La Rai cerca di nuovo soldi, chiedendoli anche a chi ha qualunque tipo di apparecchi che potenzialmente possano ricevere la radio o la tv, compresi i computer. Sembrerebbe il caso di chiarire bene le norme, per evitare assurdità, ma più che altro ci si rimpalla le responsabilità.
Vediamo come ha spiegato la questione il sito del 'Corriere della Sera', www.corriere.it:
“Ci risiamo. Riscoppia la polemica sul canone speciale della Rai, il provvedimento che consente alla Tv di Stato di chiedere il versamento dell'imposta sugli apparecchi atti a ricevere trasmissioni tv alle aziende iscritte alle Camere di commercio. Un provvedimento che, nelle intenzioni del Legislatore, dovrebbe riguardare principalmente tutte quelle attività che della tv fanno un uso lavorativo, si pensi, ad esempio ad hotel e ristoranti.
La protesta nasce dal fatto che, nonostante si sia in tempi di spending review, le lettere di richiesta del canone sono arrivate un po' a tutti: artigiani, commercianti, partite Iva che magari hanno solo un computer e non un televisore e non guardano certo trasmissioni televisive sul pc mentre lavorano. Le persone coinvolte comunque dovranno giustificare il mancato pagamento spiegando che i computer presenti sul luogo di lavoro sono utilizzati solo a scopo lavorativo e che non sono presenti televisioni nei locali. E molte partite Iva vedono questo ennesimo adempimento come un ulteriore ostacolo alla loro attività.
Non di questo parere è il consigliere Rai Antonio Verro che spiega come il canone speciale «esiste per legge ed è, infatti, la legge che consente alla Rai» di chiedere ora alle aziende iscritte alle Camere di Commercio il versamento del 2014. «La polemica di questi giorni è una vecchia storia, ma il punto è che finora la Rai è stata timida ed ora invece non più». «La legge - sottolinea Verro - dice che il canone è una tassa di possesso e lo devono pagare tutti quelli che detengono uno o più apparecchi atti o adattabili alla ricezione delle trasmissioni radio televisive» fuori dall'ambito familiare nell'esercizio di un'attività commerciale e a scopo di lucro diretto o indiretto: per esempio alberghi, bar, ristoranti, uffici. Insomma per il consigliere la Rai «sta facendo solo quello che le compete. Detto, questo, però - aggiunge - si parla di lotta all'evasione e di rivisitazione del canone ed io penso che entro l'anno il governo ci debba mettere il naso, dando certezza sulle risorse dell'anno prossimo».
La Rai dunque cerca soldi e non è più timida nel richiederli, forte della Legge che sarebbe dalla sua parte, ma la sua controffensiva rischia di mietere tante vittime che non meritebbero affatto di dover pagare il canone e che dovrebbero magari farlo solo perché possiedono dei computer.
La cosa migliore sarebbe dunque che il Governo chiarisse bene la situazione e quali siano le norme effettive, ma questa intenzione non sembra esserci e così la 'patata bollente' viene di nuovo 'rigirata' alla Rai.
Vediamo infatti cosa ha dichiarato il sottosegretario Legnini a Radio 24:
“'La comunicazione arrivata a milioni di partite Iva si poteva fare meglio. Si poteva essere più chiari e precisi, individuando meglio i destinatari'. Così il sottosegretario all'Economia Giovanni Legnini, ospite di '24 Mattino' interviene sulla polemica sollevata da molte imprese che in questi giorni hanno ricevuto dalla Rai una lettera in cui si chiede di pagare il canone speciale di 407,35 euro. Il provvedimento, nelle intenzioni del legislatore, dovrebbe riguardare principalmente tutte quelle attività che della tv fanno un uso lavorativo, si pensi, ad esempio ad hotel e ristoranti.
'Questa cosa va corretta - ammette Legnini - . Non è esemplare la chiarezza ma nella comunicazione c'è indicato che chi non è tenuto a pagare perché non dispone di apparecchi di quel tipo può compilare il modulo e dichiarare che non è tenuto a farlo. Se uno per esempio ha un telefonino adibito alla ricezione radio? Non è tenuto a pagare, assolutamente no - dice Legnini - , altrimenti sarebbero tutti tenuti a pagare. Credo che questo pasticcio, più comunicativo che non impositivo, non si doveva determinare ma non è un'estorsione, non sorpassiamo certi limiti. Capisco la rabbia degli imprenditori, sono persone che lavorano e alle quali non dobbiamo far perdere tempo, ma se il soggetto non ha uno di questi apparecchi non paga. Punto'.
Legnini poi ha parlato del canone Rai in generale: 'Nel tempo questa imposta è stata ritenuta sempre più odiosa, anche a fronte dell'evoluzione del mercato televisivo, dall'altro lato però c'è una grande evasione da combattere. Io credo si debbano valutare misure che possono aiutare a superare il canone, non è una cosa semplice visto che il gettito stimato è di 1,7 miliardi l'anno. Se si arrivasse all'abolizione totale e se vogliamo continuare a mantenere il servizio pubblico in Rai, dobbiamo trovare quei soldi'.
Legnini si è detto scettico nel legare il canone alla bolletta: 'Sono perplesso. La bolletta potrebbe essere uno strumento più efficace come riscossione, però noi dobbiamo ridurre gli importi delle bollette elettriche. Se carichiamo lì il canone, la percezione è che il totale della bolletta aumenta. E non è solo un fatto di sensazione. Per cui io sono molto perplesso'”.