable avrebbero minacciato la concorrenza e l'innovazione, soprattutto per i servizi via internet.

Charter a quel punto ha approfittato della mancata fusione, facendo delle avance a Time Warner. E mettendo sul piatto 55,1 miliardi di dollari. L'operazione è poi andata avanti e, a distanza di mesi, è stata adesso approvata.

Il Dipartimento di Giustizia è stato il primo a esprimersi favorevolmente, imponendo però paletti a tutela dei servizi internet. Charter si è impegnata a non imporre limiti sull'uso di dati e commissioni sui clienti di internet a banda larga in base al loro uso di dati, pratica considerata lesiva della concorrenza e in grado di minacciare l'innovazione del mercato dei servizi online. Charter si è impegnata anche a consentire l'accesso alla banca larga a due milioni di famiglie, aprendosi così ai rivali in alcuni mercati.

La Federal Trade Commission, l'antitrust americana, ha successivamente approvato a sua volta l'operazione, dicendosi favorevole ai limiti imposti dal Dipartimento di Giustizia. Le autorità della California sono state le ultime, in ordine di tempo, a dare il via libera alla nascita del colosso.

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